Jason Bourne è tornato e ne avevamo bisogno.
Avete presente l’improvvisa nostalgia che vi assale inaspettatamente quando incontrate una persona che non vedevate da tempo e di cui credevate di non sentire la mancanza? Ecco, bastano pochi fotogrammi di Jason Bourne per provare gioia e realizzare che lo davamo tristemente perso per sempre. Invece no. Sofferente, alla ricerca della quiete perduta, rimanendo nell’ombra (ma non troppo), oggi Jason si sposta di continuo facendo a botte per vivere e cercando di mantenere debita distanza dai nemici di un tempo. Saranno però i visi mai dimenticati a riavvicinarlo e trascinarlo in un vortice di corse, rincorse, risse, scazzottate e sorprese per nulla piacevoli.
Tra sportelli volanti, inseguimenti tra le fiamme, poche parole e tanti pugni, il quinto capitolo della saga cinematografica (se contiamo pure il dimenticabile spin-off con Jeremy Renner, The Bourne Legacy) è un’iniezione di adrenalina e buon umore. Oltre a rivedere il volto storico di Jason Bourne (Matt Damon), ci ritroviamo immersi in una caccia all’uomo e in un’avvincente ricerca della verità. Una verità (mal)celata dai servizi segreti che coinvolge – come ovvio – le origini di Jason e come sia divenuto una macchina per uccidere. In questo nuovo episodio gli antagonisti saranno ancora più determinati e letali, e ulteriori tasselli di un puzzle, peraltro non eccessivamente intricato, si svelano aprendo porte a ulteriori scoperte.
Jason Bourne è diretto da Paul Greengrass e il suo stile è evidente. L’avventura è fracassona e indisciplinata, ma fa parte del suo marchio di fabbrica e il film si dichiara subito per quello che è: a tratti esagerato, in altri lineare, talvolta prevedibile, altre volte folle, molto fisico e assolutamente divertente. Il nostro eroe deve muoversi di continuo, non ha tempo di filosofeggiare (non a caso questo è il lungometraggio della serie con meno battute pronunciate da Damon), qualcuno lo vuole morto, gli scontri sono sempre in agguato, le pallottole volano e il fiato è spesso corto. Dalla mediterranea Atene alla continentale Berlino, dalla bollente Las Vegas alla piovosa Londra, gli sportelli in faccia e le moto ridotte a rottami non si riescono a contare. La trama è diversa, i personaggi chiave non del tutto. I fan si possono quindi rilassare e i curiosi possono esplorare la storia senza timore di sentirsi smarriti. Alla fine saranno tutti soddisfatti.
In conclusione, con questa pellicola è impossibile addormentarsi (troppe le scosse) o affaticarsi (è facile mantenere il passo). Si deve tenere a freno la curiosità e vincere la voglia di non andare più via. È una godibilissima spy story che regala due ore di intrattenimento puro. Matt Damon dimostra le primavere che ha accumulato sulle spalle dall’esordio ma regge la sfida, lo sguardo di Tommy Lee Jones è efficace nonostante la montagna di rughe e il villain Vincent Cassel è adorabilmente antipatico. Che magnifica sorpresa.
In anteprima ieri sera al Festival del film Locarno 2016, in una Piazza Grande gremita, Jason Bourne arriverà nelle sale italiane il 1 settembre. Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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