Ieri ho presentato ben otto mostre di fotografia attualmente visitabili a Milano; ma oggi non siamo da meno, nella città che – dopo alcuni anni di letargo – è tornata agli splendori degli anni 60-70 come una delle capitali europee dell’arte contemporanea.
Iniziamo con i festeggiamenti per celebrare un concittadino illustre: nel 2016 ARNALDO POMODORO ha compiuto 90 anni e Milano gli dedica fino al 5 febbraio una grande mostra antologica che abbraccia l’intera città e alcune delle sue sedi espositive più prestigiose, pubbliche e private. Il fulcro è Palazzo Reale: la mostra ospitata nella Sala delle Cariatidi accoglie una trentina di sculture realizzate dal 1955 ad oggi e scelte dall’artista stesso, mentre nella Sala degli Arazzi i visitatori possono entrare, in modo virtuale, nel “Labirinto”, grazie alla potenzialità immersiva dei visori Gear VR e di HTC Vive. In Piazzetta Reale il complesso scultoreo “The Pietrarubbia Group” – sei opere in bronzo realizzate fra il 1975 e il 1995 – è esposto per la prima volta nella sua totalità. A questa si aggiungono iniziative più piccole ma non meno significative: la Fondazione Marconi, ad esempio, riproduce una sua mostra che ebbe luogo nel lontano 1971, mentre al Museo Poldi Pezzoli trovano posto bozzetti e maquette di 16 scenografie teatrali, oltre ad alcuni gioielli che sono in realtà mini-sculture. Sembrano invece enormi sculture i due edifici da lui disegnati, i cui progetti sono esposti a La Triennale. C’è poi, naturalmente, la Fondazione Arnaldo Pomodoro che per tutto il periodo organizzerà attività didattiche per adulti e bambini, oltre a passeggiate in città alla scoperta dei monumenti da lui realizzati.
Un’altra mostra importante e di grande successo prosegue fino al 22 gennaio a Palazzo Reale: è ESCHER, dedicata al geniale incisore olandese che ha prodotto centina di intriganti disegni, in cui la maestria tecnica è unita all’inventiva e alla capacità di stupire l’osservatore con le sue “figure impossibili”.
Dal rigoroso, nordico bianco e nero, ad un coloratissimo caos; uno è morto nel 1972, l’altro è nato nel 1960; eppure, sembrano appartenere a secoli diversi: è tutto un altro mondo quello di BASQUIAT. Non a caso ospitata fino al 26 febbraio al MUDEC-Museo delle Culture di Milano – il nostro nuovo, bellissimo museo etnologico – la mostra espone 140 opere dell’artista “maledetto” Jean-Michel Basquiat. Newyorkese, nero, gay, è scomparso nel 1988 a soli 27 anni, ma è riuscito in un arco di tempo brevissimo a costruire una leggenda attorno alla sua figura e alla sua arte.
Grazie alla Fondazione Pirelli, che ha donato alla città un luogo magico consacrato all’arte contemporanea, all’Hangar Bicocca ha da alcuni anni stabile dimora la monumentale opera di Anselm Kiefer “I Sette Palazzi Celesti”, a cui da poco si sono aggiunte cinque gigantesche tele dello stesso autore. Attualmente sono inoltre presenti due mostre: fino al 29 gennaio “Situations”, grande personale antologica dedicata all’artista “povero” giapponese Kishio Suga, e fino al 9 aprile “GDM – Grand Dad’s Visitor Center”, percorso espositivo diviso in stanze dedicate dalla francese Laure Prouvost a suo nonno, artista concettuale. Strano, ma affascinante e insieme divertente.
Comodamente raggiungibile con la metropolitana 5 (fermata Ponale), Hangar Bicocca è aperto fino alle 22 e l’ingresso è gratuito, per cui non avete scuse. E portateci i bambini, che si divertiranno un mondo con le mostre e con le tante attività a loro dedicate (queste a pagamento e su prenotazione).
