Oggi è venerdì, è il momento di segnalare i film in lingua originale proiettati a Milano nei prossimi giorni, a beneficio di stranieri, studenti e dei tanti che non amano i sovente mediocri doppiaggi italiani.
Sale UCI Cinemas. Solo due proiezioni per una novità assoluta… del 1958. In Italia pochi lo conoscevano prima del 1994, quando Tim Burton gli dedicò un film: Ed Wood, definito “il peggiore regista di tutti i tempi” diresse un gran numero di film bizzarri ed involontariamente divertenti, così trash da sfiorare il sublime. Il suo “capolavoro”, mai uscito in Italia, è PLAN 9 FROM OUTER SPACE, horror fantascientifico interpretato dal grande Bela Lugosi e da Maila “Vampira” Nurmi, che narra di alieni che riportano in vita i morti per formare un esercito di zombie alla conquista del pianeta. Sarà al Bicocca e al Milanofiori alle 0.30 di sabato 9 (che sarebbe poi mezzanotte e mezza di venerdì 8) e alle 22.30 di lunedì 11.
Contrariamente al parere di tanti critici con la puzza sotto il naso, sta avendo un buon successo di pubblico ASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS. Celeberrimo giallo di Agatha Christie, è stato portato diverse volte in tv ma solo nel 1974 al cinema, con la regia di Sidney Lumet e un cast all stars (Oscar a Ingrid Bergman). A quello stesso stile molto classico, con un gusto tutto britannico per scene e costumi, si è ispirato oggi Kenneth Branagh, baffuto protagonista nei panni di Hercule Poirot, e regista alla guida di un altrettanto ricco cast (tra gli altri il “cattivo” Johnny Depp, una ancora splendida Michèle Pfeiffer, Willem Dafoe, Penelope Cruz). E’ tutti i giorni al Bicocca, ed inoltre all’Anteo Palazzo del Cinema.
Proseguiamo con l’Anteo e i due importanti debutti della settimana. L’INSULTO è un film libanese, vincitore della Coppa Volpi all’ultimo Festival di Venezia e candidato all’Oscar come Miglior film straniero. Un litigio nato da un banale incidente porta in tribunale Toni e Yasser. La semplice questione privata tra i due diventa a poco a poco un caso nazionale, un regolamento di conti tra culture e religioni diverse: Toni, infatti, è un libanese cristiano e Yasser un palestinese. Al processo, oltre agli avvocati e ai familiari, si schierano due fazioni opposte di un paese che riscopre in quell’occasione ferite mai curate e rivelazioni scioccanti, facendo riaffiorare così un passato che è sempre presente.
SUBURBICON ha la regia di George Clooney, ma è dalla testa ai piedi frutto della magnifica coppia di fratelli Joel e Ethan Coen, che ne hanno scritto la sceneggiatura fin dal 1986. Anni 50. Nella tranquilla cittadina di Suburbicon, gli abitanti sono persone normali che rappresentano il lato migliore e peggiore della natura umana. Tra questi c’è la famiglia Lodge, apparentemente perfetta, che non esita a farsi prendere la mano dal ricatto, dalla vendetta e dal tradimento dopo aver subito un grave attacco nella propria abitazione. Con Matt Damon, Julianne Moore, Oscar Isaac.
Ultime proiezioni (in orario infelice, ma tocca accontentarsi) per l’ottimo THE SQUARE dello svedese Ruben Östlund, vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes. Il quadrato del titolo è un’installazione artistica di un museo di Stoccolma. Il suo direttore è un uomo di talento e di fascino, sciupafemmine ma anche dedito alle opere umanitarie. Un giorno per strada gli scippano cellulare e portafoglio e da quel momento si trasforma in un mostro di egoismo e meschinità. Ferocemente satirico, surreale (nella trama non sono pochi gli omaggi a Buñuel), molto divertente. Consigliato a tutti gli appassionati di arte contemporanea e a chi ha amato il precedente film del regista FORZA MAGGIORE.
La rassegna Sound & Motion Pictures presenta lunedì 11 all’Anteo Palazzo del Cinema, martedì 12 all’Arcobaleno e giovedì 14 al Mexico una commedia romantica e insieme molto realistica: THE BIG SICK è una storia d’amore complicata dal fatto che lei è bianca e di Chicago, lui è un immigrato asiatico e musulmano con una famiglia molto conservatrice. Poi lei si ammala molto gravemente e nella dolorosa contingenza le due famiglie riescono a superare tutti i contrasti. Storia apparentemente banale, ma affrontata con umorismo e insolita delicatezza. Ad aggiungere interesse: il film è ispirato alle reali vicende dell’attore protagonista, il cabarettista di origine pakistana Kumail Nanjiani. Lunedì 11 THE BIG SICK sarà anche al Centrale.
