Recensione del film LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE con Andrew Garfield, al cinema dal 2 febbraio 2017.
Anni quaranta: Desmond Doss (Andrew Garfield) è un giovane e fiero americano, di animo pacifico e umili origini, che vive nella campagna della Virginia nutrendosi di fede cristiana, di letture mediche e dell’amore della bellissima Dorothy (Teresa Palmer, Warm Bodies).
Quando il secondo conflitto mondiale raggiunge l’apice della sua criticità, Doss, seppur orgoglioso obiettore di coscienza, decide di arruolarsi per servire il suo Paese come soccorritore.
La cruda prassi militare statunitense frustra però i desideri del ragazzo, che in nome della sua fede e del comandamento “non uccidere”, rifiuta categoricamente di imbracciare le armi.
Un soldato che non sa ammazzare è un peso morto per l’esercito, ma con una tenacia ed una dedizione quasi ultraterrene, Desmond Doss trova la sua collocazione nella WWII; e addirittura, nella sanguinaria battaglia di Hacksaw Ridge, nei pressi di Okinawa, contro l’implacabile esercito giapponese, sarà proprio il gracile Desmond a rappresentare il salvifico ago della bilancia.
È tutto vero: l’incredibile ed ultra patriottica vita di Desmond Doss, caso unico di eroismo disarmato, è documentata dalla Storia.
A ricostruire le sue gesta, il salvataggio di più di 75 compagni, ci pensa l’esperto di lezioni di Storia su celluloide Mel Gibson: La Battaglia Di Hacksaw Ridge, a dispetto del titolo, punta il suo focus non tanto sulla famigerata battaglia ma sulla vita pre e post bellica di Doss, interpretato da un Garfield grandioso.
L’attore trentatreenne, nel suo anno di grazia (divina, considerando il dialogo spirituale che intraprende qui e nel Silence di Scorsese), si carica sulle spalle tutto il suo personaggio, splendendo sia nella finta quiete della fase giovanile, sia nel vero terrore della fase di combattimento.
È particolarmente intrigante la riflessione sulla sacra psicologia dietro all’obiezione di Doss, le striature del suo credo e il compromesso tra i pensieri di pace e quelli di guerra.
Attorno ai riflettori di Garfield gravitano altre facce note e pregiate, dal reduce padre Hugo Weaving al ferreo sergente (un po’ Hartmaniano) Vince Vaughn.
Gibson raccoglie lo script di Andrew Knight (The Water Diviner) e Robert Schenkkan trasformandolo in un film granitico per orgogliosi americani e amanti del cinema “di una volta”, quello che riempie lineamente i cuori e che spinge in fuori il petto a stelle e strisce.
La Battaglia Di Hacksaw Ridge è un war movie cubico, durissimo e sofferto. La struttura, puramente hollywoodiana, non lascia spazio a sperimentazioni e non si lascia smussare da leggerezze.
È l’esito di un lavoro scrupoloso ed accorato di un grande regista, che emoziona e commuove sbandierando con fierezza i tòpoi del genere. Anche perché ogni volta che la retorica fa capolino dietro la trincea, Gibson la ricaccia giù con la forza della sincerità mainstream.
In Hacksaw Ridge si tributa e parla di un peculiarissimo eroe americano, non uno dei tanti, un pacifista al fronte. Una storia da conoscere e che non può lasciare indifferenti, declinata in modo classicista, saldo e potente.
Luca Zanovello
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole