è giovedì sera finalmente
mi affretto all’anelato appuntamento settimanale con il cineforum, salgo quei tre gradini che ci conducono nel mondo dell’immaginario e mi trovo davanti un atrio affollato da cinefili incalliti che stanno dibattendo sul film di questa sera, l’euforia è palpabile, l’entusiasmo pure, il chiacchierio riempie lo spazio, c’è chi ripete il titolo a voce alta, una, due, tre volte, La ragazza nella nebbia, La ragazza nella nebbia, La ragazza nella nebbia, chi è lì per rivederlo, chi sussurra alla vicina parole di preoccupazione temendo il confronto con il libro da cui è tratta la storia, La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi appunto, qui nelle vesti anche di regista, un caso anomalo, ma noi siamo pronti a tutto
sono così affaticata questa sera, mi serve una trama che mi rapisca, un approccio cinematografico che mi trasporti altrove e mi riempia di energie, per fortuna non ho letto il libro e potrò così godermi la pellicola senza perdermi in inutili paragoni
guardo la locandina, il cast è stellare, entro fiduciosa e mi accomodo al solito posto, le luci si congedano e lo schermo ci proietta ad Avechot, un paesino di montagna avvolto nella nebbia, uno chalet in primo piano, è sera, le luci lampeggiano da una finestra a destra mentre una ragazzina con lo zaino in spalla esce e si allontana verso sinistra dove viene inghiottita per sempre dall’immagine successiva
la questione è subito chiara, Anna Lou, una dolce sedicenne dai lunghi capelli rossi, scompare e l’ispettore Vogel è chiamato a indagare sulla sua sparizione, a seguire sfilano tutte le figure di un giallo che qui si tinge di noir: ecco lo psichiatra, le squadre speciali di polizia, i giornalisti, i cameraman, il sospettato, il mostro, la vittima santificata, i familiari affranti, i vicini e il solito dilemma
fuga volontaria o rapimento
gli ingredienti ci sono tutti, ma l’impasto avviene al rallentatore, le attese sospese e trascinate all’infinito, il film è interminabile, mi annoio, forse non sono la sola, mi guardo intorno, hanno tutti gli occhi aperti, le teste diritte verso lo schermo, che bravi, io non ce la faccio
tra una scena e l’altra ho il tempo di riflettere e giungo alla conclusione di trovarmi al cospetto di un film-libro dove le scene sono pagine da leggere, ma lo schermo è così lontano e la comprensione faticosa, strizzo invano gli occhi nel tentativo di vedere meglio, ah, se l’avessi saputo prima avrei portato i miei occhiali da lettura, peccato
la trama scoordinata mi innervosisce, fermo l’attenzione su qualche dettaglio interessante per tenermi sveglia, inutilmente, soffro per la mancanza di quella forza rigenerante che ti fa uscire dal cinema trasformata, ebbene, qui sta accadendo l’opposto, mi sento risucchiare quelle poche energie rimaste dopo una giornata impegnativa, non vedo l’ora di tornarmene a casa dove mi leggerò qualche pagina di un buon libro per compensare la perdita
ci siamo
la pellicola si ritira e le luci mi ridanno speranza
mi guardo nuovamente intorno, ascolto i commenti vivaci, tutti rivolti alla soluzione del caso piuttosto che alla qualità della pellicola, il pubblico sta esultando all’unisono quando una voce squillante fuori dal coro declama
una boiata pazzesca
la folla incredula ruota verso la coraggiosa signora che se ne va sorridendo, la inseguo e le chiedo spiegazioni
concordo con lei
e
insieme lasciamo la sala deluse
Elisa Bollazzi
ndr per leggere la recensione del film La ragazza nella nebbia un clic qui; per pre-ordinare il DVD, in uscita il 14 febbraio, un clic su Amazon.it
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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