Un commento a La bambinaia di Rita Hayworth. Ritratti di Katja Snozzi, la mostra in corso al museo Vincenzo Vela di Ligornetto (Svizzera) sino al 5 marzo 2017.
Mia nonna era una donna magra e piccolina, con due occhi vispi e zigomi pronunciati. Era bella, di una bellezza anticonvenzionale, tipica di altri tempi, quella che contraddistingueva le dive dell’epoca d’Oro di Hollywood. Un tempo che non esiste più. Oggi la mia ava avrebbe avuto un secolo. Ha vissuto a lungo e la luce nei suoi occhi è rimasta sino alla fine la stessa. Nessuna sofferenza o magnifica ruga è riuscita a mitigare quel guizzo nelle sue pupille che gli zigomi contribuivano a rendere ancor più evidente.
Quando la ricordo, non so perché ma la rivedo sempre avvolta nelle sue pellicce dall’enorme collo, che le incorniciavano il viso e la facevano sembrare ancora più minuta. Lo sfondo è in bianco e nero. I troppi film con Marlene Dietrich, a cui nonna assomigliava, mi avranno influenzata, oppure no. Chi lo sa. Ma quell’aura carica di fascino ed esperienza lontana, che rende tutto puro e importante, e riapre tanti cassetti della memoria, l’ho rivista recentemente al Museo Vincenzo Vela, in occasione della mostra La bambinaia di Rita Hayworth.
Sino all’inizio di marzo, infatti, il primo piano del museo ospiterà alcuni selezionati ritratti che la fotografa locarnese Katja Snozzi ha scattato a cento modelli con la caratteristica comune di essere centenari. Esatto, sono ben cento e ognuno con almeno cento primavere sulle spalle. Sono persone bellissime e inconsapevoli (forse) di svelarci la mappa di un secolo. Molte appaiono divertite, altre sono stanche, ma tutte portano la storia – la nostra storia – con sé in ogni solco che il tempo ha lasciato sul loro volto. Quanta vita, quante somiglianze e quanti racconti…
I protagonisti delle magnifiche opere della Snozzi non hanno partecipato alla presentazione alla stampa dell’evento ma la loro energia, e gli aneddoti che avrebbero potuto condividere con noi, era nell’aria e ha rapito i presenti. In un percorso intimo e raccolto, complice un allestimento che crea un dialogo ideale tra le arti e le epoche, tra le sculture (di Vincenzo Vela) e le fotografie alle pareti, tra il bianco e il nero, arriviamo alla fine illudendoci di udire le loro voci. Tutto è sospeso e l’atmosfera ha un non-so-che di cinematografico.
È la seconda volta che una temporanea di fotografia si tiene all’interno dello spazio museale e oggi il motivo è quanto mai importante. La quarta stagione della vita è un tema attuale, con risvolti pubblici, sociali e politici di notevole portata. La paura rispetto ad essa assume varie forme, sicuramente si teme di subirla prima e di viverla dopo.
Presentare la vecchiaia nel Paese, con rispetto e senza scivolare nel sentimentalismo, comprendendone tutte le aree linguistiche e includendo rappresentanze di persone ancora autonome ed altre ospitate in case di cura, era un laboratorio di studio impossibile da ignorare. Da questo punto di vista La bambinaia di Rita Hayworth è una mostra oltre che poetica e solare, anche sorprendente e soprattutto necessaria.
Nel 2016 ne è nato prima un libro, Jahrhundertmenschen. Anime centenni. Personnages d’un siècle. Fatschas centenaras (Scheidegger & Spiess), nel quale sono racchiusi tutti e cento i ritratti. Poi, a fine novembre, è stata inaugurata l’esposizione di Ligornetto, con trenta di essi in grande formato. Ora, il consiglio è di organizzare una visita alla Villa e, magari, tornare a raccontarci le vostre emozioni.
L’ultimo giorno sarà domenica 5 marzo 2017 e, come di consueto, vi invitiamo prima di partire a consultare il sito ufficiale (un clic qui: www.bundesmuseen.ch/museo_vela) per scoprire le mappe, gli orari di apertura, i biglietti e le ultime news.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”