David Hockney dalla Royal Academy of Arts, A Bigger Picture 2012 & 82 Portraits and One Still Life 2016 è il nuovo appuntamento con la grande arte al cinema solo il 30 e 31 gennaio 2018.
David Hockney è uno degli artisti britannici viventi più famosi al mondo. È un pittore vivace e curioso, è abile nel disegno, è un incisore, un fotografo e all’occorrenza anche uno scenografo teatrale di successo. Nato nel 1937 è uno degli esponenti di rilievo della Pop Art made in Britain (anche se da anni si è trasferito a Los Angeles).
Nel suo studio lavora senza sosta e sonda senza remore ogni forma di novità. Sfrutta con gioia le potenzialità del disegno su iPad e apprezza il supporto che può fornirgli una videocamera, anche se è contrario ad eseguire un ritratto da una fotografia. In quest’ultimo caso ama vedere, sentire, scrutare l’individuo e catturare la sua unicità in un momento, rimanendo con lui in una stanza. Perché siamo tutti diversi, particolarmente nell’era attuale, in cui l’etichetta non impone più rigide posture e abiti formali.
La rassegna della Grande Arte al Cinema nel 2018 riparte proprio in compagnia di questo signore. Un ottantenne, quieto ma lucido e attento, con due occhi che colgono di continuo dettagli che prima o poi si riverbereranno nella sua pittura. Una pittura in cui spicca una brillantezza d’animo rara, che riesce a rincuorare il nostro (animo) ben più irrequieto e meno speranzoso del suo.
Tutto nella sua arte è luminoso, originale e vibrante.
Tanto nei paesaggi, dove ci s’illude d’udire le foglie assecondare una bava di vento; quanto nei ritratti, in cui cogliamo profumi e fruscii di tessuti troppo distanti per essere reali.
Sarà la tipologia di colore (acrilico) scelto, saranno i toni accesi e spavaldi utilizzati per lo sfondo, ma i quadri di David Hockney sono definibili in molti modi tranne che impolverati, noiosi e lontani da noi.
La Royal Academy of Arts, negli anni recenti, gli ha dedicato non una bensì due esposizioni, nell’ordine: A Bigger Picture nel 2012 e 82 Portraits and One Still Life nel 2016. La prima è nata come una sfida a produrre una serie di grandi paesaggi ispirati allo Yorkshire, sua terra di origine, e proporzionati allo spazio museale che li avrebbe accolti. Nella seconda, le sfide erano addirittura due. È, infatti, composta da (1) ottantadue ritratti di amici, parenti e colleghi, che hanno accettato di posare nel (2) tempo record di tre giorni, ossia per sole ventidue ore di lavoro. Un’idea che ha imposto un ritmo serrato, ma ha avuto il pregio di non annoiare coloro che si sono prestati all’operazione e di porli sul medesimo piano, senza distinzioni di sorta.
Il risultato, in entrambi i casi, è spettacolare, intimo e, di nuovo, unico. Ci regala un’istantanea di un’epoca, di una società, della vita di un uomo con un dono, il cui nome è David Hockney.
Le due colorate e sorprendenti mostre, sono confluite in un documentario che fa la spola tra il museo britannico e lo studio californiano dell’artista. Attraverso le interviste condotte da Tim Marlow, e i pareri dei critici Martin Gayford e Jonathan Jones, e quelli di Edith Devaney (Senior Contemporary Curator della Royal Academy of Arts), il film ripercorre la nascita e l’evoluzione delle tele approdate nelle magnifiche sale della Royal Academy e, soprattutto, c’immerge nel mondo del loro autore. Rimaniamo abbagliati da tanta luce e movimento.
Nell’aria si respira speranza.
David Hockney dalla Royal Academy of Arts sarà al cinema solo il 30 e 31 gennaio. Per l’elenco delle sale aderenti all’iniziativa un clic sul sito di Nexodigital, per il trailer un clic qui sotto.
Vissia Menza
Foto: si ringrazia l’ufficio stampa
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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