Recensione di Tokyo! l’antologia firmata da Michel Gondry, Leos Carax e Bong Joon-Ho, in home video dal 18 gennaio 2018.

la cover del blu-ray di Tokyo!

la cover del blu-ray di Tokyo!

A un decennio dalla sua uscita e dal passaggio all’Un Certain Regard di Cannes approda finalmente in dvd e blu-ray Tokyo!, antologia in tre parti dedicata alla metropoli giapponese firmata da altrettanti titani del cinema d’autore internazionale.
Uniscono infatti le forze, per esplorarne i meandri, i francesi Michel Gondry e Leos Carax e il sudcoreano Bong Joon-Ho.

La poesia onirica di Gondry assume toni surreali in Interior Design: il primo episodio di Tokyo! parte in maniera un po’ compassata, poi progressivamente muta in un fantasioso racconto di alienazione urbana, lo spaesamento di una giovane coppia giunta in città con speranza ma senza casa e lavoro.
Le difficoltà di ambientamento e di integrazione prendono corpo (letteralmente) in una città piena di ostilità implicite.
Come da tradizione però, Gondry conduce le operazioni sotto tenore di positività e speranza, nel frangente del trittico più spensierato e delicato ma anche più anonimo.

Dal maestro francese dei sogni a quello degli incubi metropolitani, e Tokyo! cambia immediatamente marcia.
In Merde Carax si affida al fidato, inquietantissimo Denis Lavant, con il brillante furore del regista che corre a briglie sciolte per le popolose strade di Tokio insieme alla creatura deforme ribattezzata come da titolo: emersa dalle fogne e abbandonata ad istinti animaleschi, Merde si aggira a piedi nudi, ruba oggetti, divora fiori e lecca le ascelle dei passanti. Le sue incursioni terrorizzano la città, provocano vittime e diventano un caso mediatico e politico di somma bizzarria.
E chi meglio di Carax, con riprese a tratti documentaristiche, avrebbe potuto idearle e metterle in scena?
Merde è un gioiellino solo in apparenza disimpegnato, che dimostra come il Genio sia implacabile e adattabile anche su segmenti e scala ridotta, e che ha tra gli altri meriti quello di costituire una sorta di prova generale per il successivo capolavoro Holy Motors, dove non a caso ritorna il protagonista.

Tokyo! si chiude con il momento più alto e introspettivo, firmato da un Bong reduce da The Host, che introduce la figura dell’hikikomori, eremita urbano chiuso in casa per sua stessa volontà.
Durante una consegna di cibo a domicilio, il nostro hikikomori conosce un’affascinante ragazza delle pizze che, fortuitamente, si insinua nell’equilibrio e nel rigoroso isolamento dell’uomo.
Bong rivela ante-litteram la sua sensibilità nell’incorniciare tormento, vulnerabilità e ossessione umana, la tempesta dopo la quiete (o durante) e le derive tecnologiche di una società frenetica e spersonalizzante.
E’ la giusta chiusura, la più intensa e “romantica”, nonché la più vicina (logicamente) alle atmosfere della cultura orientale, che manda in archivio un vivido tributo a Tokio, in forma di uno dei mosaici cinematografici più immaginifici ed estrosi degli anni 00.

Meritevole degli extra(large) contenuti nell’edizione home video, costituiti da una quantità incredibile di materiale dietro le quinte, suddiviso per autore.
Tre speciali, di oltre trenta minuti ciascuno, dedicano infatti uno sguardo approfondito alla realizzazione degli episodi attraverso backstage, riprese sul set ed interviste ai registi.

Film: 7,5 Extra: 8,5

Luca Zanovello