Come ogni venerdì, eccomi qui a segnalare i film in lingua originale proiettati a Milano nei prossimi giorni, a beneficio di stranieri, studenti e dei tanti che non amano i sovente mediocri doppiaggi italiani. Questa settimana programma magrolino e poche novità, fino all’Epifania bisognerà accontentarsi.
Per fortuna c’è il Beltrade, monosala di periferia che orgogliosamente proietta ogni giorno 7 titoli diversi tra film e documentari, quelli stranieri tutti rigorosamente in lingua originale (tranne i cartoni per bambini della domenica pomeriggio). E’ giapponese la novità della settimana: uscito a ottobre per un paio di giorni, torna l’anime LA FORMA DELLA VOCE, toccante racconto di crescita su Shoko Nishimiya, una ragazzina non udente che affronta gli anni della scuola con molto coraggio. Bullizzata, emarginata, incompresa, riuscirà a sbocciare, ad amare ed essere amata, non prima di aver superato importanti prove ed essersi riconciliata con il vecchio compagno Shoya, a sua volta segnato da un passato di sofferenza.
Da non perdere il documentario LA POLTRONA DEL PADRE, con protagonisti Abraham e Shagra, due gemelli sessantenni, ebrei ortodossi di Brooklyn, che dopo la morte dei genitori hanno iniziato ad accumulare nella casa di famiglia oggetti di ogni genere, fino a vivere quasi sepolti da un’enorme quantità di ciarpame. Quando (per ragioni igieniche) vengono obbligati a liberarsene, si trovano costretti a confrontare il loro passato e il loro presente; liberatisi di tutti i ricordi rassicuranti a cui stavano aggrappati, devono trovare il coraggio di ricominciare.
Ancora presenti due dei migliori film della stagione: il provocatorio HAPPY END (il titolo è decisamente ironico) di Michael Haneke, un film sull’amoralità del capitalismo e della ricchezza occidentale, tramandata come un gene maligno attraverso le generazioni, dal nonno 85enne alla 13enne nipote. Protagonista è Jean-Louis Trintignant, nel ruolo del patriarca di una ricca famiglia di costruttori edili. Dello splendido cast fanno parte anche Isabelle Huppert, Mathieu Kassovitz, Toby Jones e la stupefacente, giovanissima Fantine Harduin.
E DETROIT di Kathryn Bigelow, che ancora una volta non teme di raccontare storie “difficili”. E’ la fedele – e scomoda – ricostruzione della rivolta di Detroit, iniziata il 25 luglio 1967 con una rude perquisizione ad un bar, seguita dall’arresto di 82 pacifici avventori neri, che provocò il giorno successivo una manifestazione che si trasformò in rivolta. Seguì un vero e proprio massacro ad opera della polizia e della Guardia Nazionale: alla fine persero la vita tre afroamericani e centinaia di persone restarono gravemente ferite.
Tutti e quattro, insieme ad altri, faranno parte della consueta CINEMARATONA DI CAPODANNO, dalle 10.30 di domenica a notte fonda, brindisi di mezzanotte compreso.
Nel multisala Bicocca dell’UCI Cinema continua la marcia trionfale di STAR WARS: GLI ULTIMI JEDI, ottavo episodio di una saga iniziata 40 anni fa. La protagonista dell’Episodio 7 Rey (Daisy Rider) è ora la capofila delle nuove leve Jedi, pronta a contrastare le forze del sinistro Primo Ordine in aiuto della Resistenza. Accanto a lei ritornano il riluttante Luke Skywalker (Mark Hamill), l’ex assaltatore Finn (John Boyega), il pilota Poe Dameron (Oscar Isaac) e il Generale Leia Organa (Carrie Fisher nella sua ultima interpretazione). Tra i servitori del Lato Oscuro, con il volto sfregiato dall’ultimo scontro con Rey ritroviamo Kylo Ren (Adam Driver), influenzato dalla misteriosa figura del Leader Supremo Snoke (Andy Serkis tramite performance capture) e il perfido Generale Hux (Domhnall Gleason).
