Paul SIGNAC Riflessi sull’acqua: ultime ore per scoprire la mostra in riva al lago di Lugano

La mostra Paul SIGNAC Riflessi sull’acqua, al MASI di Lugano sino all’8 gennaio 2017 (oggi). 

Paul Signac, Saint Cloud (1903), collezione privata – Fotografia: Maurice Aeschimann

Seconda metà dell’ottocento. Parigi. In una famiglia agiata, nasce un giovane curioso, viziato (si narra), con enorme talento (senza dubbio). Il suo nome è Paul Signac e con l’amico Georges (Seurat, ndr) segnerà il suo tempo dando vita al puntinismo e al divisionismo. Con una spiccata propensione per le varie arti (l’essere cresciuto a Montmartre sicuramente ha lasciato il segno) abbandona anzitempo gli studi e si dedica alla pittura. Dipinge, dipinge, dipinge. Dapprima si concentra sugli impressionisti poi inizia a sperimentare. Non si fermerà più e diverrà il riferimento per le nuove generazioni di artisti (Fauvismo e Cubismo).

A lui e solo lui è dedicata la mostra che chiuderà questa sera al MASI (Museo d’arte della Svizzera Italiana) all’interno del LAC, il polo artistico e culturale fronte lago inaugurato lo scorso anno in centro a Lugano. I pezzi esposti sono ben centoquaranta. Alcuni sono vere e proprie pietre miliari e dal vivo ci scuotono con la loro luce e i colori vibranti. Altri, invece, ci provocano meraviglia. I motivi sono più d’uno. A titolo d’esempio: si tratta di un numero considerevole di opere, tutte provenienti da una sola collezione privata, gentilmente concessa al museo per l’occasione. Ci troviamo pertanto al cospetto di una nutrita serie d’immagini inedite che comprendono bozzetti, esperimenti, incisioni, acquerelli e dipinti. È a dir poco uno spettacolo. Come se non bastasse, lo stupore non si può contenere una volta difronte al gruppo di disegni a inchiostro di china acquerellato. Il tratto è nero, di un nero profondo (ma non cupo), e si contrappone non poco alla vivacità delle tele a cui siamo da sempre abituati. È ammaliante. Il silenzio negli ambienti impera.

La vista dalle finestre del museo – Fotografia: Vissia Menza

A fare da cornice a tanta bellezza c’è il LAC con la sua architettura di carattere, amata da alcuni e odiata da altri, a cui è impossibile rimanere indifferenti, che a fine percorso offre il plus di una panoramica sulla città e sul Ceresio da una posizione d’eccezione. La sosta contemplativa è obbligata e, volendo, può essere pretesto per sfogliare uno dei cataloghi (curato da Skira) a disposizione degli utenti così da scoprire qualche informazione utile e proseguire la visita con rinnovata curiosità.

Dicevamo in apertura che – ahinoi – l’esposizione calerà il sipario questa sera. La domenica è notoriamente giorno perfetto per una gita fuori porta con la famiglia. Il nostro consiglio è pertanto di non scoraggiarvi: ce la potete ancora fare. Le distanze non sono siderali (un’oretta da Milano) quindi alzatevi dal divano, partite e godetevi la trasferta!  Paul SIGNAC Riflessi sull’acqua regala davvero tante conferme, rivelazioni, sorprese.

Per gli approfondimenti, le news, gli orari, i costi e le mappe andate sul sito ufficiale www.masilugano.ch Sotto qualche foto per convincervi definitivamente.

 

n.d.r. un clic per vedere lo slideshow, un secondo clic per ingrandire la singola fotografia 

 

Paul Signac, Saint-Briac. Les balises. Opus 210 (1890), collezione privata - Fotografia: Maurice Aeschimann
Paul Signac, Sainte-Anne (Saint-Tropez), 1905, collezione privata - Fotografia: Maurice Aeschimann
Paul Signac, La Corne d’or. Matin (1908 circa), collezione privata - Fotografia: Maurice Aeschimann
Paul Signac, Juan-les-Pins. Soir (1914), collezione privata - Fotografia: Maurice Aeschimann
Paul Signac, L’Ile-aux-Moines (1929), collezione privata - Fotografia: xMaurice Aeschimann
Paul Signac Ajaccio 26 maggio (1935), collezione privata - Fotografia: Maurice Aeschimann
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