Recensione de Il Filo Nascosto, il nuovo film di Paul Thomas Anderson con protagonista Daniel Day-Lewis, al cinema dal 22 febbraio 2018.

la locandina italiana del film Il Filo Nascosto

la locandina italiana del film Il Filo Nascosto

Sono pochi gli autori contemporanei che suscitano le curiosità, le aspettative e l’hype di Paul Thomas Anderson. Un regista capace di non farsi mai mungere dalle logiche e dalle tempistiche serrate di Hollywood, diluendo i suoi precedenti sette film nell’arco di un ventennio e mantenendo una media qualitativa impressionante attraverso progetti filmici complessi, raffinati e mai banali.

L’avvicinamento alla nuova fatica di PTA, Il Filo Nascosto, era dunque caratterizzato dal solito brulicante interesse, con un’ulteriore peculiarità, non indifferente, vale a dire la probabile ultima interpretazione del tre volte premio Oscar® Daniel Day-Lewis.

Dopo i toni frenetici e sopra le righe del capolavoro Vizio Di Forma, Anderson scrive e dirige un dramma concentratissimo, quello che coincide con gli imperituri tormenti del suo protagonista: Reynolds Woodcock è il re della moda nella Londra degli anni cinquanta, i suoi pregiatissimi abiti sono scelti dalle donne reali e da quelle dell’alta società.

un’immagine del film Il Filo Nascosto © 2017 Focus Features, LLC.

un’immagine del film Il Filo Nascosto © 2017 Focus Features, LLC.

Merito della maniacale cura dell’uomo, della sua dedizione al lavoro, declinata da un animo irascibile e tremendamente esigente che lo rendono tanto stimato quanto eternamente turbato.
Viveur, piacente ed eternamente scapolo, Woodcock sembra un leggiadro, inafferrabile uccellino nel bosco della borghesia inglese; ma l’attrazione è fatale anche per un insospettabile, e l’incontro con la modesta cameriera Alma (Vicky Krieps, Hanna) sconquasserà la sua esistenza libera e chirurgica.
Alma diventa prima la sua musa, poi la sua amante. E forse, la sua rovina.

Il Filo Nascosto, che nasce chiamandosi Phantom Thread, è un film dal quoziente intellettivo massimo, che si deframmenta in una miriade di dettagli e si ricompatta in una storia intensa e potentemente torbida. Un vero e proprio inno alla sottile sofferenza, alle logiche perverse di attaccamento, amore e dipendenza.
E’ la lezione più feroce e struggente di PTA dai tempi de Il Petroliere, veicolata da una storia d’amore impossibile da incasellare e pressoché inedita sullo schermo; merito dell’inesauribile vena narrativa (ancor più che registica, che è comunque sopraffina) di Anderson, che cuce – è proprio il caso di dire – il racconto addosso e attorno ad un sontuoso e seducente Day-Lewis.

un’immagine del film Il Filo Nascosto © 2017 Focus Features, LLC.

un’immagine del film Il Filo Nascosto © 2017 Focus Features, LLC.

Non una novità la prestazione mostruosa dell’attore britannico, direte voi, e allora dicasi lo stesso per una poco nota, sfavillante Vicky Krieps, il cui ambiguo personaggio smonta il suo amante (e chi guarda) con una strategia scacchistica all’insegna della passiva ferocia.

Premettendo che un copione del genere avrebbe funzionato anche starring Rovazzi e la Gioli, l’intesa tra i due protagonisti è frastornante, senza dimenticare un altro personaggio splendidamente modellato, la possessiva ed austera sorella di Woodcock, Cyril (Lesley Manville).
Il triangolo, barricato nel bozzolo creativo della residenza ed atelier di famiglia, prende bene le misure sui vestiti, molto meno rispetto ai sentimenti reciproci, alle differenze di classe e al vademecum per scalfire (se si può) le resistenze, le irrisolutezze e i cuori duri.

Con più dolore che amore, Il Filo Nascosto consegna ai posteri, con tutta probabilità, il dramma più puro, profondo e sofisticato dell’anno. Come un dipinto tenebroso e variegato, non si lascia catturare alla prima visione, né comprendere del tutto al primo risveglio.

Voto: 8,5/10

Luca Zanovello