Non Bussate A Quella Porta: nuovi Candymen crescono…

Recensione di Non Bussate A Quella Porta, tra le novità horror in home video di luglio 2017.

la cover del DVD di Non Bussate a quella Porta

Chloe (Lucy Boynton, Sing Street) è un’adolescente problematica, una di quelle con tendenze all’emarginazione e all’emo, che litiga quotidianamente coi genitori e che di solito al cinema finisce per scappare di casa e dare vita a una storia da Sundance Festival.
Ma può anche andare peggio: può capitare che le idiosincrasie con la mamma scultrice Jess (Katee Sackhoff, Oculus) spingano Chloe a vagabondare per le periferie della sua città, ammazzando il tempo in ogni modo, anche sfidando una sinistra leggenda metropolitana che ha sede in una lugubre villa abbandonata abitata – si dice – da una strega.

Proibito è bussare due volte a quella porta, nessuno crede alla maledizione di Mary Aminov, ma tutti sanno che è meglio stare alla larga dalla sua casa. Lo scoprirà ovviamente Chloe: dopo la bravata, la ragazza vede infatti scomparire il fidanzatino Danny ed apparire, ovunque si trovi, strane e deformi presenze spiritiche.
Per liberarsi dal “lascito” della strega, Chloe chiederà aiuto e fiducia alla distante madre e, forse, la causa di forza maggiore orrorifica riuscirà a riunire la famiglia.

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Non Bussate A Quella Porta (il titolo originale, meno citazionista, è Don’t Knock Twice) è uno di quei film che negli anni ’90 sarebbe stato acquisito e trasmesso da rubriche televisive come “Notte Horror”, per accompagnare senza troppe pretese una seconda serata estiva.
Complimento solo parziale, perché il secondo film di James Caradog – segue lo sci-fi The Machine – mischia e confonde pregi e difetti in un’identità sfocata e si fa dimenticare dopo qualche ora.

E’ ammirabile l’impostazione narrativa semplice, un po’ d’altri tempi horror, quando bastavano una protagonista, una casa macabra e un boogeyman (o boogeywoman) per orchestrare un tascabile, scorrevole incubo di provincia americana; Caradog prende le sue entità cattive e le distanzia dai gettonati arzigogoli “romantici” di James Wan, e nel contempo se ne sbatte di dare al suo film una copertina autoriale, in barba all’ondata dei sofisticati e significanti horror art-house.

Le premesse di una sufficiente mezzora iniziale vengono tradite in un proseguo dove le dinamiche familiari e affettive rubano troppa luce, e i twist shyamalani non servono a nessuno. Forse servono a Caradog a coprire le magagne sostanziali, come le difficoltà a spendere bene l’elemento più puramente horror.
Il lato opaco di questa scelta essenziale è il risultato: un film che parla diretto ma senza molti argomenti, nudo ma non crudo. Che richiama per temi ed atmosfere un grande classico della decade meno ispirata, Candyman – Terrore Dietro Lo Specchio (Bernard Rose, 1992, ma scritto dal guru Clive Barker), ma che sul piano di fobie e suggestioni non ne vale un’unghia.
Se qua e là Non Bussate A Quella Porta fa paura (o qualcosa di vagamente simile), è piuttosto grazie all’ispirato duo protagonista e alla location infestata, quattro mura sprofondate nell’oscurità totale di una buona fotografia (Adam Frisch) e di un’inquietante vicenda del passato.

In bluray e dvd Midnight Factory, il film giunge accompagnato da una ricchissima quantità di contenuti extra: da un interessante “making of” panoramico ad alcune featurette che esplorano nei dettagli alcuni reparti della produzione come “La Storia”, “Il Cast” e “Gli Effetti Speciali”.
Lo speciale dietro le quinte più ghiotto è però senza dubbio “Cercando Ginger”, dedicato all’entità soprannaturale che infesta le scene di Non Bussate A Quella Porta.

Luca Zanovello

 

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