stiamo per trascorrere un giovedì sera in compagnia del film Vittoria e Abdul, Vittoria regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda dal 1837 e Imperatrice d’India dal 1877, Abdul un giovane impiegato indiano inviato da Agra a Londra durante le celebrazioni del giubileo del 1887 per consegnare un dono alla regina
gli attori protagonisti sono due star del cinema occidentale e Bollywoodiano, Judi Dench e Ali Fazal, due mondi del cinema a confronto e in dialogo, stiamo forse per assistere a un atto di integrazione cinematografica oltre che di integrazione razziale di cui, immagino, ci parlerà il film
la regia è dell’eclettico regista britannico Stephen Frears che ha segnato la storia del cinema, con un balzo riavvolgo i miei ricordi fino al lontano 1985, più precisamente a My Beautiful Laundrette, indimenticabile lo scalpore suscitato, ci sollecitava a riflettere sul tema dell’omosessualità, le difficili relazioni tra la comunità bianca e quella indiana e metteva a fuoco la politica inglese di allora con Margaret Thatcher alla guida, un appassionante intreccio di spunti su cui riflettere
gli anni passano e Frears continua a speculare intorno a quelle tematiche a lui tanto care, l’intolleranza tra i popoli, gli amori interraziali e impossibili, la monarchia passata e recente con le sue contraddizioni, e qui si avvale della storia vera dell’amicizia fra la regina e il servo ricostruita abilmente dalla scrittrice Shrabani Basu nell’omonimo libro, la trama ha dell’inverosimile ed è ispirata a fatti realmente accaduti, per lo più, così ci suggerisce il grande schermo
in due parole, Vittoria e Abdul provano un’attrazione profonda l’uno per l’altra, lei è vecchia lui è giovane, lei è inglese lui è indiano, lei è nobile lui è umile, lui musulmano lei no, eppure uniti da un’identica sensibilità che sfonda ogni barriera anagrafica, di rango e di razza che sfocia in un legame profondo e casto
osteggiato da tutti
la recitazione è impeccabile, le scenografie magnifiche, la fotografia appagante eppure, ahimè, manca qualcosa, apro bene gli occhi e lo cerco in ogni angolo dello schermo, invano
dov’è finito il Frears in fermento che scava nell’essenza della vita, la sviscera e ce la spiattella davanti lasciandoci ammaliati, mi guardo intorno, il pubblico è attento, gli occhi puntati sul grande schermo, le spalle composte, che stiano tutti cercando con occhi spalancati ciò che ci sfugge
non so
Elisa Bollazzi
n.d.r. il film Vittoria e Abdul sarà disponibile in DVD e Blu-ray dal 7 marzo 2018 con Universal Pictures Home Entertainment Italia
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection