TORONTO 2016: vincitori e numeri della 41a edizione

Il poster del TIFF’16

È calato il sipario. Da poco più di 24 ore anche Toronto 2016 (detto TIFF’16) ha incoronato i suoi vincitori. Sono stati dieci giorni (8 – 18 settembre) in cui abbiamo riso, sognato e temuto. In totale i lungometraggi sono stati 296. Impossibile vederli tutti. Siamo passati dal dramma, al biopic sino al documentario, dopo aver aperto le danze con un western, I Magnifici 7 secondo Antoine Fuqua e il suo cast. Un’avventura ironica e appassionante che ha portato Denzel Washington, Ethan Hawke e Chris Pratt a condividere il set.

Oramai ne siamo certi, il prossimo febbraio, nella calda L.A. due pellicole si contenderanno i premi più ambiti tra quelli assegnati ogni anno dalla Academy: Jackie, interpretata da una perfetta Nathalie Portman, e LaLa Land, con una inarrestabile Emma Stone. Entrambe le opere (e le relative prime attrici) hanno, infatti, conquistato i cuori di coloro che erano nella città canadese, e son rincasate con l’ambitissimo Grolsch People’s Choice Awards, il film di Damien Chazelle, e il Toronto Platform Prize il nuovo lavoro di Larrain. È da notarsi che la giuria di quest’ultimo premio era composta dal leggendario cineasta Brian De Palma, da Mahamat-Saleh Haroun e dalla famosa attrice Zhang Ziyi (La foresta del pugnali volanti, Hero, Memorie di una geisha).

Un’immagine di LaLa Land – Photo: courtesy of TIFF’16

I due riconoscimenti della critica internazionale (FIPRESCI) sono andati nell’ordine, per la sezione Special Presentation a Feng Xiaogang per I Am Not Madame Bovary, una kafkiana lotta di una donna che affronta il sistema legale cinese; mentre in Discovery è stato il regista Mbithi Masya a trionfare con il poetico Kati Kati, considerato (non solo dai critici) una voce nuova e unica nel panorama cinematografico odierno.

Tra i premi assegnati sempre dal pubblico, non possiamo dimenticare quello riguardante le Follie di Mezzanotte (le famose Midnight Madness) andato a Free Fire di Ben Wheatley. Storia ambientata in una Boston di fine anni ’70. Justine ha organizzato l’incontro tra due irlandesi e la gang di Vernon e Ord per la vendita di un carico d’armi. Qualcosa va nel verso sbagliato e quando partono i primi colpi, s’innesca una lotta per la sopravvivenza. Nel cast anche il premio Oscar® Brie Larson.

Un’immagine di Free Fire – Photo: courtesy of TIFF’16

Ricordandovi che l’elenco dei vincitori è ancora lungo (e lo potete raggiungere con un clic qui), chiudiamo, come da tradizione, dando qualche numero. In totale tra lunghi e corti, sui 28 schermi di coinvolti sono transitati 397 lavori, in arrivo da 83 Paesi diversi. In totale i minuti sono stati 32.320, di cui 227 spesi solo con The Woman Who Left, l’opera più lunga, per cui il cineasta filippino Lav Diaz ha vinto pochi giorni addietro il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Per contro, la più corta è stata Anima, Silueta de Cohetes and Silueta Sangrienta, di “ben” 2 minuti.

Rinomato trampolino di lancio d’inizio stagione, il TIFF lascia un gran vuoto alle sue spalle, e una scia di curiosità nei mesi a venire: vogliamo scoprire se il suo pubblico, una volta ancora, abbia centrato le previsioni!

Su MaSeDomani abbiamo seguito l’evento e abbiamo raggruppato i nostri scritti in una pagina che rimarrà tutto l’anno raggiungibile all’indirizzo http://www.masedomani.com/toronto-international-film-festival-2016/ e che si arricchirà a breve di qualche altra perla.

Il nostro personalissimo suggerimento è di seguire il percorso del film islandese Heartstone (un clic sul titolo per il commento) che col suo racconto di crescita è stato una folgorante rivelazione.

Per tutto il resto, l’appuntamento è a settembre 2017 sempre sul lago Ontario!

Vissia Menza

Un’immagine di Jackie – Photo: courtesy of TIFF’16

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