Recensione della versione home video del film Madre! di Darren Aronofsky in vendita dal 17 gennaio 2018.

La cover del DVD del film Madre!

La cover del DVD del film Madre!

Uno dei peccati più gravi che si possano compiere è quello di snobbare, liquidare o travisare un exploit artistico. In breve, scoraggiare il coraggio. Soprattutto nel cinema, forma di arte e comunicazione nata, cresciuta e coltivata per oltre un secolo proprio sotto il regno dell’immaginazione, che vive tempi soffocati e soffocanti, tra remake, reboot, seguiti, biografilm e storie vere o presunte tali.
Questo preambolo che la prende alla lontanissima deriva dal fatto che, sempre più spesso, critica (soprattutto) e pubblico tendono ad esorcizzare o sbeffeggiare la maggior parte delle opere libere, sfrontate e originali che non si aspettano, comprendono o condividono.

Madre!, il ritorno di Darren Aronofsky, è il perfetto esempio di questo putrido processo: film di difficile etichettatura tra dramma, horror, mistero e metafisica, scritto dal regista in appena cinque giorni e spedito un concorso a Venezia, dove la sala si divise non troppo equamente tra molti “buu” e qualche ovazione.
Lo stesso destino dell’arrivo di Madre! al cinema e, probabilmente, anche in sede di homevideo.
L’uscita del film in dvd e blu-ray Paramount-Universal ci offre l’opportunità di rivedere uno dei film più controversi e instabili dell’anno, con ricco contorno di extra (la lunga e significativa featurette “La Spirale Negativa” e uno speciale sul reparto make-up) ed anche una ciliegina feticista che consiste in tre cartoline da collezione.

Una di esse, diretto riferimento al poster di Rosemary’s Baby, ci offre lo spunto di partenza: Aronofsky fa sua e rivisita la lezione di tensione e di torbida malvagità di Polanski attraverso la seducente storia di una giovane donna incinta (Jennifer Lawrence) e del più maturo marito scrittore (Javier Bardem), intrappolati per loro stessa volontà in una sconfinata e isolata villa di campagna.
Dove, di colpo, piomba una coppia agée e sottilmente inquietante (splendidi Ed Harris e Michelle Pfeiffer), che con un crescendo di ambigui comportamenti porterà paura, sospetto e paranoia nella futura madre.
Lo sfasamento della quotidianità dei protagonisti, la spudorata ed inarrestabile “invasione” casalinga diventano la mano che accoltella le fragilità della gravida “lei” – che resta anonima come tutti i personaggi coinvolti – appena prima che la sua vita venga risucchiata in un incubo visionario ed eucaristico che sembra partorito da un Lynch sotto acidi di fanatismo religioso.

Javier Bardem in una scena di Madre! – Photo: courtesy of Universal Pictures Home Entertainment Italia

Javier Bardem in una scena di Madre! – Photo: courtesy of Universal Pictures Home Entertainment Italia

Aronofsky, proprio come l’ultimo Refn, decide di deludere le richieste di Hollywood e di seguire le viscere e, proprio come il regista del simile (negli intenti) The Neon Demon, rischia grosso e viene ripudiato dai parrucconi.
In realtà, un giorno lo capiremo, Madre! è un piccolo capolavoro di pensiero fresco e indipendente, di spiazzamento psicofisico e, soprattutto, di grandissimo vigore emotivo.
C’è tutto: la prima metà punge con aghi roventi i nervi accavallati, montando la tensione con un espediente relativamente lineare – l’invasione del proprio spazio domestico ed intimo – ma di ingegnosa declinazione, poi il film scende negli inferi soprannaturali di un’apocalisse personale, con un estremo epilogo che per stessa ammissione dell’autore richiedeva “forzatamente” quel punto esclamativo accanto al titolo.

Certo, il crescendo biblico di Madre! non è per tutti i palati e scapperebbe di mano ad un regista meno metodico, ma è proprio qui che Aronofsky posticipa il suo (troppo) annunciato funerale artistico, disseminando il film di riusciti presagi e facendoci da Virgilio nell’infernale bizzarro-movie che è la destinazione finale.
Il percorso, impregnato di esplicita angoscia, dilata i terrori di madre e gli occhi di chi si aspettava uno statico drammone; la riflessione umana c’è, ma disseminata in un pazzesco e oscuro labirinto cinematografico.

Voto: 8/10

Luca Zanovello

ndr per leggere la recensione da Toronto 2017 di Madre! un clic qui