Terza parte della nostra guida sulle cose da fare in città fino all’Epifania.
Non solo arte 1: le tante facce di Milano.
Dopo la prima parte dei nostri consigli dedicata alle cose da fare con i bambini e la seconda sulle esposizioni d’arte classica, proseguiamo oggi il nostro itinerario con alcune grandi mostre di Natale a Milano, non necessariamente legate alle arti figurative, le prime quattro dedicate alle tante facce della nostra città.
Tra i simboli di Milano nel mondo ci sono la Moda e il Teatro alla Scala. E i momenti in cui la sapienza artigiana e la fantasia dei sarti si possono maggiormente sbizzarrire sono quelli della creazione di costumi teatrali. Fino al 28 gennaio nelle Sale degli Arazzi di Palazzo Reale INCANTESIMI, esposizione curata da Vittoria Crespi Morbio di 24 costumi storici, selezionati tra i numerosi abiti di scena custoditi nei magazzini del Teatro alla Scala. Si possono ammirare quelli della grande tradizione, dagli anni Trenta agli anni Sessanta, opera di Alexandre e Nicola Benois, Franco Zeffirelli, Piero Tosi, e quelli disegnati negli ultimi decenni da celebri stilisti italiani e stranieri. L’allestimento e il restauro sono promossi dall’Associazione Amici della Scala, che celebra i 40 anni di attività proseguendo nel suo impegno di valorizzazione del patrimonio storico scaligero. Ingresso libero.
Il teatro, proprio perché teatro, anche mentre si sta preparando, è sempre e soltanto un profondo atto d’amore, un atto completamente “umano”. (Giorgio Strehler)
Il Piccolo Teatro è nato nel 1947 e Milano ricorda uno dei suoi fondatori: Giorgio Strehler, a vent’anni dalla morte. Fino al 4 febbraio 2018 la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale ospita STREHLER FRA GOLDONI E MOZART, una mostra-laboratorio dove ricerca e invenzioni sono proposte al pubblico come un lavoro che continua e che offre spunti per il futuro. Curata da Lorenzo Arruga, raccoglie video, locandine, fotografie, elementi di scenografia, costumi di decine di spettacoli realizzati per il Piccolo Teatro e il Teatro alla Scala. E’ un vero viaggio dietro le quinte, in cui la presenza del Maestro rivive in bozzetti, figurini, schizzi, riflessioni e appunti, che costruiscono tanti “frammenti di un discorso teatrale” per raccontare un uomo che visse tutto nel teatro.
Contemporaneamente, più in piccolo ma con altrettanto amore, GIORGIO STREHLER. L’UMANITA’ DEL TEATRO: foto, manifesti e costumi nel foyer del Teatro Strehler, installazioni multimediali nel Chiostro Nina Vinchi del Teatro Grassi.
Palazzo Morando – Costume, Moda e Immagine si è chiamato fino a non molti anni fa Museo di Milano. Ospita da sempre dipinti che raffigurano la nostra città e i suoi abitanti, illustri e no, e da qualche anno è anche sede di belle mostre temporanee: in questo periodo sono due, diversissime tra loro.
Fino al 4 novembre 2018 OUTFIT ‘900 . ABITI PER LE GRANDI OCCASIONI NELLA MODA DI PALAZZO MORANDO. Arrivano nelle sale del museo di via S.Andrea – un’elegante dimora settecentesca nel quartiere di Milano dove l’eleganza la fa da padrona – le mises più eleganti dalla sua ricca raccolta di abiti e accessori. I capi sono frutto sia di acquisti internazionali, sia di importanti donazioni da parte di cittadini milanesi, che negli anni hanno raccolto e tramandato oggetti – abiti, borsette, guanti, ventagli – che sono anche ricordi di vita. Accanto agli abiti alcune fotografie dei proprietari, con le storie e gli eventi speciali che hanno tracciato, attraverso il vissuto di madri e figlie, nonne e nipoti, il gusto di un’epoca, il ‘900, e di una città, Milano. Catalogo da scaricare qui.
MILANO E LA MALA. STORIA CRIMINALE DELLA CITTA’ DALLA RAPINA DI VIA OSOPPO A VALLANZASCA tratta il rapporto di Milano con la malavita. Fino all’11 febbraio 2018 l’esposizione mette in scena la storia della criminalità a Milano tra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’80 con 160 immagini d’epoca, video, documenti, “strumenti del mestiere”’, reperti, periodici e quotidiani. Viene documentata l’evoluzione della malavita, dai primi gruppi improvvisati dell’immediato dopoguerra all’affermazione delle più sofisticate strategie criminali, attraverso le imprese più clamorose e i profili dei suoi personaggi più importanti, dai protagonisti della rapina di via Osoppo a Luciano Lutring, da Francis Turatello a Renato Vallanzasca. Viene inoltre data evidenza al ruolo dei rappresentanti delle Forze dell’ordine che hanno combattuto i criminali di quei tempi, dal commissario Nardone al questore Serra.