All’Anteo Palazzo del Cinema il francese 50 PRIMAVERE di Blandine Lenoir. La fresca cinquantenne Aurore (Agnès Jaoui, deliziosa interprete di PAROLE, PAROLE, PAROLE di Alain Resnais e IL GUSTO DEGLI ALTRI di Jean Pierre Bacri) è separata, ha appena perso il lavoro e scopre che presto diventerà nonna. La società la spingerebbe a farsi educatamente da parte ma, ritrovato per caso il suo primo amore, Aurore decide di opporre resistenza, rifiutando la rottamazione alla quale sembra destinata. Potrebbe essere il momento di iniziare una nuova vita.
Sia all’Anteo Palazzo del Cinema che al CityLife continuano le proiezioni di THE GREATEST SHOWMAN, la storia di Phineas Taylor Barnum, imprenditore ambizioso e fantasioso che divenne noto nell’America dell’Ottocento per la creazione di spettacoli affascinanti nel suo colossale circo, un teatro a tre piste con ben quattro palcoscenici, che poteva ospitare ventimila spettatori e divenne ben presto un fenomeno mondiale. E’ un classico musical sfolgorante e coloratissimo, con una decina di numeri cantati e danzati, protagonista assoluto Hugh Jackman, affiancato da Michelle Williams, Zac Efron, Rebecca Ferguson.
E di LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE, il più recente film di Woody Allen, illuminato dalla preziosa fotografia di Vittorio Storaro. Ambientato negli anni 50 a Coney Island, vede intrecciarsi le vite di quattro personaggi: Ginny (una splendida Kate Winslet), ex attrice malinconica ed emotivamente instabile che lavora come cameriera; Humpty (in magnifico Jim Belushi), il rozzo marito di Ginny, manovratore di giostre; Mickey (Justin Timberlake), un bagnino di bell’aspetto che sogna di diventare scrittore; Carolina (Juno Temple), la figlia da poco ritrovata di Humpty, che ora è costretta a nascondersi nell’appartamento del padre per sfuggire ad alcuni gangster.
Chiudiamo con la Cineteca Spazio Oberdan, dove prosegue la breve rassegna OMAGGIO A ROBERT GUEDIGUIAN. Del regista marsigliese sono proposti alcuni film degli anni passati e in anteprima italiana il suo penultimo UNE HISTOIRE DE FOU (2015). Parigi, 1981. Un giovane di origine armena fa saltare in aria l’auto dell’ambasciatore turco, ferendo gravemente un passante. Fugge a Beirut per unirsi all’esercito di liberazione armeno, e sua madre si reca in visita in ospedale dal ferito, per chiedere perdono per suo figlio. Questi desidera però incontrarlo faccia a faccia e vendicarsi; si dirige perciò a Marsiglia per confrontarsi con la sua famiglia, che invece lo accoglie e lo ospita. A Beirut il fuggitivo non fa che scontrarsi con i suoi compagni, finché decide di incontrare la sua vittima.
Chi se lo fosse perso nelle settimane scorse al Beltrade, potrà recuperare qui in Cineteca lo svedese SAMI BLOOD, fresco vincitore del LUX PRIZE (il Premio del Parlamento Europeo). La 78enne Christina racconta la sua storia di ragazza cresciuta negli anni ’30 tra gli allevatori di renne Sami (meglio conosciuti come Lapponi) nelle terre isolate del Sàpmi, tra Svezia, Norvegia, Finlandia e Russia. Un giorno decise di lasciare la famiglia per sfuggire all’emarginazione e alla discriminazione, scappare a Uppsala e lì cambiare persino nome pur di diventare una “vera svedese”. La regista “mezzosangue” Amanda Kernell estende un conflitto individuale e familiare al conflitto più generale tra la società svedese contemporanea e i modi di vivere tradizionali.
E’ tutto. Per approfondimenti, informazioni sulle trame, vedere i trailer, sapere indirizzi e orari – e leggere le recensioni di MaSeDomani – cliccate sulle scritte in rosso. Buona visione!
Marina Pesavento
Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.
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