Recensione del film horror Always Watching, in home video da ottobre 2017.
Una delle più note “creepypasta”, quelle macabre storie pubblicate su internet in modo anonimo che divengono nel tempo paure virali, è quella dello Slender Man: una figura esile e molto alta, con un viso privo di lineamenti e lunghe braccia con mani artigliate, che infesta luoghi sperduti come boschi, foreste e edifici abbandonati.
I più nerd di voi ricorderanno che anni fa Slender Man divenne persino protagonista di un cliccatissimo e rudimentale videogioco online, in cui le sue apparizioni a tradimento tra i rami di un bosco intricato producevano urla, salti sulla sedia ed F4.
Nel 2015 la leggenda dell’Internet si guadagna persino il ruolo di protagonista di un film intitolato Always Watching, un horror dal budget rasoterra tratto da omonima serie-web firmata James Moran, uno da gavetta nella second unit di Ouija e Paranormal Activity.
Proprio da quest’ultima saga Moran trae ispirazione per il suo film, abbracciando calorosamente lo stile del found footage, della stramaledetta camera a mano e delle inquadrature “suggerite” in cui si dovrebbe vedere quel che non si vede, e viceversa.
I malcapitati di Always Watching sono i giovani membri di una troupe televisiva in cerca di scoop. Lo troveranno insieme a delle videocassette appartenute ad una famiglia disintegrata e decimata da una strana ossessione: quella di un uomo, altissimo e magrissimo, che iniziò anni prima a spiarli e perseguitarli.
Osservando minuziosamente le registrazioni, l’operatore Milo (Chris Marquette, Freddy Vs Jason) e i suoi amici verranno suggestionati, contagiati e travolti dalla maledizione dello Slender Man.
Braccati, inizieranno una bizzarra fuga lungo le highway americane per risalire alle origini del “morbo” e trovare un modo per eludere questo stalker silenzioso e letale.
Lo so, siamo tutti esasperati dalle inquadrature da mal di mare del found footage, e il giochino di sistemare il mostro nell’angolino di inquadrature sfocate e sgranate non fa più paura a nessuno, ma come spesso accade nella vita e nel cinema, chi non ha testa deve avere almeno le gambe.
Che, fuori di detto di nonna, significa che un film come Always Watching, conscio di avere pochi mezzi e ancor meno sostanza, trova tutti i furbi espedienti per non mettersi completamente a nudo e, ancor peggio, annoiare il suo sparuto pubblico.
Uno fra tutti è quello, per l’appunto, di fare ricorso a una delle leggende metropolitane da era digitale più affascinanti e spaventose, mostrandola a spizzichi e crogiolandosi nell’attesa di una rivelazione che avverrà comunque col contagocce.
Un altro da non sottovalutare è la svolta che accelera un film a tratti stagnante, vale a dire la trasposizione on the road della caccia dello Slender Man, che sottrae per qualche decina di minuti il film allo stra abusato canovaccio dell’home invasion o del film da claustrofobia.
Always Watching è la quintessenza di horror direct-to-video, in cui l’applicazione cerebrale non serve, che sa però tenersi in rotta e persino divertire, avendo anche la lungimiranza di non sovraccaricare di significati e “spiegoni” una leggenda che, per nutrirsi, ha bisogno di rimanere in una nebulosa assenza di motivazioni.
Tuttavia: zero paura, zero sangue, zero extra.
Luca Zanovello
n.d.r. Always Watching è disponibile su Amazon in DVD e Blu-Ray dal 26 ottobre 2017 grazie a Koch Media
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole