L’ultima puntata della zitella più famosa del cinema spiegata a mia nonna.

Il poster italiano del film Bridget Jones's Baby

Il poster italiano del film Bridget Jones’s Baby

Ebbene sì, ci siamo, dopo anni di attesa e di dubbi che hanno arrovellato le menti di tutte le single del mondo, orfane della loro eroina senza sapere se mai ci sarebbe stato un nuovo capitolo della saga, il momento X è arrivato, il giorno in cui possiamo finalmente gioire delle nuove avventure della nostra cara, amata, Bridget.

Quello di cui stiamo parlando è infatti il terzo film che ci racconta come la Jones se la cavi ad oltre dieci anni da dove l’avevamo lasciata, ovvero non più sognatrice trentenne alla ricerca del principe azzurro, ed innamorata dell’amore che suo malgrado si deve adattare a quello che la vita le offre, ma sognatrice quarantenne sempre alla ricerca del principe azzurro che suo malgrado si deve adattare a quello che a vita le offre. Tutto chiaro, no?

Considerato che per quanto riguarda la trama in sé non credo ci sia bisogno di una descrizione approfondita, visto che tutti, o meglio tutte, conosciamo la protagonista e la sua storia, pensavo di provare a spiegare di che si tratta ad una persona che potrebbe non avere idea di chi stiamo parlando, ma chi? Le amiche? Le colleghe? Mia madre forse. No, credo che anche lei abbia visto o letto qualcosa a riguardo. A mia nonna, ecco a chi potrei spiegarlo, a lei!

Renée Zellweger in una scena del film Bridget Jones’s Baby - Photo credit: Universal Pictures

Renée Zellweger in una scena del film Bridget Jones’s Baby © Universal Pictures

Eccoci, quindi, cara nonna, evitando di entrare nel merito della descrizione più tecnica, come farei di solito, voglio presentarti Bridget, Bridget Jones, no, non James Bond, anche se l’ho detto, in effetti, con la stessa enfasi, lei non ha niente a che fare con l’eroe inglese che da vero maschio alpha salva il Regno Unito ed il mondo sventando attacchi a 360 gradi con la sola forza del suo magnetismo e del suo essere uomo, ma uomo uomo. No, lei è l’eroina che salva il concetto di zitella elevandolo a stato quasi accettabile mostrandoci che la vita sì, è degna di essere vissuta anche senza un uomo accanto che ci dica quanto siamo belle, che è sempre al nostro fianco e ci ama nonostante i nostri difetti ed i nostri chili di troppo, che si può avere una vita sociale ed una carriera anche senza essere felicemente in coppia o madre, ecco, lei è quella che ci mostra tutto questo per alcuni minuti del film, di ogni film, per poi mostrarci quanto invece sia miserabile la suddetta vita senza il suddetto principe azzurro.

No nonna, non sto scherzando, lo so che l’idea di essere salvata da un maschio per te, che hai fatto due guerre e hai vissuto cose che noi ragazze del ventunesimo secolo neanche immaginiamo, è un po’ difficile da digerire ma che vuoi che ti dica, anche nel 2016 la donna single, carina, con una bella carriera, un appartamento nella City, per cui la metà di noi potrebbe uccidere, e scommetto anche un guardaroba niente male, per giustificare il suo consumo di ossigeno debba avere un uomo accanto, altrimenti tanto vale che rimanga chiusa in casa a festeggiare i suoi inutili compleanni con la sola compagnia di un cupcake e di un pigiamone antisesso che neanche tu, in tempi di crisi, avresti mai indossato, da donna vera, quale tu, in effetti, eri.

Renée Zellweger e Colin Firth in una scena del film Bridget Jones’s Baby - Photo credit: Universal Pictures

Renée Zellweger e Colin Firth in una scena del film Bridget Jones’s Baby © Universal Pictures

Ebbene sì, a questo punto mi risulta anche un po’ arduo andare avanti e spiegarti che molte persone vadano a vedere questo film e trovino naturale aspettare l’happy ending più ovvio e che Mr Right alla fine arrivi, sotto qualunque forma ma arrivi.

Certo, nella parte iniziale del primo tempo ci illudiamo che la nuova vita libertina della protagonista possa finalmente farle capire che sì, avere una brillante carriera, i soldi, amiche con cui divertirsi e milionari fighi con cui intrattenersi, in casuali nottate tra musica e festival, non sono poi così male, soprattutto se l’alternativa è la serata a casa con il compagno di turno che si veste da salvatore della Patria solo perchè ci ha intortato in qualche modo. Purtroppo però non è così e, come è facile immaginare, la ricerca della felicità si tramuterà presto nella ricerca dell’uomo che darà finalmente un senso alla nostra esistenza di povere zitelle inutili.

Il titolo della pellicola inoltre ci suggerisce che, in effetti, c’è anche un bambino di mezzo e la cosa potrebbe forse riabilitare in corner la nostra cara Bridget, facendole raggiungere lo stesso livello di tante che crescono i figli da sole senza farsi troppe menate se non hanno avuto la fortuna (o sfortuna) di avere qualcuno del sesso opposto accanto, e invece niente, tra una situazione comico/grotteasca e l’altra dobbiamo anche sorbirci la ricerca del padre perchè no, a crescere da sola il pupo arrivato di sorpresa, questa donna indipendente del 2016 non ci pensa proprio!

Renée Zellweger e Patrick Dempsey in una scena del film Bridget Jones’s Baby - Photo credit: Universal Pictures

Renée Zellweger e Patrick Dempsey in una scena del film Bridget Jones’s Baby © Universal Pictures

Insomma nonna, hai ragione, non mi è facile cercare di farti intuire perché si possa trovare ispirazione in un film che ci propina ancora questo tipo di ideale femminile quando ci sono altre pellicole che parlano di viaggiatrici, scrittrici, artiste e sognatrici fuori dagli schemi che ci hanno aiutato a spingere l’asticella un po’ più in là. Forse è per dare una speranza a tutte le cicciottelle carine ma un po’ goffe che, in quanto tali, non possono ambire ad altro che ad essere salvate dal maschio di turno, se per “maschio” vogliamo definire un tale di cui ci si innamora e di cui si perdono le notizie per anni salvo ritrovarcelo inebetito e invecchiato, ma improvvisamente folgorato sulla via di Damasco, causa serie di fallimenti, a farci credere di essere sempre stato innamorato di noi perché tanto noi ci crediamo. Penso che ad un uomo così tu, nonna, avresti mostrato la porta nel giro di una settimana, altro che!

E comunque, in conclusione, non voglio dilungarmi e fare discorsi troppo femministi visto che questa, alla fine, è una pellicola di intrattenimento e penso che un paio di cose positive Bridget Jones ce le insegni.
Primo: non festeggiate mai il vostro compleanno a casa da sole in pigiamone di flanella con un tristissimo tortino solo perché non avete un uomo che vi porti fuori a cena.
Secondo: se mai vi trovaste nella situazione di dover scegliere tra due uomini che si palesano improvvisamente nella vostra vita dopo dieci, lunghissimi, anni di attesa e disillusione, ebbene, in questo caso scegliete il milionario belloccio, sempre!

Anna Falciasecca

BRIDGET JONES'S BABY - Secondo trailer italiano ufficiale