Chi mi ha incontrato non mi ha visto (L’ultima fotografia di Arthur Rimbaud) dopo il debutto al TFF arriva a Filmmaker 2016
Domenica 4 dicembre. Siamo alle battute finali di Filmmaker International Film Festival edizione 2016. Sono stati giorni intesi, in cui abbiamo potuto rivedere, scoprire, approfondire tanto cinema. Retrospettive, masterclass e anteprime si sono susseguite per la gioia dei cinefili più esigenti, del pubblico affezionato e dei curiosi della settima arte. E quest’ultima giornata ha in serbo per noi ancora qualche sorpresa. Tra queste la prima milanese di Chi mi ha incontrato non mi ha visto, il nuovo documentario di Bruno Bigoni, che verrà proiettato alle ore 17.00 presso lo Spazio Oberdan.
Un verso di Arthur Rimbaud dà il titolo alla pellicola e la scelta non è casuale. Il film ha, infatti, subito una vera rivoluzione in corso d’opera. Nato come un omaggio, un insieme di frammenti, immagini e versi del poeta francese, d’improvviso ha mutato forma, è divenuto qualcosa di molto diverso: una detection story con protagonista il regista stesso.
Facciamo un passo indietro. Bigoni ha coltivato negli anni una grande passione per Rimbaud, conosce e probabilmente possiede tutto ciò che di suo sia stato pubblicato. Potete quindi immaginare cosa abbia provato il giorno in cui una misteriosa signora l’ha contattato per vendergli una fotografia inedita che ritraeva il poeta stremato, in ospedale a Marsiglia, in fin di vita, intento a scrivere. Doveva fare qualcosa, poteva essere una rivelazione.
Parte a questo punto un’avventura con molte incognite che il regista decide di filmare passo a passo e che è l’anima di Chi mi ha incontrato non mi ha visto. Un’opera che potremmo definire un viaggio all’inseguimento della verità, a caccia di persone informate e di dettagli nascosti, teso alla realizzazione di un sogno. Tutte cose che senza procedere all’acquisto non potevano avverarsi e avvincere una platea.
Come dice lo stesso Bigoni, “il progetto si è trasformato in qualcosa di spericolato” e noi ci ritroviamo a seguirne le evoluzioni. Partecipiamo alla raccolta del denaro richiesto, all’indagine che dovrebbe condurre alle agognate conferme (alcune delle quali quasi impossibili) e alla ricerca di un interlocutore pronto ad accogliere la novità a braccia aperte. Cambiamo città, arriviamo sino in Francia, gioiamo, ci rattristiamo e incrociamo le dita sperando che l’enigma si risolva per il meglio. Cosa accadrà? A voi scoprirlo.
Noi vi possiamo solo dire che il punto di forza di Chi mi ha incontrato non mi ha visto è proprio la storia, degna della migliore fiction, ricca di suspense e di colpi di scena. Le sorprese saranno più di una (la foto è solo l’inizio), i dilemmi saranno pochi ma fondamentali, le risposte non sempre quelle che volevamo. Un pizzico di ironia rende tutto più frizzante, il finale è inaspettato e il messaggio non troppo velato è universale. Perché alla fine chiunque tende a vedere e credere solo a ciò che vuole e talvolta non si tratta della realtà. È questione di prospettiva.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”