The Disaster Artist: ecco come nasce il miglior peggior film della storia del cinema

La recensione in anteprima di The Disaster Artist, la commedia di e con James Franco al cinema dal 25 gennaio 2018. 

Tommy Wiseau nel cartellone pubblicitario del film The Room (2003)

Nell’anno 2003, sulle strade di Los Angeles incombevano enormi cartelloni che raffiguravano l’inquietante faccione di un allora anonimo Tommy Wiseau e del suo film di debutto, intitolato The Room. Si trattava del bizzarro marketing, completamente autofinanziato, di un ambizioso e bizzarro filmmaker, uno che come tanti aveva il sogno di diventare una star del cinema. E che a suo personalissimo modo, di lì a poco, ci riuscì.

Mr Wiseau, col suo look da vampiro di periferia, un’età mai dichiarata ed un accento dell’Europa dell’est giustificato con un lapidario “sono di New Orleans”, confeziona dopo una produzione folle e sregolata uno dei film peggio realizzati del cinema, predestinato al culto del “so bad it’s good” nei secoli a venire.
Ma dietro ad una tirannica autoproduzione, sospinta da infinite ed inspiegabili finanze, si celava una poetica odissea di un uomo che aveva deciso di diventare artista, di occhi (pigri) accecati dalle luci di Hollywood e della fama, un Ed Wood post-moderno che non solo viveva sul suo personalissimo pianeta, ma che aveva davvero la seria intenzione di colonizzarne e ribattezzarne uno.

James Franco in The Disaster Artist – Photo by Justina Mintz © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc.

Una favola surreale, un progetto improvvisato con striature romantiche, che meritava di essere raccontata in tutti i suoi dettagli: accadde grazie all’imperdibile ed esilarante libro The Disaster Artist: My Life Inside The Room (ancora inedito in Italia), ideato e scritto da Greg Sestero, collega di Wiseau al corso di recitazione, divenuto poi coinquilino, amico fraterno e soprattutto spalla produttiva ed interprete del leggendario The Room.
Questa la storia fino ad oggi, giorno in cui il poliedrico James Franco, ineguagliabile esponente del cine-cazzeggio, decide di adattare The Disaster Artist per il grande schermo.

Evidente seguace del culto di The Room, Franco si impossessa non solo della sedia di regia, ma anche dei panni di Wiseau, personaggio che restituisce con impressionante amore e dedizione, studiandone ogni dettaglio fisico, mimico e – ovviamente – “artistico”.
Dalla scuola recitativa a Los Angeles, dalle fallimentari audizioni alla decisione di costruirsi il proprio film, James Franco e suo fratello Dave diventano rispettivamente Wiseau e Sestero; The Disaster Artist racconta di un’amicizia improbabile eppure indissolubile, due prospettive del sogno hollywoodiano opposte e complementari, che convergono nella realizzazione di un film che è ancora oggi fulcro e motore di eventi, proiezioni di mezzanotte, raduni di fan e merchandising prezzolato.

Dave Franco e James Franco in The Disaster Artist – Photo by Justina Mintz © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc.

Previa consigliatissima visione di The Room, la storia vera di The Disaster Artist sboccia gloriosamente in una commedia da risate e stupore, che tuttavia non manca di cuore e profondità. Lo sa chi si è divorato il libro, che l’enigmatica figura di Tommy Wiseau è ben più di un pazzoide col sogno del cinema: è il simbolo, l’eroe e il portavoce di chi ce la mette tutta per riuscire nel proprio sogno e che, seppur attraverso un tunnel di umiliazioni e non nel modo sperato, ce la fa.

Non attraverso la qualità ovviamente, e ve ne accorgerete nel rapidissimo viaggio del film, che liofilizza per forza di cose la lunga e tormentata gestazione che conduce al Wiseau-regista e al completamento di The Room. Toccandone i punti nodali in modo ispirato e divertito, ridendo sempre “con lui” e mai “di lui”, accarezzando anche l’inevitabile sentimento di compassione che emerge di fronte alle estremità illogiche di Tommy Wiseau.

Sharon Stone e Dave Franco in The Disaster Artist – Photo by Justina Mintz © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc.

A dimostrazione del fascino irresistibile e trasversale esercitato dal Room-world, una serie impressionante di illustri camei: Sharon Stone, Bryan Cranston, Alison Brie, Melanie Griffith, Seth Rogen, Zac Efron e molti altri assistono l’ottimo J. Franco e il buon D. Franco nel percorso.
Un percorso, va da sé, che è principalmente un regalone ai fan di The Room, ma che potrebbe davvero significare anche agli altri. Perché tutti noi, almeno una volta, abbiamo creduto ciecamente e disperatamente in qualcosa di bello, complicato e fantasioso come un film.

Voto: 7,5/10

Luca Zanovello

 

 

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