Anche se la città è tutt’altro che spopolata sono tanti i cinema chiusi per ferie; eppure anche questa settimana a Milano c’è qualche coraggioso che ha deciso di proiettare film in lingua originale, a beneficio di stranieri, studenti e dei tanti che non amano i sovente mediocri doppiaggi italiani.
Proseguono con successo nelle sale Uci le proiezioni di ATOMIC BLONDE. Adattamento cinematografico della graphic novel The Coldest City (2012) di Johnston e Hart, è ambientato a Berlino nel 1989, poche settimane prima della caduta del Muro. La protagonista Lorraine Broughton (Charlize Theron) è una spia inglese incaricata di investigare sulla misteriosa morte di un collega. Lei e l’ufficiale governativo David Percival (James McAvoy) dovranno inoltre recuperare una preziosa lista di nomi di agenti doppiogiochisti. Tutti i giorni al Bicocca, solo mercoledì 23 al Gloria, Certosa, Pioltello e Milanofiori.
Dopo una brevissima vacanza la Cineteca Spazio Oberdan riapre con un interessante film del 2014 e due rassegne dedicate a importanti registi. Da lunedì 21 SECRET SHARER, con la regia dell’inglese Peter Fudakowski, autore del vincitore dell’Oscar 2006 TSOTSI. Ambientato ai giorni nostri su di un rugginoso cargo nei mari della Cina, protagonista un giovane capitano polacco al suo primo incarico, è ispirato al racconto del 1909 IL COMPAGNO SEGRETO di Joseph Conrad. E’ recitato in inglese e in mandarino.
Le rassegne: da lunedì 21 in OMAGGIO A LUIS BUÑUEL saranno presentati tredici dei suoi capolavori, molti dei quali in lingua originale. Fra quelli del periodo messicano EL, SIMON DEL DESERTO, LAS HURDES, L’ANGELO STERMINATORE e NAZARIN; tra i più recenti, in francese, TRISTANA e BELLA DI GIORNO con la splendida Catherine Deneuve e QUELL’OSCURO OGGETTO DEL DESIDERIO.
Da martedì 22 nove film, ben sei dei quali mai distribuiti in Italia, in una rassegna dedicata al regista, sceneggiatore, montatore e produttore HIROKAZU KORE-EDA, uno degli autori più importanti del cinema giapponese contemporaneo. Racconta storie semplici, vite di famiglia con universali gioie e dolori, come nei 3 titoli usciti in Italia FATHER AND SON, LITTLE SISTER e RITRATTO DI FAMIGLIA CON TEMPESTA. Poi, ogni tanto, ha momenti di follle surrealismo, come in AFTER LIFE, storie quotidiane anche qui, ma ambientate tra le anime del Limbo (!); oppure in AIR DOLL, basato sul manga di Yoshiie Goda, con una bambola gonfiabile che sviluppa un’anima e si innamora del suo proprietario.
Sabato 19 all’Arianteo Umanitaria una delle ultime occasioni per riuscire a vedere MANHATTAN, capolavoro del 1979 di e con Woody Allen, proposto ora nella nuova versione digitale in 4K realizzata a partire dal negativo camera originale dalla benemerita Cineteca di Bologna.
Nel 1939 Jean-Paul Sartre pubblicò la trilogia IL MURO dal cui racconto L’INFANZIA DI UN CAPO è tratto il film inglese CHILDHOOD OF A LEADER, premiato al Festival di Venezia 2015, che continua con successo la sua programmazione all’Eliseo. Parigi, 1918: protagonista è un bambino di 10 anni, figlio di una donna insoddisfatta (Bérénice Béjo) che si è buttata sulla religione e di un diplomatico americano (Liam Cunnigham), molto occupato nella stesura del trattato che porrà fine alla Prima Guerra Mondiale. Seguiamo il piccolo Prescott nella sua crescita, in una sorta di romanzo di formazione al contrario: gli avvenimenti che lo circondano non sono che il simbolo del male del fascismo che di lì a poco infetterà l’Europa.
Chiudo con il Mexico, che presenta due splendidi film in bianco e nero in versione restaurata di Max Ophuls, regista ebreo tedesco rifugiatosi nel 1933 in Francia. Nel 1939 girò TUTTO FINISCE ALL’ALBA (Sans Lendemain), sceneggiato da Hans Wilhelm, scrittore e commediografo tedesco anche lui in esilio (si firmava Jean Villème, anche quando insieme migrarono a Hollywood). Racconta la storia drammatica di una giovane vedova con un bambino, che per mantenersi finisce per fare l’entreneuse e la spogliarellista in un locale di Montmartre. Ritrova per caso un medico, suo antico grande amore; per nascondergli la sua attuale, triste condizione si affanna ad organizzare una complicata e costosa messa in scena, fingendo una tranquilla vita borghese.
Del 1952 è IL PIACERE (Le Plaisir),un trittico basato su tre affascinanti racconti del 1881 di Guy de Maupassant che mostrano ognuno un aspetto che si confronta con il piacere: l’amore, la purezza e la morte. Secondo le celebri parole scritte da Jean-Luc Godard sui Cahiers du Cinema “IL PIACERE è il più ophulsiano dei film di Ophuls: è il romanticismo tedesco in una porcellana di Limoges, ed è anche l’impressionismo francese in uno specchio di Vienna”. Imperdibile.
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Marina Pesavento
Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.