CATTIVI VICINI 2, la recensione che bussa alla vostra porta

Il poster italiano di Cattivi Vicini 2

Non è semplice fare delle commedie irriverenti che non assomiglino a nulla di già visto. Paradossalmente non ce l’ha fatta neanche Richard Linklater con il suo splendido Tutti vogliono qualcosa. Il seguito spirituale di La vita è un sogno ne richiama infatti le atmosfere e le dinamiche. Sembra che ogni tipo di situazione, ogni battuta, sia già stata girata, montata e rimontata in tutte le salse. Il problema non è, solo, della mancanza di idee degli sceneggiatori ma nel fatto che siamo invasi da una quantità industriale di commedie ready to go. Ce ne accorgiamo di meno, rispetto all’ondata dei cinecomic, perché spesso molte di queste pellicole passano in sordina in certi paesi o in periodi sfavorevoli ai grandi incassi. Eppure, se fosse ancora in funzione il mitico “Blockbuster”, la sezione commedia sarebbe riempita da un’infinita serie di DVD dalle copertine colorate e dai titoli facilmente memorizzatili ma altrettanto dimenticabili.

Cattivi Vicini 2 (qui la recensione del primo film) non fa nessuno sforzo per distinguersi dalla massa, proponendosi come un prodotto a consumo istantaneo che si difende bene utilizzando le debolezze del mercato a proprio vantaggio. Il regista Nicholas Stoller assorbe il meglio delle suggestioni comiche degli ultimi anni e cerca di combinarle in un pastiche a tratti divertente e complessivamente godibile. In Cattivi Vicini 2 c’è infatti un Seth Rogen che fa quello che ci si aspetta: funziona il giusto per mantenere alto il tasso di intrattenimento ma senza raggiungere vette particolarmente alte. Beanie Feldstein sembra Rebel Wilson in Pitch Perfect. L’uso dei bambini come veicolo comico ricorda da lontano Una notte da leoni e il folle college movie Project X-Una festa che spacca per quanto concerne la trama. Eppure questa miscela, nonostante le avvisaglie iniziali, funziona. Cattivi Vicini 2 riesce a rendere piacevole l’High Concept da cui parte e, pur senza eccessive pretese, potrebbe anche strappare una risata.

Photo: courtesy of Universal Pictures International Italy

L’idea attorno a cui ruota il film è infatti quella di una lotta, senza esclusione di colpi, tra vicini: da una parte abbiamo una famiglia che ha appena venduto la casa ma deve aspettare un mese per completare la cessione e, nel frattempo, compie una serie di sopralluoghi per verificare le condizioni dell’immobile che sta per acquistare; dall’altra a pochi metri da loro, negli stessi giorni della cessione, si stabilisce una sorellanza di studentesse determinate a ribadire il diritto di fare festa per tutta la notte, tutte le notti. Le loro rivendicazioni contro le regole non scritte del college, che impongono alle congrega femminile di non potere organizzare party (mentre ai ragazzi è concesso), rischierà di mandare in fumo il passaggio di proprietà dell’abitazione. Ma i Radner non si daranno per vinti e ingaggeranno una vera e propria guerra coi vicini.

La colonna portante del lungometraggio è Zack Efron. È divertente la consapevolezza con cui sviluppa il suo personaggio. Tra i due c’è una totale identificazione tanto che, a volte, si fatica a capire se si tratti dell’Efron attore o interprete. È sempre curioso vedere al cinema dei personaggi strutturati per essere autoironici e rapportarli alla carriera di chi li incarna e degli stereotipi hollywoodiani. Per essere una commedia che non si prende troppo sul serio Cattivi Vicini 2 introduce alcune gag esilaranti, volte a svelare la latente ipocrisia dietro ad ogni sbandierato femminismo. Nel film il contro-sessismo viene usato come arma di definizione ‘positiva’, ma l’assurdità è che diviene strumento di satira nei confronti di una cultura che si riempie la bocca di parole ma che, intimamente, non ha ancora recepito i concetti di cui discute. Questo intento c’è, ed è riuscito proprio perché di minore importanza in relazione allo svolgimento della storia e, per un progetto con queste ambizioni, non è poco!

Consigliato a: chi vuole passare una serata leggera. Più indicata agli adolescenti, meno agli adulti e ai fan della commedia raffinata.

Gabriele Lingiardi
Recensione pubblicata anche su CineAvatar.it

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