Un genio esperto di numeri e di tecniche avanzate di combattimento lotta per la vita contro le macchinazioni di chi vuole coprire un ammanco nei conti di una multinazionale della robotica.
C’è un misterioso personaggio che ossessiona Ray King (J.K. Simmons) a capo delle investigazioni del Dipartimento del Tesoro: si tratta del contabile delle più disparate organizzazioni criminali. Un uomo che viene chiamato per scoprire dove sono i loro ammanchi, e che rimane vivo. King incarica perciò la giovane analista Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson) di mettersi sulle tracce dell’uomo.
Il Contabile (questa sarebbe la traduzione di The Accountant), vive in incognito sotto il nome di Christian Wolff (Ben Affleck) ed è un personaggio singolare.
Autistico, è dotato dello stesso grande talento sia per i numeri che per le armi e le tecniche di lotta. Pertanto gli viene affidato l’incarico di verificare le cifre delll’ammanco nei bilanci della multinazionale Living Robotics, specializzata in protesi avanzate per chi ha perso gli arti, direttamente dal suo fondatore Lamar Black (John Lithgow) scoperto dalla giovane contabile Dana Cummings (Anna Kendrick). Ma dopo questo conferimento sulle tracce sue e della ragazza si mette il pericoloso killer Brax (Jon Bernthal), incaricato da misteriosi mandanti di mettere la questione a tacere.
Mentre Wolff lotta per la vita cercando semplicemente di “completare il suo lavoro”, scopriremo pian piano i segreti retroscena della sua vita.
The Accountant di Gavin O’Connor nasce da una idea per il cinema, su sceneggiatura di Bill Dubuque. Si tratta di un action la cui storia è moderatamente più complessa della media dei film del genere.
Le abilità del protagonista lo fanno quasi diventare un supereroe, seppur della categoria degli amorali anti-eroi in realtà. Personaggi che visti da un certo punto di vista sono da considerarsi cattivi, da altri dei “buoni”, ma che in realtà non sono né l’una né l’altra cosa. Hanno semplicemente un loro percorso d’intenzioni.
Di contro il film sembra riproporre alcuni dilemmi ben noti. Si può fare del bene usando gli strumenti del male?Nessuno dei personaggi del film sfugge a questo dilemma.
Ben Affleck è ben calato nel ruolo del nerd che in parte molti vorrebbero essere. Geniale con i numeri, appassionato di comics, di arte e del bello in generale, esperto lottatore di tecniche raffinate che minimizzano lo sforzo per ottenere il massimo del risultato, è un personaggio con il quale si potrebbe costruire una serie. John Nash con le capacità di Rambo.
Non è detto che non accada, i presupposti ci sono tutti. Lo spettacolo e l’intrattenimento sono assicurati da una regia solida, con una sceneggiatura agile pur se complessa, in cui tutti gli elementi trovano il loro posto.
Emanuele Manco
Articolo precedentemente pubblicato su FantasyMagazine.it
Matematico prestato all’informatica, giornalista pubblicista, curatore della webzine amica FantasyMagazine.it e autore di racconti. Siamo convinti che scrivendo di supereroi ne abbia acquisito i poteri fantastici e siamo felici di averlo con noi più o meno ogni cambio di stagione.