è giovedì e come ogni settimana mi affretto al cinema, in sala mi attendono gli amici e una nuova pellicola, quattro chiacchiere e all’improvviso il buio ci zittisce, la trama è nota, ne parlano tutti, tratta dal romanzo American Pastoral di Philip Roth, un capolavoro vincitore del Premio Pulitzer nel ’97 che fortunatamente non ho letto così posso gustarmi la pellicola libera da ogni aspettativa
siamo nell’America del dopoguerra a un ritrovo di ex compagni di scuola dove lo scrittore Nathan Zuckerman incontra dopo molti anni Lerry Levov amico e fratello di Seymour, detto “lo svedese”, idolo di tutti i suoi compagni di allora, baciato dalla fortuna, bello, di successo e sposato con la splendida Dawn, ex Miss New Jersey, la loro dolce bambina Merry a coronare il bel quadretto familiare, che tenerezza
cosa si può volere di più dalla vita
ma Ewan McGregor, qui regista esordiente e protagonista principale, ci sta tendendo un tranello, lo sentiamo, comodamente seduti nelle nostre poltrone rosso vivo siamo tutti allertati, sta per accadere qualcosa, è tutto troppo idilliaco, una famigliola felice, una vita bucolica, il lavoro avviato, i campi, la fattoria, gli animali, grandi abbracci, cos’altro si può desiderare, siamo forse nel bel mezzo di un intermezzo pubblicitario, il dubbio mi viene, ci guardiamo alle spalle, nulla, il pericolo è altrove, eppure tutto è possibile, quand’ecco che all’improvviso arriva l’imperfezione, enorme, là in primo piano, Merry, la bambina dei sogni, occhi azzurri e capelli dorati, il corpo affusolato e i modi delicati, è balbuziente, una nota stonata in una famiglia perfetta
il disagio è evidente per tutti, ci sforziamo insieme a lei di pronunciare le parole, corrughiamo la bocca, spingiamo con forza le labbra, rincuoriamo la piccola con la mente, siamo tutti addolorati dalle sue difficoltà, una patina di tristezza sta oscurando il sogno americano
il pubblico presente e perfino quello assente sono pronti a tutto, ci armiamo di coraggio e proseguiamo attenti la visione, sicuri che qualcosa sta per accadere
Merry cresce e gli eventi storici con lei, assistiamo alle rivolte della comunità afroamericana in difesa dei propri diritti, ai subbugli contro la contestata guerra in Vietnam mentre la Merry adolescente è in lotta aperta con i propri genitori borghesi, guerriglie nel pubblico e nel privato, le manifestazioni, i battibecchi, i pestaggi, le fughe newyorkesi, polizia e dimostranti, tristi ricordi riaffiorano nelle nostre memorie, sogni e distruzione, la protesta di Merry lievita e la situazione precipita, finché una bomba all’ufficio postale, una bomba nel cuore di mamma e papà, cambia le carte in tavola
Merry
compie un attacco terroristico
uccide un uomo
e
scappa
il castello di carta si è ormai sgretolato
il viaggio avventuroso nelle pieghe oscure della psiche di Merry ci conduce dove mai avremmo immaginato, seduti comodi ma a disagio nelle nostre belle poltrone seguiamo la sua mente fragile negli anfratti oscuri della follia e dei suoi meccanismi perversi, siamo tutti scossi e provati, Merry, chiara vittima di plagio, mamma e papà distrutti dall’assenza della loro adorata figliola hanno reazioni opposte, due facce speculari della disperazione
noi siamo lì accanto
affranti
giro lo sguardo di qua e di là, vedo visi contratti, occhi lucidi, spalle tese, abbasso il capo e scorgo mucchi di cenere di vite bruciate, lo strazio è grande, la speranza flebile, ma vedo sopraggiungere dall’alto un pensiero augurale
una volta toccato il fondo si può solo risalire
Elisa Bollazzi
n.d.r. un clic QUI per leggere la recensione di American Pastoral in occasione della sua uscita al cinema
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
Leave a Comment