Recensione del film Il Curioso Mondo di Hieronymus Bosch al cinema solo il 13 e 14 dicembre 2016

Hieronymus Bosch poster

Il poster del film Il Curioso Mondo di Hieronymus Bosch

Oggi parliamo di mostri, creature emerse dagli inferi, animali fantastici, anime perse nate dalla fantasia e dal tocco magistrale di un uomo. Un uomo geniale, un po’ ossessivo o ossessionato (forse) dai vizi, dalla perdizione e redenzione, dalle umane tendenze e imperfezioni, che sapeva essere ironico ed estremamente visionario.  Parliamo di colui che nel lontano 1400, con sconfinata maestria e pazienza illimitata, eternò queste immagini in pochi ma preziosi dipinti: il suo nome era Jeroen Anthoniszoon van Aken ma il mondo lo ricorderà come Hieronymus Bosch.

Il signor Bosch era nato in una famiglia di artisti. Il talento era scritto nel suo DNA ma riuscì a distinguersi dai parenti e dai colleghi del tempo descrivendo un universo nuovo, che metteva insieme il passato e il futuro, una dimensione che rendeva visibile, reale, quasi tangibile, il più eclettico dei pensieri (o degli incubi).

Le opere del pittore olandese sono memorabili per la perfezione, i colori e il numero quasi infinito di dettagli bizzarri,  fini e colti. Molte sono, infatti, le persone che non saprebbero descrivere una delle sue composizioni per intero ma potrebbero spendere righe e righe narrando di una piccola creatura, dai toni vividi, accucciata in un angolo, in procinto di gustarsi un essere umano. La sua dote era questa. A cinque secoli di distanza, possiamo affermare che fosse avanti anni luce rispetto alla sua epoca. Non stupisce quindi che sia stato d’ispirazione per i suoi contemporanei e per coloro che vennero dopo.

Hieronymus Bosch - Visions of the Hereafter


Hieronymus Bosch, Visions of the Hereafter © Museo di Palazzo Grimani, Venezia
Photo: courtesy of Nexo Digital

In occasione di una ricorrenza così importante come il cinquecentesimo dalla morte, ‘s-Hertogenbosch, la sua città natale, ha deciso di dedicargli la più ampia retrospettiva mai realizzata. Lo scoglio primario è stato che nulla era rimasto in quel luogo. Si è resa necessaria una buona dose di tenacia, pazienza e professionalità da parte dell’Het Noordbrabants Museum che ha saputo barattare la propria conoscenza pur di portare a compimento un progetto apparentemente impossibile. Il risultato è stato stupefacente. Un totale di 36 opere (17 dipinti e 19 disegni), delle 44 sopravvissute nell’arco dei secoli, sono convogliate da mezzo mondo nei Paesi Bassi, attirando oltre 420.000 visitatori da ogni dove.

Coloro che non sono riusciti a prendere un volo, durante i mesi di apertura della mostra Hieronymus Bosch – Visions of Genius, oggi e domani (13 e 14 dicembre 2016), grazie alla rassegna La grande Arte al Cinema, avranno la possibilità di esplorare quei meravigliosi quadri recandosi semplicemente in un sala cinematografica vicino a casa – un clic su www.nexodigital.it per l’elenco degli esercizi aderenti all’iniziativa.

Da questo evento ne è nato, infatti, un documentario che, complice la tecnologia, ci permette di entrare in quei capolavori, ce li svela da nuove angolazioni, ci mostra addirittura ciò che è celato oltre la superficie. Molti sono gli ospiti illustri che ci aiutano a scoprire aneddoti e a scovare figure nascoste. Alla fine ci mettiamo a sognare e sorridiamo immaginando cosa possa aver pensato l’autore mentre era intento a dare forma a quanto ci scorre davanti agli occhi. E, per incanto, ci sentiamo altrove, ci ritroviamo a vagare in quel mondo sottosopra in cui spesso regnava la paura, perché non siamo sazi, non vogliamo che quel viaggio finisca. È magico e totalizzante. Questo è il potere di Hieronymus Bosch: ha l’abilità di sedurci, ipnotizzarci e ricordarci di non frenare mai la fantasia.

Vissia Menza