Non solo arte 2: Rivoluzioni e Fotografia della Realtà
I vasti spazi della Fabbrica de Vapore (si chiama così perché fino al 1935 vi si fabbricavano locomotive) sono da tempo sede di numerose iniziative culturali. Tra le grandi mostre di Natale a Milano, queste due sono accomunate da un tema: la Rivoluzione.
Arriva direttamente dal Victoria&Albert Museum di Londra e resterà aperta fino al 4 aprile 2018 REVOLUTION, MUSICA E RIBELLI 1966-1970 DALLA LONDRA DEI BEATLES A WOODSTOK. E’ una mostra sulle storie, i protagonisti e gli oggetti del breve ma densissimo periodo tra il 1966 e il 1970, che ha cambiato per sempre le vite di quella generazione e dunque quelle di tutti noi. L’itinerario ripercorre gli ambiti in cui le rivoluzioni di quegli anni ebbero luogo: la moda, la musica, le droghe, i locali e la controcultura; i diritti umani e le proteste di strada; il consumismo; i festival; le comunità alternative.
Da Carnaby Street all’innovazione tecnologica della Bay Area di San Francisco, dalle proteste del maggio francese ai festival di Woodstock e dell’Isola di Wight, il clima sociale e culturale dell’epoca viene rappresentato da oltre 500 tra oggetti di moda, design, film e canzoni, in un percorso in cui il visitatore viene travolto dall’amosfera e dalla musica del momento anche grazie a un innovativo sistema di audioguide. Ce ne parla qui la nostra Federica Musto.
Fino al 1° aprile 2018 una grande mostra ricorda, a 50 anni dalla sua morte, Ernesto Guevara: il guerrigliero, il mito, l’eroe ma, soprattutto, l’uomo. Il percorso della mostra CHE GUEVARA. TU Y TODOS inizia con una sfida: superare una linea gialla. Una parete mostra le immagini edulcorate proposte negli anni ’50 da Hollywood, dalle riviste di moda, dalla pubblicità delle grandi imprese: all’avvicinarsi dei visitatori però le immagini bruciano, per lasciare il posto ad un’altra realtà, fatta di povertà e malattie, ingiustizie sociali, sfruttamento del lavoro, mancanza di libertà. Superata quella linea, inizia il viaggio nella storia dell’argentino Ernesto Guevara, poi diventato El Che. Questo percorso espositivo, ideato per raccontare un personaggio chiave della storia del ‘900, è stato realizzato grazie ad una ricca e inedita documentazione fornita dal Centro Studi Che Guevara de L’Avana e con il supporto dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università IULM nella ricostruzione del contesto storico.
Torniamo a Palazzo Reale per una memorabile mostra fotografica: fino al 4 marzo 2018 JAMES NACHTWEY. MEMORIA, la più grande retrospettiva mai concepita sul lavoro del pluripremiato fotografo americano, universalmente considerato l’erede di Robert Capa, che propone una imponente riflessione individuale e collettiva sul tema della guerra.
Organizzate in diciassette sezioni, le 200 immagini esposte propongono al visitatore un’ampia selezione dei suoi reportage più significativi: da El Salvador a Gaza, dall’Indonesia al Giappone, passando per la Romania, la Somalia, il Sudan, il Rwanda, l’Iraq, l’Afghanistan, il Nepal, gli Stati Uniti (tra cui la testimonianza straordinaria dell’attentato delll’11 settembre 2001) e si conclude con un reportage oltremodo attuale sull’immigrazione in Europa. MEMORIA raccoglie gli scatti con cui James Nachwey racconta la crudezza della guerra, la violenza del terrorismo, lo sguardo vuoto della disperazione. Ce ne parla qui la nostra Vissia Menza.
Ci spostiamo infine alla Fondazione Forma: 34 immagini di grande formato in bianco e nero compongono KUWAIT. UN DESERTO IN FIAMME, la mostra fotografica di Sebastião Salgado che sarà aperta fino al 28 gennaio 2018. Era il 1991 e la crisi in Medio Oriente e la Guerra del Golfo erano al centro del dibattito mondiale. Quando in Kuwait i soldati iracheni incendiarono oltre 600 pozzi di petrolio per ostacolare l’avanzata della coalizione militare guidata dagli statunitensi, il fotografo brasiliano fu tra i primi ad intuire la reale portata e la gravità di questa situazione. Passati 25 anni da quella tragedia, Sebastião Salgado ha sentito che il suo lavoro non era ancora del tutto completo e ha deciso di tornare su quelle fotografie, oggi ancora attuali, e di ampliarne la selezione arricchendola di immagini inedite. «Non ho mai visto, né prima né dopo quel momento, un disastro “innaturale” così enorme».
Tutte le informazioni pratiche sulle grandi mostre di Natale a Milano – indirizzi, prezzo del biglietto, orari – le trovate sui siti delle varie sedi, che si aprono cliccando sui titoli in rosso.
Prossimamente l’ultima parte del nostro itinerario, dedicata all’arte contemporanea.
Marina Pesavento
Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.
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