attendiamo impazienti che la sala si oscuri, siamo in tanti, accorsi in massa per la proiezione del film islandese Virgin Mountain, ultima produzione del regista Dagur Kari, ne parlano bene, anzi benissimo, finalmente un film lento che ti lascia il tempo di assaporarne l’essenza, ecco, ci siamo, le luci se ne vanno e ci accoglie un omone dalla stazza imponente e dal viso buono, un peluche gigantesco
ci fa subito tanta tenerezza
si chiama Fùsi, ha poco più di quarant’anni, vive ancora a casa con la madre una vita monotona e all’apparenza noiosa, è riservato e introverso, ha un solo amico e non è mai stato fidanzato finché incontra una ragazza che lo farà diventare uomo, liberandolo da quel suo candore inibitorio
la trama snocciolata così in tre righe può sembrare banale invece il film è complesso e ben costruito, le sequenze intrecciate con intelligenza, le inquadrature e le proporzioni eccellenti, gli ambienti piccoli per quell’ingombro umano smisurato, e noi lì aggrappati alle grosse braccia morbide di Fùsi ci arrampichiamo sulla sua schiena e gli saltiamo in groppa tutti quanti
di spazio ce n’è
da lassù sembra tutto così diverso e minuscolo, quasi inutile, sfioriamo con lui i muri della sua cameretta, ci incastriamo nei corridoi, saliamo a fatica sulla sua macchina, viviamo con trepidazione la sua prospettiva e la sua ritualità, osserviamo il mondo con i suoi occhi, un mondo in miniatura come il plastico della battaglia di El Alamein che lui costruisce con pazienza e di cui si prende cura alla stregua di un adolescente
pare proprio che la sua età anagrafica non corrisponda a quella psicologica, non sarebbe il primo caso al mondo e nemmeno l’ultimo, si sa
per mille ragioni Fùsi è più ingenuo degli altri e il suo tempo di crescita più dilatato, glielo si legge negli occhi, riflette prima di fare qualsiasi mossa, rielabora ogni pensiero, si scusa quando sbaglia e perdona chi lo ferisce, sa che può succedere a chiunque, anche a lui così massiccio per giunta, allora si muove con cautela per non fare del male a nessuno, seppure involontariamente
finché un giorno, quasi fossimo in una fiaba, riceve un regalo inaspettato per il suo compleanno, l’iscrizione a un corso di ballo che segnerà una svolta nella sua vita e gli indicherà il sentiero lungo cui procedere e noi dietro, stupiti da tanta dolcezza
con un immenso abbraccio collettivo gli comunichiamo stima e affetto, ci dai speranza Fùsi, ci insegni a perdonare e a perdonarci, scegliendo sempre la strada della bontà, la migliore
complimenti, ci hai messo un po’ più di tempo degli altri ma ce l’hai fatta e nonostante parecchi chili di troppo hai spiccato il volo coinvolgendoci tutti nel tuo travagliato percorso di crescita tardiva
ci inchiniamo Fùsi
sei un meraviglioso esempio di vita
Elisa Bollazzi
n.d.r. il film Virgin Mountain è disponibile in dvd su Amazon.it da settembre 2017 grazie a Movies Inspired
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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