Borg/McEnroe: uomini ordinari con una determinazione straordinaria

La presentazione di Borg/McEnroe, il film sulle due leggendarie icone del tennis che ha inaugurato Toronto 2017.

il poster internazionale del film Borg/McEnroe

Per le persone con qualche decade sulle spalle, soprattutto se amanti dello sport – spettacolo, Wimbledon 1980 è stato un torneo da ricordare. Due fuoriclasse del tennis si sfidarono e uno ne usci vincitore. Parliamo dell’incontro tra lo svedese Björn Borg e l’americano John McEnroe. Due assi che hanno avuto la sfortuna (o fortuna, chissà) di giocare nello stesso periodo, entrambi indiscussi perfezionisti e professionalmente irraggiungibili, che furono elevati a celebrità da un parterre di fan adoranti pari a quello delle rockstar.

Il film che ha aperto il TIFF 2017 s’intitola Borg/McEnroe ed è proprio la storia di quel match “singolare maschile” che vide trionfare Borg. Dietro la macchina da presa c’è Janus Metz, regista con un passato da documentarista, da noi scoperto a Milano con Armadillo (era il 2010). Il suo lungometraggio ha voluto spingersi oltre il tradizionale biopic dedicato a due star, oltre il dramma sportivo e oltre la mera pellicola sul tennis. Tende a focalizzare sulla clamorosa rivalità tra i due (diventati poi amici nella vita) che si sono sfidati ben 14 volte, con 7 vittorie a testa, tra il 1978 e il 1981. Il risultato è più un thriller psicologico su come due esseri umani, provenienti da società differenti, abbiano raggiunto in modo opposto qualcosa di uguale e straordinario: hanno creato la perfezione. Come dire, “siccome sappiamo fin dall’inizio come va a finire questa storia, non c’è altra soluzione che focalizzare sul viaggio”.

Shia LeBeouf,Janus Metz,Sverrir Gudnason e Stellan Skarsgård a Toronto – Photo: courtesy of Alberto E. Rodriguez. Getty Images for TIFF

Per far sentire lo spettatore a bordocampo, e nei meandri delle menti dei protagonisti, Metz ha scelto Shia LeBeouf (McEnroe) e l’attore svedese di origini islandesi Sverrir Gudnason (Borg). In conferenza stampa la curiosità si è concentrata sullo scoprire come gli attori si siano calati nella parte e quanta vicinanza abbiano sentito con l’icona impersonata.

Premesso che solo Gudnason ha incontrato Borg, ma alla première di qualche giorno fa in Svezia, mentre LeBeouf non è riuscito a conoscere McEnroe, entrambi hanno dovuto sottoporsi ad allenamenti di tennis costanti (più o meno due ore al giorno, nei sei mesi precedenti l’inizio delle riprese), stante che non avevano mai praticato tale sport. Lo sforzo maggiore è stato però quello di capire i meccanismi psicologici e, in generale, non è stato necessario o, forse, è stato addirittura meglio non incontrare i veri protagonisti, giacché tutto era disponibile, tra immagini e video di repertorio, pubblicazioni e biografie che si sono susseguite nel tempo. Sicuramente, in molti hanno ravvisato in LeBeouf l’interprete perfetto: nessuno avrebbe potuto fare di meglio stante l’affinità di temperamento (e percezione del pubblico) tra i due. Tant’è che lo stesso attore ha parlato di catarsi durante la lavorazione.

Nonostante l’impegno, e il palpabile orgoglio per il prodotto finito, Borg/McEnroe per ora sta ottenendo critiche miste. Talvolta le stelle sono 2, altre volte 4 su 5, dipende delle testate. L’esame più importante rimane quello col pubblico. Oggi è quello festivaliero e dal 9 novembre sarà quello dei nostri cinema. Nel Belpaese sarà distribuito da Lucky Red ed è già disponibile un teaser trailer in italiano.

Vissia Menza

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