IL DRAGO INVISIBILE, una dolce favola Disney torna al cinema

Recensione del film IL DRAGO INVISIBILE in sala dal 10 agosto.

Il poster del film Il Drago Invisibile

Ci sono  favole moderne e favole antiche, e poi ci sono le favole di casa Disney. Colorate, dolci, senza tempo, adatte a tutta la famiglia, con uno schema preciso, rodato, riconoscibile che a ogni nuovo viaggio portano lo spettatore in un mondo fantastico, dove si può tornare bambini e sognare per un paio di ore.

Il DRAGO INVISIBILE non fa eccezione. Siamo al fianco di Pete, un bimbo di 5 anni, alla volta di una vacanza con mamma e papà, quando accade la tragedia. E siamo sempre lì quando spaesato il piccolo si guarda in giro, cerca aiuto e… in suo soccorso compare un drago verde! Lo chiamerà Elliot e con lui stabilirà una sintonia che segnerà entrambi per sempre. L’idillio un giorno verrà incrinato per mano dell’uomo. Quell’uomo cresciuto, teoricamente con esperienza e saggezza, nei fatti ottuso e disattento, che in nome del dio-denaro distrugge, rispetta poco e spesso non osserva. Il lieto fine arriverà, prima però molto dovrà succedere.

Il Drago Invisibile – Photo: courtesy of The Walt Disney Italia

Lo dicevamo in apertura, IL DRAGO INVISIBILE è una vera storia firmata Disney pertanto farà alternativamente trattenere il fiato e sciogliere il cuore a grandi e piccini. Perché il migliore amico di Pete è solo potenzialmente pericoloso: i suoi comportamenti saranno talmente teneri da provocarci sospiri, moine e commenti a scena aperta. Il nostro tifo sarà solo per lui e per quei pochi umani così sensibili e buoni da schierarsi coi giusti, guarda caso numericamente inferiori e più deboli.

Il film scritto da Toby Halbrooks e David Lowery (che ne ha curato anche la regia) è un racconto che tocca i temi dell’amicizia, della famiglia e della crescita (soprattutto interiore). Assistiamo, infatti, alla nascita di una convivenza atipica che sarà scardinata dall’arrivo di personaggi le cui azioni metteranno in risalto la solidità del legame tra Elliot e Pete, e la maturità di quest’ultimo nel momento – obbligato – dell’emancipazione. È il trionfo dei sentimenti, degli istinti e dell’amore che sia genitoriale, fraterno o amicale.

Il Drago Invisibile – Photo: courtesy of The Walt Disney Italia

L’opera è il remake dell’omonima pellicola del 1977, basata sul racconto breve scritto da S. S. Field e Seton I. Miller, ed è caratterizzata da una narrazione veloce, tipica delle avventure epiche, slegate da un luogo e un periodo preciso. Il suo cast sembra nato per vestire quei panni. Robert Redford, qui un anziano che affascina i bimbi del paese con leggende di draghi, ci ricorda nostro nonno quando ci regalava aneddoti di un passato remoto riuscendo a conferire loro un’aura magica, quasi surreale. E il piccolo Oakes Fegley è così convincente da indurci a credere che sia cresciuto come Pete. Un fragoroso applauso se lo merita inoltre chi ha scelto di non dare voce a Eliot ma gli ha donato un manto lucido e morbido. I suoi toni fluo ci rammentano quanto sia irreale, mentre espressioni e gesti ci fanno provare immensa tenerezza. Vorremmo tutti avere condiviso l’infanzia con un drago verde. Sappiamo – ahinoi – non sia accaduto.

IL DRAGO INVISIBILE ci commuove e lascia una sensazione di leggerezza, fa riemergere il fanciullo che abbiamo sepolto nel profondo e ci rammenta che non si deve mai smettere di sognare.

Vissia Menza 

Articolo pubblicato anche su FantasyMagazine.it

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