Al cinema Qualcosa di troppo, un’irriverente commedia surreale per capire il mondo degli uomini nel modo più improbabile possibile.
Cosa fareste voi donne se una mattina vi svegliaste con qualcosa in più nella vostra vita? No, non sto parlando di soldi, né di Principi Azzurri che si materializzano davanti alla porta e neanche di quell’opportunità di lavoro inseguita da tempo. Mi riferisco ad una certa parte fisica che differenzia i maschietti dalle femminucce. Non il cervello, anche se qui si potrebbero aprire discussioni infinite, ma proprio di quello, del miglior amico dell’uomo (che in molti casi, sì, fa le veci di ciò che è custodito nella scatola cranica… ma anche questo è un discorso a sé). Ecco, cosa succede un bel giorno a Jeanne, protagonista della commedia Qualcosa di troppo, mamma separata con due bambini e un lavoro da architetto che la tiene impegnata non meno della famiglia, dell’ex marito e di qualche flirt passeggero.
La situazione surreale a cui ci troviamo di fronte non è la prima in ambito cinematografico, lo scambio di ruoli tra uomo e donna è un argomento che è già stato trattato da più di un film di successo. Questo però è diverso dagli altri giacché non tratta di travestimenti, operazioni o di un fidanzato/marito che si ritrova nel corpo della fidanzata/moglie (o viceversa), la protagonista continua ad essere donna, solo con un “qualcosa in più”, appunto. Quello che ne consegue è una storia che si presta ad una serie infinita di gag e situazioni al limite ma che, grazie al tocco della regista Audrey Dana (11 donne a Parigi), qui anche protagonista, e degli sceneggiatori, riesce sempre a mantenere un tono leggero senza mai essere volgare o imbarazzante.
La sua arma vincente è sicuramente l’ironia di cui ogni scena è pervasa, che ci accompagna nell’esilarante percorso nell’esplorazione delle emozioni e reazioni maschili.
Il resto del cast riesce ad interpretare i vari personaggi in maniera convincente, regalando sempre allo spettatore una battuta tagliente, un’espressione sarcastica o una risata impossibile da trattenere. Tra tutti spiccano sicuramente due attori: Alice Belaidi nel ruolo di Marcelle, l’amica vicina di casa che con Jeanne condivide questo viaggio nell’ignoto, con il trasporto e la curiosità di una donna che ha finalmente a portata di mano la chiave per comprendere un mondo finora poco chiaro, come d’altronde a tutte noi, e Christian Clavier nel ruolo del ginecologo che regala vere e proprie perle di comicità, dalla prima all’ultima scena.
Qualcosa di troppo è una pellicola divertente, originale, irriverente e sboccata quanto basta che si pone come esempio di commedia francese surreale, da rivedere più volte così da coglierne tutte le sfumature, magari tra amiche e con un buon calice di vino.
Alla fine, non si può che giungere ad una conclusione difficilmente non condivisibile da tutto il popolo femminile, ovvero che per sapere cosa pensa un uomo la soluzione è solo una: bisogna per forza avere a che fare con una delle sue estremità principali. E non è quella che sta sopra al collo.
Anna Falciasecca
Bionda, sarcastica, appassionata di regia e di viaggi cerca di unire le sue passioni scrivendo un blog di viaggi, sceneggiature (che stanno comode nei cassetti) e recensioni. Il suo motto è “Blond is a state of mind”, modifica continuamente idea e tiene i piedi in diverse scarpe, tutte rigorosamente tacco 12. Le uniche cose che non cambierà mai sono: Woody Allen e Star Trek, di cui è incallita fan.
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