Quello Che Non So Di Lei: la scrittura è manipolazione

Recensione di Quello Che Non So Di Lei, il nuovo film di Roman Polanski al cinema dal 1° marzo 2018.

la locandina italiana del film Quello Che Non So Di Lei

La scrittrice best selling Delphine de Vigan (Emmanuelle Seigner) è in preda a un blocco creativo, consumata dalle aspettative frustranti e dal costante assedio di fan e media.
Ad uno dei tanti, affollati “firmacopie”, Delphine incontra la magnetica Leila (“Elle” in originale, Eva Green), che da ammiratrice diventa presto amica inseparabile e morboso “alter-ego” di Delphine.
Più il legame si fa intimo, più la donna perde contatto con se stessa e la realtà circostante, mentre quasi autonomamente la sua nuova opera, basata proprio sulla misteriosa “Lei”, prende corpo.

Emmanuelle Seigner nel film Quello Che Non So Di Lei – Photo: courtesy of 01 Distribution

Polanski torna dietro la macchina da presa adattando insieme ad Olivier Assayas (Sils Maria, Personal Shopper) il meta-romanzo “Da Una Storia Vera” della scrittrice francese Delphine de Vigan.
Anche se la firma in calce è quella di Polanski, che già in carriera si dedicò all’esplorazione dei complicati rapporti tra letteratura, scrittori e “fantasmi”, la fine psicologia thriller di Quello Che Non So Di Lei riconduce principalmente al cortile di casa di Assayas.
Il regista parigino cuce infatti un contributo fondamentale al racconto, giocato su una tensione ed un sospetto che aleggiano in modo quasi tangibile fra le due intense protagonisti, una psicosi vibrante ed implicita, suggerita e mai completamente risolta.

Eva Green nel film Quello Che Non So Di Lei – Photo: courtesy of 01 Distribution

Quello Che Non So Di Lei è torbido, è ingannevole ed affascinante: come le due protagoniste, che eludono le premesse saffiche e dintorni (invitanti da un punto di vista prettamente ormonale, ma banalotte da quello narrativo) in favore di un ménage à trois con l’ispirazione letteraria raccontato in maniera elegante.

Impossibile il risultato senza le abilità introspettive delle due penne, infatti, ma un grosso contributo arriva dal tenebroso appeal della sempreverde Seigner e soprattutto di una Eva Green che conferma ancora una volta di non appartenere al pianeta Terra.

Emmanuelle Seigner e Eva Green nel film Quello Che Non So Di Lei – Photo: courtesy of 01 Distribution

Seguendo con fedeltà l’intrigante “autoanalisi” della De Vigan, Polanski tiene alta la tensione confondendo le carte con un mazzo di metafore ed evitando didascalici colpi di scena. Con Quello Che Non So Di Lei consegna spunti avveduti e maliziosi sulla professione, sui tranelli, su come uscirne e su come morirne. Ma sempre consegnando all’avido lettore (o spettatore) il nutrimento.

A penalizzare leggermente occhio e bilancio del film – che è comunque nettamente positivo – ci si mette la fotografia del fedelissimo di Polanski Pawel Edelman, pigra e poco funzionale ai risvolti neri della faccenda.

Voto: 7/10

Luca Zanovello

 

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