Recensione di Beach Rats, il film con Harris Dickinson in anteprima a Locarno70.
Beach Rats è la storia di Frankie, un giovane bello e alla deriva che trascorre le giornate con gli amici del quartiere, una periferia in cui domina il machismo. Il ragazzo è sessualmente confuso ma sa che la soluzione non è la condivisione bensì la mortificazione. Il futuro non sarà roseo.
Diretto da Eliza Hittman, il film segna lo straordinario debutto da protagonista di Harris Dickinson. La sua è una performance non semplice, per la quantità di primi piani, per l’assenza di spalle su cui reggersi e per la componente non verbale necessaria. Il risultato è un film vibrante in cui talvolta siamo a disagio, altre volte dobbiamo frenare gli impeti. Da vedere.
RECENSIONE.
Frankie è un diciannovenne di Brooklyn che trascorre le giornate estive a bighellonare e farsi con gli amici. Ha una bellezza acerba e sfacciata. Non stupisce che le ragazzine lo rimorchino e gli promettano notti da favola. Lui però pare disinteressato, è lontano dall’avere l’ormone che gli picchia in testa. Nel suo fare svogliato, di notte, vaga sulle chat d’incontri gay. Per sua stessa ammissione non sa cosa gli piace e cosa vuole. Inizialmente crediamo che sia fuori fase perché l’adolescenza è un periodo nebuloso per tutti e perché in salotto ha un padre che sta morendo di cancro. Poco dopo però capiamo che il dramma per Frankie è di tutt’altra natura.
Beach Rats ci porta in casa e nell’intimo di Frankie, ci fa respirare tutte quelle sigarette riempite di non vogliamo sapere quale sostanza e ci fa restare sempre al suo fianco. Nonostante sia di poche parole, e abbia un corpo degno di un cartellone pubblicitario, abbiamo il sentore che finirà nei guai.
Perché l’inesperienza gli confonde le idee. E perché la voglia di essere parte del branco lo induce a reprimere se stesso e accompagnarsi ad un gruppo di furfantelli (che vorremmo schiaffeggiare in più di un’occasione). Tutti i suoi tentativi di negare una sessualità chiara (soprattutto allo spettatore) lo spingono a tenere comportamenti contrari a quelli voluti (e auspicati). E la sua – peraltro rara – ricerca di uno spiraglio, è mortificata sistematicamente dal machismo che lo circonda. Essere gay dalle sue parti non è la norma e lui lo sa bene.
Protagonista unico e pressoché assoluto della pellicola è un sorprendente Harris Dickinson. L’attore inglese, benché giovanissimo (ha 21 anni), sostiene senza timore e con successo una quantità impressionante di primi piani. Le battute del suo Frankie sono davvero poche. È il suo volto, la sua corporeità equilibrata e naturale, a convincerci e trascinarci nel suo mondo, un luogo in cui le ombre anticipano il buio profondo.
Beach Rats è il secondo lungometraggio di Eliza Hittman. La regista dimostra una sensibilità non comune e una notevole capacità di trasporre su grande schermo argomenti delicati senza scivolare nella banalità, nel già visto e/o nel gratuito. Vincente è stata sicuramente la scelta del cast. Dickinson fa convivere mirabilmente nel suo personaggio mortificazione e accettazione, ricordandoci che là fuori è pieno di Frankie.
Il film ha debuttato al Sundance, dove ha conquistato pubblico e critica. A Locarno 70 arriva nella sezione Cineasti del Presenti e fin dalla prima proiezione il passaparola ha attirato l’attenzione di molti. Nel circuito festivaliero farà strada, nei cinema possiamo solo sperare trovi il suo spazio molto presto.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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