Recensione del film 9 Doigts di F.J. Ossang, in anteprima a Locarno70.
Con tutta l’aria di essere uno di quei film che “ce se capisce e nun ce se capisce”, 9 Doigts (Nove Dita) del regista francese F.J. Ossang fa irruzione al Festival di Locarno 2017, dimostrando ancora una volta che l’avanguardia è nulla, senza controllo.
Ad acchiappare lo sguardo delle frange hipster e sperimentali del pubblico sono uno sfavillante bianco e nero e la storia in bilico tra metafisica, filosofia e malavita che accompagna Magloire (Paul Hamy, Mon Roi) in una rocambolesca fuga su una nave mercantile, dopo essere passato da vittima a complice della banda di malviventi capitanata dal perfido Kurtz (Damien Bonnard, lo rivedremo tra qualche giorno in Dunkirk).
Ogni ora di navigazione trasporta i protagonisti più lontano dalla loro vita passata e dalla Francia di un secolo fa, ma li allontana anche dalle vicende e dalle logiche “terrene”, in favore di una deriva soprannaturale, onirica e un po’ oppiacea.
Sull’imbarcazione, sapientemente ricostruita con scenografie minimali e squadrate da b-movie, montano i sospetti, i tradimenti e i piani segreti, mentre gli interessi personali prevaricano la salvezza collettiva; soprattutto con l’entrata in scena di un misterioso dottore (Gaspard Ulliel, giovane Hannibal) che cerca di mettere le mani sul misterioso carico della nave.
L’apparizione del personaggio di Ulliel cambia marcia al film, lo insaporisce vagamente di subdolo complottismo e conduce ad un’ironica risoluzione: e meno male, perché prima di quel momento 9 Doigts si era trascinato scena dopo scena come un indolente e saccente teenager rimproverato invano dai genitori, spingendo verso il pubblico un intricato gomitolo di sequenze inconcludenti, manierismi e divagazioni astratte che sarebbero sfuggite di mano anche a un Lynch (figuriamoci ad un Ossang).
La strategia del film è ambiziosa e per certi versi affascinante, ma l’attuazione è deficitaria e malriuscita; molti momenti suonano come un delirio sotto i fumi dell’alcool dello svitato di turno a una festa universitaria: ovvero, ha senso ed è divertente solo se sei ubriaco anche tu. Altrimenti, saluti e vai a prenderti una birra.
I dialoghi inconsistenti presto stufano, l’estetica non basta. 9 Doigts prende ispirazione dalle tradizioni di noir francese e commedia criminale, ma non rende fiera nessuna delle due.
Occasione mancata, solo per vacui esteti.
Luca Zanovello
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole
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