IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE: il controllo del vicinato si è spinto troppo in là

Recensione de Il Giustiziere Della Notte diretto di Eli Roth con Bruce Willis al cinema all’8 marzo 2018. 

la locandina italiana del film Il Giustiziere Della Notte (2018)

Strano caso, quello de Il Giustiziere Della Notte: l’originale film del 1974, diretto da Michael Winner, fu un fenomeno di culto forte e inatteso, trascinato al successo da un interprete di grido, Charles Bronson, e da una serie di curiose contingenze.
Quelle di un cuore degli anni settanta dominato dalle nicchie di genere, dalla fascinazione per il film “b” e da una nuova ondata di polizieschi che esaltavano la figura del pistolero freddo e “sporco”, come Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! di Don Siegel o Il Braccio Violento Della Legge di William Friedkin.
Il “Giustiziere” impara le pregevoli lezioni e le applica a una storia che, paradossalmente, sfrutta le regole poliziesche per bypassarne il ruolo e l’utilità: si parla così della vendetta fai-da-te di un cittadino colpito sul personale e convinto che le autorità non possano tutelarlo, un figlio della cultura americana delle armi che farebbe di tutto per proteggere sé e la famiglia.

Il 2018 è un momento sociopolitico perfetto per rinfrescare e raccontare in alto condimento la storia di Paul Kersey (Bruce Willis), che impugna la sua Glock dopo che una rapina andata storta gli sottrae moglie e figlia.
Mentre il detective di turno (Dean Norris, Breaking Bad) annaspa alla ricerca di una pista, lo stimato medico Paul si incappuccia e, nottetempo, smorza sul nascere e a sangue freddo ogni forma di delinquenza per le strade di Chicago.
Il giustiziere, o Mietitore come ribattezzato dai media, diventa minaccia e tutela, eroe o antieroe, monito di rettitudine ma anche testimonial dello sciagurato rapporto tra uomo ed arma.

Bruce Willis in una scena del film Il Giustiziere Della Notte – Photo: courtesy of Eagle Pictures

Il dottore in cafonate Eli Roth (Hostel, Knock Knock) fa scoprire ai nativi digitali il mito del Giustiziere proprio nel mese in cui negli States si parla di armare gli insegnanti, spostando l’azione dal Bronx ai vicoli di Chicago e regalando la copertina ad un redivivo e ispirato Bruce Willis.
Il risultato è positivo, addirittura sorprendente, ed è la dimostrazione di come il regista tanto caro a Tarantino sappia divertire e divertirsi più rielaborando che inventando e, ovviamente, in regime di disimpegno.

Pur mancando il lerciume puramente anni settanta dell’originale (che fece un po’ da “entrée” alle atmosfere urbane del successivo I Guerrieri Della Notte), Il Giustiziere Della Notte ha un ritmo tumultuoso da thriller pulp e arraffa con cinico tempismo implicazioni della società contemporanea, leggi anche comunicazioni social, meme, hashtag e trumpismi.
Roth però è troppo esperto e troppo geek per cadere nel tranello, e mantiene efficacemente la storia, l’azione e l’impianto intrattenitore in primo piano, lasciando che le diatribe sui #NeverAgain e #ArmMeWith si svolgano in altre sedi.

Dice il medico che serve una cafonata al mese, un film “guilty pleasure” in cui affondare la mano nei popcorn e le chiappe nel divano: Il Giustiziere Della Notte è qui esattamente per questo.

Voto: 7/10

Luca Zanovello

 

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