mi lascio alle spalle una giornata tranquilla e mi avvio al solito appuntamento del giovedì sera, l’amato cineforum, vedremo Ritorno in Borgogna di Cédric Klapisch, il regista di L’appartamento spagnolo per intenderci, rimasto inciso per sempre nella mia memoria dal lontano 2002
la locandina del film ci anticipa un’atmosfera bucolica, ah che voglia d’estate, sorrido tra me e me ed entro in sala con la gioia nel cuore, mi siedo e accolgo il buio a braccia aperte
siamo tutti pronti a immergerci nel verde
un incipit rilassante ci culla tra sconfinati vigneti dilatati sul grande schermo in primavera, estate, autunno, inverno, e, di nuovo, in primavera, estate, autunno, inverno, le immagini ripercorrono le molteplici variazioni cromatiche del paesaggio e ne siamo tutti ammaliati, chi sarà mai il direttore della fotografia mi domando mentre cerco velocemente in internet, lo so non si fa, ma la curiosità è incontenibile, ecco, c’è lo zampino di Alexis Kavyrchine, una garanzia
ci lasciamo trasportare con fiducia fino a Meursault in Borgogna, il paradiso dei vini pregiati, la magia è nell’aria e l’atmosfera agreste ci distoglie dal nostro quotidiano, ci sentiamo tutti riappacificati con il cosmo, mi sopraggiungono inattesi ricordi lontani di vendemmie in Piemonte, eravamo in tanti, ogni anno sempre di più, amici e parenti, i grappoli d’uva, le cesoie, le gerle, i pranzi al sacco tra i filari, ah che nostalgia, così per anni, oddio mi sto perdendo nelle reminiscenze, mi ravvedo e torno subito al film più attenta di prima, cercando tra i ricordi dei protagonisti una parte dei miei
in breve la trama narra di un papà malato terminale e dei suoi tre figli, Jean, che dieci anni prima aveva lasciato la famiglia per girare il mondo e ora è rientrato in patria dall’Australia, la sorella Juliette e il fratello minore Jérémie, una famiglia come tante
il dolore per la vicina dipartita del capofamiglia crea tensioni non volute, la vendemmia è alle porte, le scelte si fanno pesanti e il quieto vivere familiare viene messo a dura prova, i colpi di scena e le soluzioni non mancano, li facciamo nostri incasellandoli nei nostri cervelli, potranno servirci più in là nella vita, chissà, magari per risolvere i nostri legami familiari ingarbugliati
una voce sopraggiunge improvvisa da qualche poltrona dietro di me e ripete più volte il titolo originale del film Ce qui nous lie (Ciò che ci lega), è perfetto ed è subito chiaro che è la passione viscerale per il vino fin dall’infanzia a unire questi tre fratelli e a far superare loro ogni ostacolo, aggrappati al presente e sospinti da un passato condiviso
che gioia vederli marciare coalizzati contro il destino
rilassati nelle nostre poltrone assaporiamo i ritmi lenti della vita agreste e di tanto in tanto veniamo colti di sorpresa da gag inaspettate che scuotono i nostri cervelli e ci regalano tanta arguzia
Elisa Bollazzi
ndr il DVD del film Ritorno in Borgogna sarà disponibile su Amazon.it dal 14 febbraio
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection