Recensione di Gold – La Grande Truffa, il film con Matthew McConaughey al cinema dal 4 maggio 2017.

Il poster italiano del film Gold - La grande truffa

Il poster italiano del film Gold – La grande truffa

Kenny Wells (Matthew McConaughey) è un cercatore d’oro. Lo cerca ma, a differenza di suo padre, storico pioniere del Nevada, non lo trova. Così cade quasi in disgrazia, si annida a casa della bella moglie Kay (Bryce Dallas Howard) e si fa crescere barba, panza e depressione.
Fino a quando il suo sogno trova nuovamente sprint: Wells ci riprova, contatta il rampante geologo Michael Acosta (Edgar Ramírez), al lavoro nella giungla indonesiana, e lo convince a mettersi all’assennata ricerca del metallo più prezioso.
Un giorno, Acosta sveglia Wells con la notizia più attesa, la scoperta di una gigantesca miniera d’oro, il passepartout che apre ai due uomini le porte degli affari che contano, di un lusso ed una fama senza pari.
L’ascesa di Wells è gloriosa, perfetta. Troppo perfetta per non nascondere qualche eclatante intoppo…

Matthew McConaughey nel film Gold La grande truffa - Photo: courtesy of Eagle Pictures

Matthew McConaughey nel film Gold – La grande truffa
Photo: courtesy of Eagle Pictures

Il sogno americano dello spavaldo Wells è una storia semi-vera, rielaborazione pittoresca e con nomi di fantasia dello scandalo economico/minerario che investì la compagnia canadese Bre-X a metà degli anni novanta. Spostando indietro il calendario di una decina d’anni e inventandosi avidi e pittoreschi protagonisti, il regista Stephen Gaghan (Syriana, ma anche premio Oscar per la sceneggiatura di Traffic) racconta in Gold – La Grande Truffa l’ennesima vicenda ambientata sulla retta – orgogliosamente a stelle e strisce – che va dal capitale alla bancarotta.
La lezione di economia sta nell’alternanza da vertigini tra boom e crack di Wells; la dimostrazione che affari e improvvisazione non sono compagni di viaggio, mentre il simbolo ricorrente del film – il lurido tovagliolo da cocktail su cui viene sancito il “contratto” tra lui e Acosta – ne è l’incontrovertibile, tragicomico testamento.

Matthew McConaughey nel film Gold La grande truffa - Photo: courtesy of Eagle Pictures

Matthew McConaughey nel film Gold – La grande truffa
Photo: courtesy of Eagle Pictures

Gold – La Grande Truffa, saldo e canonico come un discorso di fine anno del Presidente, affida alla certezza McConaughey il ritratto di un lupo di Wall Street sciatto e narciso, pieno di ambiziosi sbagli, la cui parabola fa sia da incitamento che da monito a chi agogna arricchimenti facili e indolori.
Come un 18enne che mette nell’auto dieci euro di benzina alla volta, giusto per non restare a piedi, Gaghan fa lo stretto indispensabile per tener viva l’attenzione, rintuzzando il racconto quando serve con qualche scena viva (quasi tutte giocate tra McConaughey e l’altrettanto bravo Ramírez) e musicone ispirate (dai Joy Division ai New Order, dai Talking Heads ai Pixies).
Fratellino minore e un po’ sfigato di The Wolf Of Wall Street, omaggio riverente a Morte Di Un Commesso Viaggiatore, panoramica ironica sul sogno americano, istruzioni per l’uso e controindicazioni: Gold è il classico film che non fa innamorare nessuno ma che, in fin dei conti, non irrita, grazie a una guida salda, qualche trovata (tra cui non prendersi troppo sul serio) e facce giuste.

Luca Zanovello