La prunelle de mes yeux, la luce dei miei occhi, è la storia d lei e lui, lui e lei, giorno dopo giorno in un ascensore.
Lui, Théo, vuole diventare il re di Parigi del rebetiko. Lei, Elise, accorda pianoforti. Lui è sicuro di sé. Lei è sicura di sé. Lui e lei s’incontrano mattina e sera per qualche fugace minuto, hanno l’amore per la musica che li accomuna ma si detestano da subito. Lei è cieca Lui lo è per dispetto, una piccola ripicca che li farà innamorare e poi allontanare. Sarà per sempre o alla fine vivranno felici e contenti? A voi scoprirlo.
Axelle Ropert, ha poco più di quarant’anni, ha iniziato come critico cinematografico prima di passare alla sceneggiatura e finire dietro la macchina da presa. La prunelle de mes yeux è il suo terzo lungometraggio, nonché la sua prima commedia. Quello che è riuscita a creare è una spumeggiante e squisita rom-com degli equivoci, perfetta per il pubblico dei festival e altrettanto in grado di gremire una sala cinematografica il sabato sera.
Se la trama profuma di classici del cinema, i dettagli lo sono un po’ meno. Le azioni e gli sgarbi dei due ragazzi, destinati a cadere uno nelle braccia dell’altra, sono scorretti quanto basta per renderli accattivanti. Per esempio, lei non vede le terrificanti mise che le suggerisce di indossare la sorella (che tanto la ama), lui non sente quanto sia pessima la sua musica, perché il fratello (che lo ama) non ha il coraggio di dirglielo. E l’amico di lei? La gelosia lo tramuterà nel peggiore degli innamorati rifiutati. Tutto è calibrato, tragicomico, divertente.
L’opera di Axelle Ropert è arrivata al 69° Festival del film Locarno direttamente in Concorso Internazionale e gli applausi entusiasti li ha raccolti sin da subito. Il passaparola è corso veloce, già alla prima proiezione pubblica la fila era a perdita d’occhio e l’accoglienza sui titoli di coda a dir poco eccezionale: l’audience (il FEVI contiene 3000 persone, ndr.) piangeva… dal ridere. Che inno alla gioia!
Uno sfondo con l’allure della Ville Lumière, uno script très jolie, qualche piccolo cliché e due attori adorabili (Bastien Bouillon e Mélanie Bernier), ci hanno regalato una storia d’amore charmante con cui evadere e sognare il nostro principe azzurro metropolitano.
Il suo titolo è La prunelle de mes yeux e la sua aria sbarazzina, che probabilmente l’ha tenuta lontano dal podio a Locarno 2016, sarà il motivo, invece, per cui conquisterà il cuore della gente il prossimo autunno. Fine, garbata, elegante.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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