La Pinacoteca Züst di Rancate (Svizzera) ospita sino al 27 agosto 2017 Le Stanze Svelate.

La locandina della mostra Le Stanze Svelate

La locandina della mostra Le Stanze Svelate

La Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst ci ha abituati a scoprire piccoli e grandi tesori della sua regione, del Mendrisiotto in particolare e del Ticino in generale. Tante le figure nascoste, i reperti (forse) poco noti, le meraviglie che sono transitate nelle sue sale. E, oggi, fa nuovamente centro portando a Rancate un assaggio della collezione privata di Ivo Soldini. 

È giunto, infatti, il momento di parlare de Le Stanze Svelate, la temporanea che ha alzato il sipario domenica 7 maggio per farci compagnia durante l’estate 2017. Una mostra che si prospetta curiosa e rivelatrice di luoghi, nomi e sentimenti.

 

Una mostra rivelatrice
Le stanze svelate - Apollonio Pessina, Paesaggio (recto verso)

Apollonio Pessina, Paesaggio (recto verso)

Ad affiancare Raffaella Columberg, la ceramista di Biasca che abbiamo apprezzato alcune settimane orsono (e suggerito in occasione dei ponti festivi di aprile), sarà una selezione di opere che accompagnano nel quotidiano l’artista Ivo Soldini. Originario di Ligornetto, lo scultore e pittore ticinese ha deciso di condividere col pubblico una parte della bellezza che lo circonda, concedendo alla Pinacoteca di esporre quadri, sculture, foto e manoscritti di parenti e colleghi-amici che ha custodito e raccolto nell’arco di trent’anni.

È solo questione di minuti e subito veniamo a conoscenza dei suoi avi e della casa (museo), non lontano da Rancate, in cui ancora risiede. Rimaniamo avvinti dalle sue radici intrise di arte, estremamente legate al territorio ed a Vincenzo Vela, in primis. E in un batter d’occhio siam conquistati dalla sua cucina e dal suo studio, ossia dalla sede naturale degli oggetti ospitati in Pinacoteca, la cui singolare energia ci ha dato il benvenuto e ci ha guidato lungo il percorso. Un percorso eterogeneo, come si confà ad una collezione personale, dove l’800 e il ‘900 ticinese abbraccia un bel gruppo di nomi in arrivo da oltre-confine, e in cui vedere Felice Filippini e Marino Marini, Paul Klee e Paolo Troubetzkoy, Alberto Giacometti e Pablo Picasso, solo per citarne alcuni, convivere in armonia sotto il medesimo tetto, ci appare una logica conseguenza.

Quelli svelati in queste stanze sono aneddoti e racconti preziosi, indicatori di passioni profonde e stanno all’origine dell’aura magica, tipica delle storie di famiglia, avvertita varcando la soglia.

 

Una mostra curiosa
Le stanze svelate - Renzo Ferrari, La sfinge, 1973-74

Renzo Ferrari, La sfinge, 1973-74

La visione è affascinante e fa emergere in noi una timidezza candida, quasi fanciullesca, man mano che ci addentriamo nel mondo di Soldini. Un mondo che l’ha avvicinato al collezionismo sin da ragazzo, che gli ha dato fama e che l’ha convinto, in un’epoca di equilibri precari come l’attuale, a lanciare un messaggio positivo alla comunità.

Senza ricostruire gli ambiente, o riposizionare metodicamente quanto in prestito, Le Stanze Svelate verrà ricordata sicuramente per le opere e, speriamo, per l’ampio ventaglio di sentimenti che è riuscita a racchiudere in uno spazio tanto ridotto. Ci sono i sentimenti dei padri dei capolavori esposti. Ci sono i sentimenti del proprietario, che s’innamora di un pezzo e lo culla giorno dopo giorno. E ci sono i sentimenti di quel pubblico alla costante ricerca di nuove occasioni per emozionarsi.

È questa l’esperienza più inattesa. Perché le tele, i disegni, i bronzi, tutto è rappresentazione di attimi di vita, di legami unici, di momenti da assaporare e mai dimenticare.

 

Informazioni pratiche

La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 27 agosto 2017. Gli orari sono i seguenti:
nei mesi di maggio e giugno, dal martedì alla domenica, dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00
dal 1° luglio, sempre da martedì a domenica, ma solo al pomeriggio dalle 14.00 alle 18.00.

Per le ultime news, visualizzare le mappe, controllare orari e prezzi, la pagina web da consultare è: www4.ti.ch/decs/dcsu/ac/pinacoteca-zuest/

Vissia Menza 

 

Si ringrazia l’ufficio stampa per il supporto iconografico