Recensione di Red Sparrow, lo spy thriller con Jennifer Lawrence al cinema dal 1° marzo 2018.

la locandina italiana del film Red Sparrow

la locandina italiana del film Red Sparrow

Dominika Egerova (Jennifer Lawrence) è una bella ragazza, come tante nel suo Paese, ed ha il sogno di diventare una ballerina di alto livello. Le sue giornate si alternano fra i mille impegni che una dura disciplina impone, ovvero allenamenti, prove, spettacoli, e le incombenze domestiche che includono una madre malata di cui si deve prendere cura. Tutto però cambia quando un incidente durante un balletto la lascia con una gamba spezzata ed una carriera interrotta bruscamente.

Ed è proprio da questo momento che comincia, suo malgrado, una nuova vita. Grazie infatti al premuroso zio, che lavora per i Servizi Segreti, viene arruolata dalla scuola di addestramento per spie Sparrow, nella quale i cadetti e le cadette vengono formati a servire la Madre Russia imparando la seduzione come mezzo per estorcere informazioni fondamentali alla Nazione.

Una scena del film Red Sparrow - Photo: courtesy of 20th Century Fox

Una scena del film Red Sparrow – Photo: courtesy of 20th Century Fox

Fin qui la trama di Red Sparrow si allinea a quella di diversi altri lungometraggi e romanzi che parlano di spie. Quello in cui pecca questa trasposizione cinematografica è invece un po’ di sostanza e la credibilità praticamente in ogni suo aspetto.

Iniziamo con la sceneggiatura. Non si può non pensare a quanto sia piuttosto telefonata e semplicistica, con tanto di triade “incidente sfortunato-mamma malata-zio cattivo” che trasforma la nostra eroina da Cenerentola dai sani principi in donna costretta ad accettare di entrare in un mondo nascosto e crudele che cambierà la sua anima pura e caritatevole per sempre. Fino a trasformarsi prima in cinica, per servire lo Stato, poi in pronta a tutto per riguadagnare la sua libertà.

Si parte quindi subito con quello che dovrebbe essere il punto forte del film, ovvero con le scene girate all’interno delle scuola reclute, in cui una Charlotte Rampling in (grande?) spolvero fa l’insegnante. Di cosa? Non si capisce. Le lezioni sembrano un ripasso di anatomia per prostitute (come verrà apostrofata proprio dalla Lawrence in quella che forse è la battuta più memorabile del film). E l’intero esercito di spionaggio è declassato a squadriglia di imberbi intrattenitrici di alto bordo che nulla sanno delle materie in cui invece una spia dovrebbe eccellere (Geografia? Storia? Informatica? Politica internazionale? Tecniche di combattimento? Armi?). Ma questi si sa, sono dettagli.

Charlotte Rampling in una scena del film Red Sparrow - Photo: courtesy of 20th Century Fox

Charlotte Rampling in una scena del film Red Sparrow – Photo: courtesy of 20th Century Fox

La patinata stucchevolezza che permeerà tutta la pellicola non si ferma alla sceneggiatura, già di per sé lacunosa, ma continua con dei grossi punti interrogativi che rimarranno senza risposta fino alla fine.
Avremo infatti un paio di grandi classici del genere come l’incontro/scontro fra spie russe ed americane, in questo caso di sesso opposto. Entrambe sono affascinanti e casualmente vengono messe l’una nelle braccia dell’altro, travolte da una storia d’amore di cui non si capisce né il come nè il perchè sia nata.

Non si riesce difatti ad intuire come mai i due, che neanche si conoscevano cinque minuti prima, e che lavorano per squadre contrapposte, improvvisamente siano disposti a rischiare le proprie vite in nome di un amore sbocciato a questo punto solo nelle menti degli scrittori. Sullo schermo l’ultima cosa di cui si trova traccia è proprio l’escalation emotiva e di feeling tra i due.

Anche volendo soprassedere sull’addestramento farlocco, sulle incongruenze che mischiano (non proprio magistralmente) lo spionaggio, il thriller, il sesso e l’azione, un ulteriore colpo al nostro “suspension of disbelieve” viene dato dalla scelta di far recitare tutto il cast (americani, australiani, inglesi, irlandesi, belgi…) in un accento russo forzato. Il risultato è talmente caricaturale da farci temere che da un momento all’altro un qualunque attore possa prendere la scena pronunciando il mitico “Io-ti-spiezzo-in-due” di Ivan Dragoniana memoria in Rocky IV (anno 1985). Il che la dice lunga sui livelli di modernità nella rappresentazione che viene fatta in questa pellicola della Russia dei giorni nostri. Questo ovviamente nella versione originale, si spera che il doppiaggio in italiano usi più clemenza.

Una scena del film Red Sparrow - Photo: courtesy of 20th Century Fox

Una scena del film Red Sparrow – Photo: courtesy of 20th Century Fox

Red Sparrow, immagino volesse cavalcare l’onda della Guerra Fredda e delle spie che negli ultimi anni sta conoscendo grande rispolvero cinematografico. Basti pensare al recente Atomica Bionda con Charlize Theron, al bellissimo Le Vite degli Altri del 2006 fino all’indimenticato Nikita di Luc Besson del 1990, ognuno dei quali porta sullo schermo un aspetto diverso di quel mondo. L’azione, la vita di tutti i giorni oppure i ricatti per una redenzione che non avverrà mai. E’ superfluo sottolineare che qui, pur essendoci tutti gli elementi chiave per sfondare, non ultimo un cast all stars, lo spy thriller fatica a convincere e non ha nulla di seducente.

I vari attori, tra cui un Jeremy Irons nella parte del Generale Kurchnoi, Joel Edgerton nei panni della turbolenta spia americana che fa breccia nel cuore della protagonista, Charàn Hinds nel ruolo del capo Zakharov, il belga Matthias Schoenaerts nella parte dello zio cattivo fino a Mary Louise Parker, fanno il loro compitino senza infamia e senza gloria e danno la sensazione di essere quasi sprecati per un film in cui i personaggi loro affibbiati sono a dir poco monodimensionali e senza sviluppi degni di nota.

Jennifer Lawrence in una scena del film Red Sparrow - Photo: courtesy of 20th Century Fox

Jennifer Lawrence in una scena del film Red Sparrow – Photo: courtesy of 20th Century Fox

Ovviamente non tutto è così negativo. Le location che spaziano tra Vienna, Budapest, Londra e Mosca sono suggestive e richiamano una delle caratteristiche principali di queste storie, ovvero l’internazionalità. E l’atmosfera dei luoghi scelti conferisce quel senso di mistero e di decadenza che ben si amalgama con l’oscurità dei personaggi e del loro passato.

Red Sparrow è, in conclusione, un film per cui all’inizio si hanno molte aspettative che vengono perse man mano che gli eventi si srotolano. Allo spettatore viene lasciato comunque l’intrattenimento di una storia di media suspance che cerca di redimersi in dirittura d’arrivo, con un paio di flashback esplicativi e il colpo di scena finale, insufficienti però a salvare le due precedenti ore di navigazione a vista durante le quali ci si è già, purtroppo, irrimediabilmente persi.

Anna Falciasecca