Dopo l’esordio alla regia con Ti si legge in faccia, Andrea Castoldi torna sul grande schermo con un dramma proiettato su un futuro ‘grigio’ della nostra penisola: Vista Mare.
Italia 2020. Stilitano (Arturo Di Tullio), ex proprietario di una pizzeria, viene scarcerato e tenta di evadere dal paese rubando dei soldi ad un amico e nascondendoli all’interno di una stampella. Raggiunta una baracca nella cosiddetta “foresta umbra”, l’uomo stringe amicizia con un gruppo di giovani disoccupati senza speranza, aspettando che un conoscente li venga a prendere per portarli in Albania, la terra dei. Ma per il protagonista la realtà sarà ancora più triste di quel che immagina e quando le autorità lo scopriranno passerà dei guai seri.
Nel tentativo di rendere concreta una propria idea, Castoldi dipinge l’immagine di un Italia alla deriva, in balia degli eventi e soffocata da una situazione economica sempre più opprimente, che non lascia scampo. Sullo sfondo di sommosse e manifestazioni civili, i cittadini sono costretti a cercare una via di fuga per evadere e ricominciare una nuova vita. La terra promessa è l’Albania, luogo di pace e prosperità, speranza e lavoro.
Il regista affronta questioni delicate e di interesse collettivo come l’emigrazione e la crisi, e nel farlo utilizza un approccio deciso e diretto, promuovendo con vigore un messaggio di fiducia e riscatto. Vista Mare parla dell’attualità e delle sue contraddizioni senza nascondere il proprio animo critico e provocatorio: la rappresentazione è quella di un mondo paradossale, teatro dell’assurdo e di una realtà immaginaria dove gli esiliati sono italiani e la costa schipetara è l’oasi dei sogni e delle illusioni. Arturo Di Tullio dà cuore e sostanza al protagonista Stilitano, un anti-eroe dei nostri giorni che tenta di trovare una soluzione ai diversi problemi ma non riesce a veicolare i suoi sforzi nella giusta direzione, sbagliando puntualmente.
Girato sui colli piacentini con un piccolo budget, il film annovera la presenza di un cast composto in prevalenza da giovani attori – ad eccezione del protagonista – che continuano a coltivare i propri progetti senza abbandonare le rispettive passioni e aspirazioni.
Vista Mare vuole vivere da vicino le storie dei personaggi, toccare con mano le loro fragilità, i pensieri, le difficoltà, evitando di raccontare il dramma in maniera fredda e distaccata ma privilegiando la componente intima e umana per rendere partecipe attivo lo spettatore. Nonostante il tono tragico della narrazione, la pellicola non rinuncia a momenti di leggerezza e a un finale comico che strizza l’occhio al pubblico, stimolando una riflessione e aprendo a possibili chiavi di lettura. Coraggioso.
Alberto Vella
Recensione pubblicata anche su CineAvatar.it
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