Recensione di Maurizio Cattelan Be Right Back, il film di Maura Axelrod in sala il 30 e 31 maggio 2017.  

il poster del docufilm Maurizio Cattelan Be Right Back

il poster del docufilm Maurizio Cattelan Be Right Back

Torna La grande Arte al Cinema. 

Esuberante, provocatorio, innovativo, eccessivo, un precursore, una bolla (decisamente milionaria), il migliore, il peggiore. Maurizio Cattelan, lo si ama o lo si odia. Di sicuro, sa come non passare inosservato e il coraggio non gli è mai mancato. L’artista nato a Padova, celebrato su scala mondiale, nonostante la notorietà, per molti ancora oggi è un mistero. È difficile, infatti, incasellarlo in una categoria, e non sempre è facile comprenderne (o condividerne) il messaggio. Ci aiuta ora un docu-film: Maurizio Cattelan Be Right Back. A firmarne la regia è Maura Axelrod. A distribuirlo come evento-cinematografico nelle sale, invece, sono Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema (per scoprire dove vederlo basta un clic qui).

Sarà su grande schermo solo oggi e domani, 30 e 31 maggio 2017, ma Maurizio Cattelan Be Right Back saprà catturare la vostra attenzione.
Narrato dalle persone coinvolte nelle sue creazioni-performance, dai collaboratori e dai suoi affetti, ma pure da giornalisti, curatori e collezionisti che l’hanno toccato con mano, il film ripercorre la vita e la carriera dell’estroverso autore, focalizzando sulle opere/istallazioni maggiormente dirompenti, talora ironiche, altre volte enigmatiche, divenute vere e proprie pietre miliari dell’arte contemporanea.

Un'immagine di Maurizio Cattelan Be Right Back - Photo: courtesy of Nexo Digital

Un’immagine di Maurizio Cattelan Be Right Back – Photo: courtesy of Nexo Digital

Il percorso è ricco di aneddoti.

Ci sono i retroscena di quel Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite in La nona ora, scultura che turbò alcuni al punto d’indurli ad un “salvataggio” del pontefice.
Si ricordano i bambini-manichini appesi in piazza XXIV maggio a Milano, in piena porta Ticinese che, anche in questo caso, turbarono per lo meno il signore che finì in ospedale mentre si cimentava in un “salvataggio” estremo.
Si dà spazio al Pinocchio di casa Disney (quello che vedete nel poster e poco sotto) affogato in piscina (Daddy Daddy), battuto all’asta per una cifra ai nostri occhi immensa.
E non solo, rivediamo le immagini del gallerista parigino Emmanuel Perrotin, che fu convinto a travestirsi da mega-coniglio rosa e mostrarsi per un mese intero in quel modo (era il 1994), e quelle del gallerista milanese Massimo De Carlo, incollato sino allo sfinimento a una parete con giri e giri di nastro adesivo (in questo caso era il 1999).

Un'immagine di Maurizio Cattelan Be Right Back - Photo: courtesy of Nexo Digital

Un’immagine di Maurizio Cattelan Be Right Back – Photo: courtesy of Nexo Digital

Non dimentica nulla Maurizio Cattelan Be Right Back.

Ci sono l’evoluzione, l’ascesa e le conferme. È strabiliante rivivere in meno di due ore tanti anni, tante storie, tanta determinazione (a emergere). Ed è ancor più strabiliante la semplicità e l’ironia con cui siamo condotti in quel mondo, dove non mancano le zone grigie ma che ora emana un fascino nuovo.

I racconti sono un’alternanza di situazioni note ad altre meno note, tutte colorate e intriganti; di consuetudini e convenzioni violate; di rapporti personali messi alla prova. E il tocco umano, fatto di frammenti di intimità e sensazioni personali degli intervistati, ottimamente selezionati, è ciò che permette alla forza di Cattelan di sfiorarci e farci comprendere, senza bisogno di spiegazioni, come la sua piccola – grande provocazione abbia potuto creare una simile rivoluzione.

Il documentario della Axelrod sa sorprendere, regala sorrisi e ci avvicina, senza accorgercene, ad un uomo che non potrebbe essere più distante da noi. Ancora una volta avviene una di quelle magie che tanto bene l’arte al cinema  sa regalare.

Vissia Menza