Alla GAM-Galleria d’arte Moderna fino al 26 febbraio LA FINESTRA SUL CORTILE. SCORCI DI COLLEZIONI PRIVATE. Nata grazie alla rinnovata collaborazione con UBS, la mostra offre un percorso che si snoda all’interno delle sale per indagare il tema del collezionismo privato attraverso un dialogo inedito tra i raffinati, eleganti spazi neoclassici della Villa Reale e i suoi capolavori con le opere provenienti da due prestigiose raccolte italiane, la Collezione Panza di Biumo e la Collezione Berlingieri. Creando insolite corrispondenze fra artisti moderni, contemporanei e ottocenteschi – Christo, Dan Flavin, Joseph Kosuth, Giulio Paolini, Richard Serra, Rudolf Stingel accanto a Giovanni Fattori, Francesco Hayez, Edouard Manet, Giorgio Morandi – l’esposizione riunisce episodi apparentemente frammentati in un unico grande racconto che delimita il “campo visivo” del visitatore e richiama la celebre pellicola di Hitchcock da cui prende il titolo. Nel cortile della GAM ogni sera dopo il tramonto si accende la suggestiva installazione luminosa site-specific di Arthur Duff “Adaptation”.
Al Museo del Novecento fino al 12 marzo 2017 BOOM 60! Era arte moderna. E’ una mostra divertente, coloratissima, con risvolti – a distanza di 60 anni – spesso ironici, dedicata all’arte in Italia tra i primi anni Cinquanta e i primi Sessanta, e alla sua “presenza” mediatica nei più popolari canali di comunicazione: giornali, rotocalchi e riviste di attualità illustrata. Quando arte e pubblicità diventarono indissolubili, tra titoli sensazionali e scoop d’artista, con opere realizzate da Marc Chagall a Niki de St. Phalle, da Mimmo Rotella a Lucio Fontana.
Dopo due mostre in musei pubblici torniamo ad un altro privato che sta facendo molto per l’arte contemporane. E’ la Fondazione Prada (già ieri vi ho parlato della sezione fotografica appena inaugurata in Galleria Vittorio Emanuele), che nell’enorme sede di 19.000 mq, situata in una ex distilleria dei primi del Novecento meravigliosamente ristrutturata, ospita attualmente ben quattro mostre. Fino al 9 gennaio UNEASY DANCER, mostra antologica dedicata a Betye Saar Los Angeles,1926). Donna e nera, nota per i suoi lavori di collage e assemblaggio, ha fatto parte negli anni ’70 del Black Arts Movement, sfidando da sempre miti e stereotipi.
Fino al 22 gennaio SLIGHTH AGITATION 1/4: all’artista ungherese Tobias Putrih si deve l’intervento, che ha l’aspetto di un gioco da abitare, primo di quattro commissioni site-specific che si succedono dal 20 ottobre 2016 all’interno della Cisterna, uno degli edifici industriali preesistenti che costituiscono la sede del museo.
Prorogata al 12 febbraio WILLIAM N. COPLEY, 150 lavori in una grande antologica che ripercorre l’intera carriera dell’artista americano che, dalla fine degli anni ’40 a Los Angeles, si è sviluppata a Parigi per poi consolidarsi tra Europa e Stati Uniti.
Fino al 9 aprile KIENHOLZ: FIVE CAR STUD che riunisce una selezione di opere realizzate da Edward Kienholz e Nancy Reddin Kienholz, tra le quali la storica installazione del 1959 che dà il titolo alla mostra. L’opera, che riproduce in dimensioni reali una scena di violenza razziale, è molto realistica e decisamente impressionante; è perciò vivamente sconsigliata ai ragazzi.
Nel caso, per tirarvi su dopo la maratona, potete andare a ristorarvi al Bar Luce, aperto anche al quartiere, il cui arredamento in stile vecchia Milano è stato curato dal regista Wes Anderson.
Tutte le informazioni pratiche sulle mostre a Milano – indirizzi, prezzo del biglietto, orari – le trovate sui siti delle varie sedi, che si aprono cliccando sui titoli in rosso.
Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.