il caldo è insopportabile eppure ci affrettiamo al cinema con il solito entusiasmo, siamo tanti anche questa sera, ventagli in mano, abiti freschi, l’aspettativa è alta, la regia promettente, il titolo ci incuriosisce, Manchester by the Sea, siamo tutti ai nostri posti, le luci si spengono e ci ritroviamo faccia a faccia con Lee Chandler un cupo e silenzioso tuttofare trasferitosi a Boston per ricostruirsi la vita dopo tragiche vicissitudini, così almeno ci pare di intuire
suo fratello Joe viene improvvisamente a mancare e Lee si vede costretto a tornare nella sua cittadina d’origine, Manchester, sulle coste del Massachusetts, le bellezze della natura attutiscono la drammaticità degli eventi che ci sovrastano, a catena, uno dietro l’altro, uno più doloroso dell’altro
ahimè, il ritmo delle sequenze è così lento che viviamo ogni tragedia con distacco, il respiro misurato, i visi rilassati, le orecchie infastidite da musiche eccessive, nonostante le sublimi interpretazioni, Casey Affleck è insuperabile nelle vesti di Lee, la fotografia e il montaggio eccellenti, ci ritroviamo spesso annoiati
che dispiacere
mentalmente chiediamo tutti in coro al regista newyorkese Kenneth Lonergan di trascinarci con veemenza nella trama, vorremmo essere invischiati fino al collo, sentire i brividi sulla pelle, le lacrime sgorgare copiose dai nostri occhi, gridare lo strazio della disperazione, entrare nella mente turbata di Lee e condividere l’angoscia di suo nipote minorenne Patrick, invece ci sentiamo anestetizzati, oddio stiamo tutti diventando come lui, ingabbiati in noi stessi non proviamo più nulla, né dolori né gioie e teniamo a distanza le emozioni aspettando che il tempo passi, quando è troppo è troppo
la mia mente annoiata si intrufola su una nave del porto e parte verso l’orizzonte, respira l’aria fresca dell’oceano, piroetta con i gabbiani e ritorna speranzosa davanti allo schermo, ma per poco, si sta nuovamente innervosendo, si perde tra scene del passato e del presente, vorrebbe un ritmo che questo film non dà, vorrebbe ciò che non c’è
mi acquieto e attendo che la luce ci riporti alla realtà
Elisa Bollazzi
n.d.r. il film Manchester by the Sea sarà disponibile da domani in home video e si può già prenotare su Amazon
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection