Recensione in anteprima di Prima Di Domani, il thriller con Zoey Deutch al cinema dal 19 luglio 2017.
Sam (Zoey Deutch, Nonno Scatenato) è una liceale modello, in pieno possesso del kit della felicità: una famiglia amorevole, un ragazzo belloccio, amichette fedeli, un i-Phone.
È proprio dalla sveglia del telefono che una mattina inizia una nuova giornata per Sam, quella di San Valentino, con lo strappo a scuola della stronzetta Lindsay (Halston Sage, Piccoli Brividi, Città Di Carta), le rose ricevute dal goffo Kent (Logan Miller, The Walking Dead), una festa e poi un tragico incidente automobilistico.
Sam muore ma si risveglia a letto, di nuovo all’inizio della stessa giornata, che proseguirà e si concluderà sempre allo stesso modo. Stesso giorno dopo stesso giorno. A meno che Sam non provi a cambiare qualcosa, per uscire da un infinito limbo, dalla vigilia della sua morte, evitando che la tragedia investa lei e chi le sta accanto.
Approfittando del meccanismo delle ventiquattr’ore in repeat, già visto e collaudato nel cinema di commedia (in Ricomincio Da Capo, 1993) e di azione fantascientifica (Edge Of Tomorrow, 2014), il dramma pre-adolescenziale Prima Di Domani si candida ad essere la mina vagante del box office italiano di luglio.
Il film è un adattamento del romanzo omonimo della scrittrice Lauren Oliver, divenuto fenomeno di culto nelle librerie americane, un racconto “formativo” che prova a teorizzare gli esiti di quel potere che tutti abbiamo sognato, vale a dire tornare indietro e correggere gli sbilenchi errori adolescenziali, i torti dati e ricevuti, i gesti evaporati e le parole non dette.
Solo che per la protagonista Sam – la promettentissima classe ’94 Deutch – l’opportunità è collateralmente una trappola senza fine che non fa altro che ribadire l’ineluttabilità di male e morte.
Mentre Sam prende le misure con se stessa e il mondo, per capire quale sia il modo giusto per vivere le ultime 24 ore, se e cosa cambiare, sullo schermo si dipana un film da neo-millennials, quasi pedagogico, mai ottuso.
Certo, il coinvolgimento emotivo è direttamente proporzionale alla vicinanza (anagrafica e empatica) con il mondo adolescenziale, ma il dato accertato è che le penne della Oliver e di Maria Maggenti (sceneggiatrice) non offendono il QI post-puberale. Semmai, la semplicità narrativa imposta dal target azzera l’imprevedibilità e l’impatto di certe implicazioni, ma è poca cosa per un film che non deve e non può essere di tutti.
Prima Di Domani, anche grazie all’ammiccante regia da serie tv di Ry Russo Young e a una fotografia da film di paura (Michael Fimognari, Oculus, Ouija: L’Origine Del Male), assume i connotati del film “teentelligente” (diritti riservati); più per scuole medie che liceo, senza lezioni da prendere alla lettera o semplicistiche equazioni cinema-vita, ma con qualche input che può far comodo in tema crescita, ribellione, bullismo e amicizia.
E la verità è che mentre la sfortunata Sam capisce che persona vuole essere, dopo qualcuno dei suoi cupi “ultimi giorni”, un po’ di affetto e di empatia fanno capolino e non se ne vanno più.
Non Donnie Darko, ma neppure tempo perso.
Voto: 6,5/10
Luca Zanovello
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole
Leave a Comment