Recensione della commedia romantica The Big Sick, in anteprima in Piazza Grande a Locarno70.
The Big Sick è la nuova commedia romantica prodotta da Judd Apatow e diretta da Michael Showalter, tratta dalla storia vera di Kumail Nanjiani e Emily V. Gordon. Lui pakistano, lei della Carolina del Sud, s’innamorano a Chicago. Ci vorrà il coma (di lei) per dribblare tradizioni, abitudini e paure (di lui). Sembrava un amore impossibile e invece…
RECENSIONE
Kumail vive a Chicago. Il suo sogno è diventare un comico. Per sopravvivere guida un taxi. Una sera durante uno dei suoi show incontra una ragazza, si piacciono e trascorrono la notte insieme. Nulla di serio, è solo molto divertente. Dato che si sono trovati bene, i due si rivedono più e più volte, sempre con l’idea di spassarsela e non costruire qualcosa di duraturo. Kumail è pakistano e la sua famiglia è di quelle ultra conservatrici, aggrappate alle tradizioni, tra cui quella del matrimonio combinato. Sua madre, soprattutto, non si arrende all’idea di trovargli la donna giusta e vederlo accasato. C’è un problema: Kumail è innamorato di Emily, ma lui ancora non lo sa.
Come spesso capita nella vita, un crudele scherzo del destino fa ammalare all’improvviso Emily e la porta in un letto di ospedale in stato comatoso. Con la paura nel cuore, tutto cambia. Mentre la donna combatte nel suo sonno indotto, in sala d’attesa Kumail cresce, conosce la di lei famiglia, affronta i propri parenti e infine prende delle decisioni. L’epilogo non è un segreto. La sceneggiatura è stata scritta a quattro mani. Gli autori? Kumail Nanjiani e Emily V. Gordon.
Produttore è Judd Apatow, una persona abituata a collaborare con gli stand-up comedian, che proprio a Locarno aveva portato nel 2015 la commedia Trainwreck (Un disastro di ragazza) con protagonista Amy Schumer. Con un fiuto per la risata come il suo non stupisce che The Big Sick abbia debuttato al Sundance e abbia fatto incetta di critiche positive oltre oceano.
Cosa fa funzionare tanto bene questa pellicola?
È una storia vera. E il protagonista è davvero Kumail.
Lo spettatore lo sa e ne rimane dapprima incuriosito poi rapito. Autorizzato ad entrare nella pelle dell’attore inizia a vedere coi suoi occhi, soprattutto a ridere alle battute, anche le più terribili, e a provare imbarazzo una volta difronte ai famigliari di Emily. Ci sentiamo tutti Kumail e usciamo dalla sala consapevoli della remota possibilità che la nostra anima gemella si aggiri già intorno a noi. Chissà…
The Big Sick è una commedia romantica. La voglia di ridere in epoche cupe subisce sempre un rialzo e una giusta dose di romanticismo riesce a fare breccia nei nostri cuori soli, solitari e/o desolati, regalandoci due ore di piacevole evasione.
L’opera, inoltre, tocca argomenti attuali e profondi senza ridurli a banali siparietti. Parla d’integrazione in una nuova terra, l’America dalle mille opportunità, dov’è possibile trovare la propria strada. Focalizza sulle seconde generazioni, quelle col senso d’appartenenza che vacilla, e sui legami e le tradizioni famigliari da non dimenticare ma da adattare ai tempi e al luogo in cui si decide di mettere radici. Si parla pure d’immaturità e di senso di responsabilità nel momento in cui si sta per perdere l’amore di una vita. E riesce in tutto questo facendoci ridere, temere l’irruzione del dramma, e sognare per la coppia che vorremmo dividesse il pianerottolo con noi. Ecco, il vero successo di The Big Sick è proprio questo: degli amici così li vorremmo incontrare domani!
Il film vede nel cast anche il premio Oscar® Holly Hunter e Ray Romano. Dopo la Piazza Grande al Locarno Festival 2017, speriamo arrivi presto nei cinema sotto casa.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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