è giovedì
ci affrettiamo tutti al cineforum, entriamo uno dopo l’altro e subito le luci si attutiscono, il buio fa il suo ingresso trionfale e il grande schermo si ravviva portandoci diretti a Napoli sotto la guida dello stimato Gianni Amelio
l’atmosfera è colorata, i suoni accesi e la trama opulenta, un ineguagliabile Renato Carpentieri nelle vesti di Lorenzo, un vecchio avvocato in pensione, vedovo con due figli da cui tiene le distanze, accoglie a suo modo i nuovi vicini arrivati dal Nord, Michela e Fabio e i loro due figlioletti
con la sua presenza questa giovane madre, una Micaela Ramazzotti un po’ sopra le righe a mio parere, riaccende in lui quel sentimento paterno che da tempo lo aveva abbandonato e che bisticcia con la sua interiorità ad ogni piè sospinto
talloniamo Lorenzo nel suo procedere complesso, tentiamo di spingerlo tra le braccia della figlia premurosa, cerchiamo di trattenerlo mentre inciampa nella rudezza verso quel suo caro figlio così tanto trascurato, ma che fa, sta diseducando il nipotino, dapprincipio sorridiamo, invece il dolore prende il sopravvento e dai lasciati andare è il figlio di tua figlia ha bisogno di te, lasciagli un bel ricordo per quando te ne sarai andato per sempre, suvvia, respira, rilassati, ma lui non ci dà retta, lo vediamo perdere l’equilibrio e rotolare a rotta di collo per la sua strada, una strada dissestata e tortuosa che ne affianca altre dove s’incamminano tutti i personaggi della storia e si intrecciano qua e là
che fatica stargli al passo
le loro fatiche diventano le nostre, ne sentiamo il peso in tutto il corpo, ci si incurvano le spalle, il capo si fa pesante, i nostri sguardi rattristati a volte si rifiutano di guardare, chiudiamo gli occhi in attesa di voci rassicuranti, che ogni tanto arrivano e ci rianimano
ah, caro Lorenzo, come ti vogliamo bene quando ti lasci andare così teneramente con Micaela che chissà perchè si merita il tuo affetto più della figlia, cosa mai ti avrà fatto quella poveretta
ruoto la testa a sinistra e a destra, a destra e a sinistra, sono circondata da visi severi e cuori pesanti, sobbalzo, riavvolgo nella mente la pellicola e mi intrufolo nella trama in cerca di ulteriori segnali di speranza
non mi basta una stretta di mano finale
Elisa Bollazzi
n.d.r. il film La Tenerezza è disponibile in home video su Amazon da settembre 2017
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection