Recensione del film Trafficanti con Jonah Hill e Miles Teller

Il poster italiano di Trafficanti

Il poster italiano di Trafficanti

Stando a quello che ci racconta Hollywood, è sufficiente sfogliare distrattamente le pagine della quotidianità americana per scovare vicende più folli e improbabili di qualunque sceneggiatura di finzione: piccoli e grandi sogni americani, imprese e impresari improvvisati, truffe e canaglie con ineguagliabile spirito d’iniziativa.
Anche la storia verissima dei ventenni David Packouz ed Efraim Diveroli, capaci di vincere un appalto da 300 milioni di dollari col Pentagono per le armi in Afghanistan, si spinge ben oltre l’incredibile.

E’ l’anno 2005, gli Stati Uniti sono alle prese con la guerra in Iraq e l’inizio del secondo mandato G. W. Bush. David (Miles Teller, Whiplash) è un poco realizzato massaggiatore a Miami Beach, succube di una vita mediocre. La rimpatriata col vecchio amico Efraim (Jonah Hill, The Wolf Of Wall Street), mina vagante con idee scriteriate, lo proietta in un’impresa commerciale tanto assurda quanto proficua: una società che acquista armi su internet e le rivende al governo americano.
Da pesci piccoli, David, Efraim e la loro AEY (non chiedete cosa significhi l’acronimo, o farete arrabbiare di brutto il titolare) acquisiscono fama, potere e affari imponenti. Quel tipo di affari che rischiano di sfuggirti di mano, far precipitare gli eventi e ridurti ostaggio di una banda di sicari albanesi, con una Beretta puntata dritta in fronte.

Jonah Hill e Miles Teller in Trafficanti - Photo: Courtesy of Warner Bros. Pictures

Jonah Hill e Miles Teller in Trafficanti – Photo: Courtesy of Warner Bros. Pictures

Guardando locandina e sinossi, arriva immediata la sensazione che Trafficanti (titolo originale e migliore: War Dogs) sia un altro dimenticabile miscuglio di commedia, azione e crime a stelle e striscie. Invece, è un miscuglio di commedia, azione e crime a stelle e striscie con un suo perché, carisma e il merito di farci conoscere una storia inimmaginabile.
Fratellino de La Grande Scommessa, da cui impara alleggerimenti pop e montaggio spumeggiante, nipotino dell’esasperato American Dream di The Wolf Of Wall Street, il cui denominatore comune è il volenteroso contributo di Jonah Hill.

La strana coppia Hill-Teller funziona bene, anche agli occhi di chi – come me – non li ha mai potuti soffrire in singolo. Merito loro e dei personaggi bizzarri e complementari che interpretano: il pirotecnico Efraim e il più coscienzioso David sono il gatto e la volpe del nuovo millennio.
Attenzione però. Nonostante il bizzarro humour insito nelle vicende, il regista Todd Phillips è bravo a dribblare il suo passato sbracato (Starsky & Hutch, Una Notte Da Leoni) e le sirene caricaturali. L’equilibrio tra la leggerezza dei gesti e la pesantezza delle conseguenze è di buon livello, cosa evidente nella sequenza – forse la migliore del film – in cui i nostri due quasi-eroi attraversano l’Iraq in furgone per una delicata consegna.
Trafficanti ci riporta una storia da conoscere, una declinazione incosciente del Sogno Americano che non manca di denunciare e mettere a nudo le logiche dell’economia della guerra. Ad uscirne a pezzi, oltre a quest’ultima, anche il governo americano: le sue falle e dimenticanze sono da allarme rosso anche se, proprio grazie ad esse, probabilmente avremo sempre un nuovo, avvincente film “based on a true story”.
Bonus: comparsata di Bradley Cooper e colonna sonora turbo.

Luca Zanovello