è giovedì sera, mi lascio alle spalle una giornata infinita e corro al cinema, ad attendermi i soliti cari amici e il film Money Monster di Jodie Foster, un cast d’eccellenza, tra cui spiccano Julia Roberts e George Clooney, un’atmosfera molto americana, questo è certo, mi preparo all’eccesso
si spengono le luci e immediate giungono a noi sollecitazioni spropositate, musiche sfrenate, luci policrome, ritmi serrati, la solita spettacolarizzazione dei sentimenti, i contenuti prevedibili
ahimè
!
mi innervosisco, chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie, ho bisogno di una tregua, il mio povero cervello in debito di quiete e dolcezza respinge questa gigantografia di un mondo perverso e rincorre invano intuizioni geniali da rielaborare con calma fino alla prossima proiezione
che delusione
la recitazione è ineccepibile, eppure la trama è scontata, c’è un buono, un cattivo e uno così così, suggerisce un’amica annoiata quanto me dalle solite scorribande della polizia, da trappole e tranelli, da finte lacrime trattenute, da un investitore infuriato con il mondo della finanza che prende in ostaggio chi non se lo merita, basta, questo già lo sappiamo, noi siamo qui per crescere, siamo qui per sognare
incendiateci i cuori e le menti
perdiana
cerco conforto nei miei vicini, li guardo di sottecchi e leggo nei loro occhi delusione, drizzo le orecchie e ascolto i loro commenti infelici, mi sento meno sola, abbiamo tutti bisogno d’altro, siamo un pubblico viziato, vogliamo di più
per distrarmi soffermo l’attenzione su dettagli irrilevanti, le divise dei poliziotti, la pettinatura della Roberts, i tagli degli abiti, le scarpe, ma l’interesse è minimo, mi estraneo e organizzo mentalmente la giornata di domani tamburellando i piedi sul pavimento in attesa della fine di un film d’azione che sembra non terminare mai, lasciatemi uscire
ho altro da fare
un passaggio, uno sguardo, un morto, un sorriso e una conclusione prevedibile mi liberano, corro a casa a immergermi in una sana lettura che concimerà quella parte di cervello che si è rattristata
Elisa Bollazzi
n.d.r. con un clic QUI potete leggere la recensione di Money Monster scritta in occasione della presentazione del film al Festival di Cannes 2016
Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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