Era il romanzo preferito dalla sua autrice Agatha Christie: per la prima volta è diventato un film, nelle sale italiane dal 31 ottobre.
There was a crooked man,
and he walked a crooked mile.
He found a crooked sixpence
upon a crooked stile.
He bought a crooked cat,
which caught a crooked mouse,
And they all lived together
in a little crooked house.
“E vivevano tutti insieme in una piccola casa deforme”: la casa in questione non è certo quella stortignaccola della nota filastrocca per bambini, Three Gables è enorme e lussuosa. Ma tre generazioni della stessa famiglia ci vivono tutte insieme, e sotto l’apparente armonia serpeggiano invidie e gelosie.
E’ una delle prime cose di cui la bella Sophia Leonides (Stefanie Martini) avverte l’investigatore privato Charles Hayward (Max Irons), citando la canzoncina non così scherzosamente. Il suo amato nonno è morto improvvisamente, e lei ha il forte sospetto che non si tratti di una morte naturale. Gli chiede di indagare con discrezione, non vuole, almeno per ora, rivolgersi alla polizia: il patriarca era un personaggio importante, gli inevitabili pettegolezzi potrebbero influire negativamente sulle quotazioni dell’impresa di famiglia. Si è rivolta a lui perché anni prima avevano avuto una breve relazione al Cairo, quando Sophia era in vacanza e Charles lavorava per l’ambasciata britannica.
L’84enne Aristides Leonides era arrivato giovanissimo in Gran Bretagna dalla Grecia. In capo ad un paio d’anni da cameriere era diventato proprietario di un ristorante, poi di molti altri, passando quindi agli hotel, fino ad essere a capo di un autentico impero alberghiero. Rimase presto vedovo della giovane, amatissima moglie, che l’aveva sposato contro la volontà della ricca e nobile famiglia; la cognata Lady Edith (Glenn Close) è stata al suo fianco da allora, quando si era trasferita per aiutarlo ad allevare i due figli, oggi 50enni.
Al maggiore Roger (Christian McKay), sposato con Clemency (Samantha Abbington) stimata ricercatrice scientifica, il padre ha da alcuni anni delegato la gestione dell’immenso patrimonio di famiglia. Il minore Philip (Julian Sands), padre di Sophia, è uno storico dilettante, scrive libri che nessuno legge; è sposato con Magda (Gillian Anderson), un’attrice che dilapida la rendita del marito mettendo in scena spettacoli che nessuno va a vedere. Ma il vecchio Aristides non ha mai lesinato somme anche ingenti per tamponare falle e coprire debiti: sempre generosissimo, a patto di avere tutti nella sua casa, sotto il suo diretto e implacabile controllo.
E’ stato davvero un omicidio: nella fiala per l’iniezione quotidiana, l’insulina è stata sostituita con un veleno che nessuno, senza il sospetto di Sophia, avrebbe mai pensato di cercare. Ora il coinvolgimento della polizia è inevitabile, e quando l’Ispettore Taverner (Terence Stamp) pone le fatidiche domande: chi ha ucciso Aristides, e perché? tutti quanti puntano il dito contro l’universalmente detestata seconda moglie Brenda (Christina Hendricks), procace 38enne ex ballerina di Las Vegas. Si sussurra abbia una relazione con Lawrence (John Effernan), istitutore del 15enne Eustace e della 12enne Josephine, i fratelli di Sophia educati in casa per precisa volontà del vecchio accentratore. In effetti sembra l’unica della casa ad aver avuto mezzi, movente ed opportunità. Ma – come sempre nei gialli di Agatha Christie – le cose non stanno come sembrano.
Agatha Christie scrisse CROOKED HOUSE nel 1949 e fu subito un successo internazionale, già nel 1952 fu pubblicato in Italia per I Gialli Mondadori con il titolo E’ un problema! [Il traduttore del libro saltò così in scioltezza l’ostacolo che ha indotto oggi in un errore imbarazzante il traduttore del titolo del film. Chiamatemi grammar-nazi, ma c’è una bella differenza tra l’originale “La casa deforme” (inteso in senso etico e morale) e questo penoso “Delitto a Casa Deforme”: come se a uno venisse in mente di chiamare casa sua “Villa Putrescente”! Capite ora perché mi ostino, nei miei articoli del venerdì, a raccomandarvi i film in lingua originale? Ok, fine della digressione.]
A che cosa si deve allora la pluridecennale mancata trasposizione per il cinema di un romanzo di Agatha Christie, fin dagli anni Trenta una miniera d’oro per le case di produzione? Il problema era che la trama, dopo una partenza quasi chandleriana e uno sviluppo canonico, lungo il percorso accumula particolari che erano ritenuti troppo morbosi per il tradizionale – e tradizionalista – pubblico dell’autrice, fino a sfociare in un finale che all’epoca scatenò molte polemiche, ritenuto intollerabile per la morale comune. Ma Dame Agatha rifiutò sempre di autorizzare alleggerimento della trama e modifica del finale, preferendo che il suo libro rimanesse inedito per gli schermi.
Dopo quasi settant’anni – e dopo centinaia di film e serie tv su imprevedibili autori di delitti atroci, il britannicissimo Broadchurch in testa – il pubblico ha lo stomaco un po’ più forte, e lo sceneggiatore Julian Fellowes (autore di Downton Abbey e vincitore dell’Oscar per Gosford Park) non ha nemmeno pensato ad “addolcire” la storia. Nelle intenzioni del regista Gilles Paquet-Brenner (La chiave di Sara, Dark Places) c’era la volontà di realizzare un film più moderno, pur nel totale rispetto dell’autrice. Questo tono diverso è stato ottenuto spostando lo scenario dal 1947, anno in cui è ambientato il romanzo – negli anni poveri ma fiduciosi nel futuro dell’immediato dopoguerra -al 1958, subito dopo la crisi di Suez. L’atmosfera è dunque più cupa, la Guerra Fredda sta prendendo corpo, al cinema i giovani preferiscono le inquietudini e le ribellioni di Marlon Brando alle ottimistiche e casalinghe commedie Ealing.
Scelta eccellente, che accresce la tensione della storia, sostenuta dall’eccellente cast. Sono tutti attori di grande esperienza cinematografica e teatrale, dalle loro acute performance non ci si poteva aspettare niente di meno. Le figure che interpretano sembrano stereotipate: ebbene, lo sono volutamente fin dalla loro ideazione. Perchè la nostra amica Agatha non era certo un’innocua vecchietta: aveva idee molto chiare sul suo Paese e non esitava ad esprimere forti critiche sociali, anche se lo faceva attraverso quelli che sembravano, ma non erano, solo romanzi di evasione.
Nota a margine, nel caso stiate programmando una vacanza in Inghilterra: gli esterni di CROOKED HOUSE sono stati girati a Minley Manor, Hampshire, costruito in stile rinascimentale francese tra il 1858 e il 1860. Di proprietà dell’esercito britannico, fu usato durante la pianificazione della Guerra delle Falklands ed è attualmente in vendita (!)
Per gli interni, grazie alla sua scala spettacolare e gli elegantissimi arredi, è stata invece utilizzata Tyntesfield, a Wraxall, Somerset. Costruita in stile georgiano nel 1830 e ristrutturata nel 1860 in stile gotico-vittoriano dal nuovo proprietario (un americano diventato miliardario con il commercio di fertilizzanti), è stata acquistata nel 2002 con pubblica sottoscrizione dal National Trust, e vanta ogni anno oltre 200.000 visitatori.
Buona visione e, eventualmente, buon viaggio!
Marina Pesavento
Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.
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