Martedì 12 al Colosseo il francese 50 PRIMAVERE di Blandine Lenoir. La fresca cinquantenne Aurore (Agnès Jaoui, deliziosa interprete di PAROLE, PAROLE, PAROLE di Alain Resnais e IL GUSTO DEGLI ALTRI di Jean Pierre Bacri) è separata, ha appena perso il lavoro e scopre che presto diventerà nonna. La società la spingerebbe a farsi educatamente da parte, ma quando ritrova per caso il suo amore giovanile, Aurore decide di opporre resistenza, rifiutando la rottamazione alla quale sembra destinata. Potrebbe essere il momento buono per iniziare una nuova vita. Il film uscirà nelle sale italiane il 21 dicembre, qui è presentato in anteprima per la rassegna di film dal Biografilm Festival di Bologna; prenotazioni al sito Salabio.
Sempre martedì 12 al Palestrina un grande classico del cinema musicale che compie 40 anni: LA FEBBRE DEL SABATO SERA di John Badham torna nelle sale in versione restaurata grazie a Il Cinema Ritrovato. New York, fine anni Settanta. Il giovane Tony Manero (lo sconosciuto, quasi debuttante 23enne John Travolta) è un bravo ragazzo senza grilli per la testa, lavora in un colorificio e vive in famiglia. Poi c’è il sabato sera: Tony è il re delle discoteche. Una volta sulla pista da ballo si trasforma, è affascinante, trascinatore, l’idolo di tutti, ragazzi e ragazze. Chissà quante volte l’avete visto in tv, ma su grande schermo è un’altra cosa!
Chiudiamo come sempre con il Beltrade, l’ottimo monosala di via Oxilia che riesce a proiettare ogni giorno 6-7 titoli diversi tra film e documentari, quelli stranieri tutti in lingua originale. Curiosamente ben due film americani (di solito da quelle parti se ne vedono pochini): novità assoluta FREE FIRE, divertente e adrenalinico sparatutto di Ben Wheatley, regista inglese amante del cinema di genere, prodotto nientedimeno che da Martin Scorsese. Anni ’70: in una fabbrica abbandonata di Boston dei terroristi dell’Ira devono incontrare un mercante d’armi per la consegna di un carico di M16. Sembra che tutto stia andando bene, anche il pagamento viene effettuato regolarmente, quando d’improvviso qualcosa va storto. E tutti quanti iniziano a sparare. Nel cast Sharlto Copley, Harmie Hammer, Brie Larson (nel 2016 Oscar come Migliore Attrice per ROOM), Cillian Murphy.
Tanto è grandguignolesco ma scanzonato FREE FIRE quanto è sì sanguinoso, ma realistico e rigoroso DETROIT, il nuovo film di Kathryn Bigelow, che ancora una volta non teme di raccontare storie “difficili”. Detroit, 25 luglio 1967. Una rude perquisizione ad un bar senza la licenza per gli alcolici proseguì con l’arresto di 82 pacifici avventori neri, che stavano festeggiando un amico appena tornato dal Vietnam. Ciò causò il giorno successivo una manifestazione di protesta che si trasformò in una rivolta di diversi giorni, fino a provocare un vero e proprio massacro ad opera della polizia e della Guardia Nazionale. Alla fine persero la vita tre afroamericani e centinaia di persone restarono gravemente ferite.
Il LUX PRIZE del Parlamento Europeo è il più alto riconoscimento delle istituzioni europee per il cinema. I tre film della selezione ufficiale vengono portati al pubblico di tutti e 28 gli Stati membri attraverso i LUX FILM DAYS, a proiezione gratuita. Lunedì 11 (meglio prenotare) tocca alla produzione bulgaro-tedesca WESTERN di Valeska Grisebach. Un gruppo di operai edili tedeschi deve lavorare in un cantiere all’estero, nella provincia bulgara. Il posto sconosciuto e grezzo risveglia tra gli uomini lo spirito di avventura, ma allo stesso tempo i lavoratori sono costretti a confrontarsi con i propri pregiudizi e la loro diffidenza. Il vicino paese diventa per due di loro il teatro per una competizione tesa a guadagnarsi l’ammirazione e i favori degli abitanti.
Vincitore la settimana scorsa del LUX PRIZE 2017, e già entrato in regolare programmazione, è lo svedese SAMI BLOOD. La 78enne Christina racconta la sua storia di ragazza cresciuta negli anni ’30 tra gli allevatori di renne Sàmi (meglio conosciuti come Làpponi) nelle terre isolate del Sàpmi, tra Svezia, Norvegia, Finlandia e Russia. Un giorno decise di lasciare la famiglia per sfuggire all’emarginazione e alla discriminazione, scappare a Uppsala e lì cambiare persino nome pur di diventare una “vera svedese”. La regista Amanda Kernell estende un conflitto individuale e familiare al conflitto più generale tra la società svedese contemporanea e i modi di vivere tradizionali.
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Marina Pesavento
Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.