Palle di neve, il Natale si avvicina

Recensione del dolce e colorato film di animazione Palle di neve di Jean-Francois Pouliot e Francois Brisson

Il poster italiano del film Palle di neve

Cosa possono fare i bambini nel tempo libero in inverno? Se abitano in un paesino isolato e sommerso dalla neve, hanno solo una meravigliosa opzione: giocare a palle di neve! Non facendosi estemporanei scherzi a vicenda bersi organizzando una vera e propria battaglia, erigendo mura e fortezze da espugnare, studiando una strategia dopo essersi divisi in fazioni. Un po’ come nel passato quando i prodi cavalieri in armatura si lanciavano alla conquista del castello avversari con i loro fedelissimi compagni.

Questo devono aver pensato i piccoli protagonisti di Palle di neve, il lungometraggio di animazione diretto da Jean-Francois Pouliot e Francois Brisson che ha raccolto applausi e riconoscimenti ad ogni festival e cinema in cui è stato proiettato. Basato sul racconto Il cane che fermò la guerra, il film narra la storia di alcuni ragazzini che fronteggiano la temporanea chiusura della scuola con la versione outdoor innevata e pacifica di Risiko. Il risultato è strabiliante. In poco tempo sulla collina sorge un fantasioso fortino con tanto di bandiera issata sulla torre. Si costruiscono catapulte da neve e si approntano elaborate strategie per sopraffare il nemico. Il punto è che, nella realtà dei fatti, di nemici non ce ne sono. Si creano solo due gruppi i cui rispettivi capitani, Luke e Sophie, entrambi undicenni, finiscono per subire il fascino l’uno dell’altro sino a quando, purtroppo, la battaglia sfugge di mano e si trasforma in qualcosa d’altro.

Palle di neve – Foto: Notorious Pictures

In Palle di neve il divertimento non manca. Si tratta di una spassosa animazione che sposa i registri della commedia colorata e spensierata. Caratteristica quest’ultima che però non le impedisce di toccare, uno dopo l’altro, temi fondamentali come gli effetti di una competitività forzata contrapposti a quelli benefici e costruttivi della solidarietà. L’importanza della speranza e dell’amicizia durante e dopo la crescita. Quella crescita che ci porta tra alti e bassi dall’infanzia alla pubertà, periodo che i nostri giovani eroi si accingono a scoprire. Con gli amori e dissapori che ne conseguono ma che, grazie al cielo, si risolvono velocemente, appena la spontaneità riprende il controllo – a differenza di quanto accade nel mondo degli adulti. Quegli adulti che non si vedono mai ma a cui, in fondo in fondo, e non troppo velatamente, si vuole davvero arrivare e tirare le orecchie.

Il cartone animato da pochi giorni nelle sale italiane, è un bon bon alla crema. Dolce nella trama, candido nei messaggi, genuino nel profumo e nel sapore. Complice forse la grafica, e l’ambientazione, ci ricorda i dolci di una volta, quelli sfornati nei pomeriggi di inverno dalle nonne (e le efficaci ramanzine che talvolta ne conseguivano). Ci regala un sogno scevro di tecnologia e frenesia, che evita accuratamente concetti astratti e confusi. Senza schiamazzi, con grazia e semplicità, gli autori danno vita ad una favola squisita che si è meritata i premi conquistati. Manda un monito ai grandi, critica il loro mondo, e ripone la speranza nei gesti e negli sguardi innocenti di Luke, Sophie, Lucy, Jack, Chuck e del resto del gruppo. Una vera boccata di aria fresca, anzi frizzante, che rinfranca e ci mette tutti di buonumore.

Vissia Menza

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