Doctor Strange, recensione del nuovo cinecomic di casa Marvel

Esordio alla grande nel Marvel Cinematic Universe per il Mago Supremo interpretato da Benedict Cumberbatch.

Il poster italiano del film Doctor Strange

Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) è un brillante neurochirurgo. Ha un ego direttamente proporzionale alla sua grande abilità. Quando però un incidente d’auto lo priva della capacità di usare le mani, cerca la soluzione alla sua infermità un po’ ovunque nel mondo.

Esaurite le possibilità della scienza, si mette sulle tracce di una setta che sembra dotata di grandi poteri. Sotto la guida dell’Antico (Tilda Swinton), una donna che sembra avere migliaia di anni, del bibliotecario Wong (Benedict Wong) e dell’istruttore Mordo (Chiwetel Ejiofor) apprenderà che esistono arti mistiche capaci di stravolgere lo spazio-tempo, che potrebbero aiutarlo nella sua infermità, ma anche essere usate per scopi più alti.

Come per esempio fronteggiare Kaecilius (Mads Mikkelsen), un ex allievo dell’Antico che si è ribellato perché vorrebbe possedere nientemeno che il segreto dell’Immortalità, per il quale è disposto a cedere l’intero nostro pianeta a un essere dall’immenso potere chiamato Dormammu.

Tilda Swinton e Benedict Cumberbatch in Doctor Strange – Photo: Marvel Entertainment

Nel quadro dei film del Marvel Cinematic Universe Doctor Strange è una origin-story, ossia il racconto che introduce un nuovo personaggio raccontandone le origini.

Ma è anche un film che amplia i confini dell’universo narrativo, aprendo le porte di altri universi. Dalla Terra degli Avengers, ad altri mondi come Asgard di Thor, passando per lo spazio profondo dei Guardiani della Galassia, stavolta passiamo a orizzonti estesi nel tempo e nello spazio. E passiamo anche a una dimensione magica, perché in nessun altro modo vengono introdotte le capacità che Stephen Strange apprende. Una magia che non altera le leggi della natura solo perché non viene spinta al massimo dai suoi praticanti.

Strange però dovrà prendere delle decisioni importanti in merito, non tanto per crescere nel suo ruolo, per diventare il Mago Supremo del nostro pianeta, ma anche per salvarlo dall’annientamento.

Una scena di Doctor Strange – Photo: Marvel Entertainment

Lo spettacolo messo in scena da Scott Derrickson è all’altezza della grande immaginazione necessaria per un personaggio che contiene tutto e il contrario di tutto in sé. Ordine e caos, dimensioni parallele e trasversali a diversi piani. Geometrie frattali, stati quantistici sovrapposti.

Dal punto di vista visivo, Doctor Strange supera quanto è stato realizzato nei precedenti film Marvel. Nessuno dei precedenti film vi ha preparato alla meraviglia a cui assisterete. Le immagini migliori, le più sorprendenti, non le avete viste in nessun trailer o foto di scena.

La storia è veloce, fila come un treno e appassiona. Le gag, marchio di fabbrica dei film Marvel, non disturbano e sono bene equilibrate. Anche in questo caso l’antagonista non sembra all’altezza del personaggio principale, muovendosi con motivazioni un po’ risapute. In realtà vi ho già detto che in fondo la vera minaccia è un’altra. E altre minacce si profileranno più avanti visto che, come è tradizione Marvel Studios, dopo la seconda scena dopo i titoli di coda la promessa è che il Doctor Strange tornerà.

Emanuele Manco
Recensione pubblicata anche su FantasyMagazine.it

 

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