Ma vie de Courgette - Foto: ufficio stampa

Ma vie de Courgette – Foto: ufficio stampa

Dieci minuti di applausi a Cannes 2016. Un passaparola di aggettivi carichi di entusiasmo in cui “brillante, amabile, incantevole” sono solo alcuni felici esempi. Un’eco sensazionale che dalla Quinzaine des Réalizateurs è giunta sino all’ultimo piano del Palais. Ma vie de Courgette è una delle rivelazioni di questa edizione del Festival francese. Un piccolo film di animazione, in stop-motion, di poco più di un’ora che, senza aggrapparsi a strabilianti effetti 3D, senza super-eroi pronti a salvare il mondo, senza un fumetto con tiratura milionaria alle spalle, ha conquistato e incuriosito chi c’era e chi non c’era (sulla Croisette).

Approdato in questi giorni a Milano, tra le eccellenza proiettate in anteprima nella rassegna Cannes e Dintorni (14 – 20 giugno 2016), il lungometraggio ispirato al romanzo di Gilles Paris (Autobiographie d’une Courgette) avrà oggi pomeriggio il suo secondo (e ultimo!) passaggio e, come avrete intuito, il consiglio è di non lasciarvelo sfuggire. Si tratta di una tenera avventura che ci ricorda l’importanza di amicizia e lealtà, fatta di condivisione e gioia, tesa all’amore verso gli altri e la vita, una vera iniezione di fiducia e speranza nel futuro che attinge a principi semplici e solidi, da sempre pilasti dei rapporti tra le persone.

Ma vie de Courgette - Foto: ufficio stampa

Ma vie de Courgette – Foto: ufficio stampa

E semplice e solida è anche la trama di questo cartone animato che tocca temi importanti e delicati con una chiarezza e un’attenzione da regalaci più di un sorriso. Ma vie de Courgette (La mia vita da Zucchina) narra la storia di Icare, un bimbo rimasto senza mamma dopo che la donna, per l’ennesima volta in preda ai fumi dell’alcol, fa un letale capitombolo. Courgette, questo il soprannome del nostro orfanello, a questo punto viene condotto in una struttura d’accoglienza dove si ritrova attorniato da coetanei in cerca di amore e di un sorriso esattamente come lui, tutti con un passato costellato di abusi, soprusi e altre situazioni tristi.

L’opera diretta da Claude Barras e scritta da Céline Sciamma, non è la versione 2.0 di una favola grigia, fredda e angosciante, bensì si propone come l’esatto opposto: riempie il cuore di chi guarda col suo calore, con la sua positività, con le sue fini battute e con le tante coloratissime immagini. È una poesia che attinge al reale, che parla delle brutture e dei vari dolori che possono colpire i piccoli durante l’infanzia, per puntare sulla forza di fratellanza e solidarietà, sugli effetti benefici di altruismo, integrazione e tolleranza, sulla bellezza degli esseri umani. Il risultato è un racconto che colpisce per equilibrio e garbo.
Ma vie de Courgette sono una settantina di minuti genuini, dolci, che fanno bene all’anima. 

Vissia Menza